Cessione Asm Terni, ‘No’ dei sindacati

«La partita delle privatizzazioni dei servizi pubblici locali rischia di diventare una vera e propria ‘giungla’ a vantaggio di chi cerca solo di speculare»

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«La partita delle privatizzazioni dei servizi pubblici locali, quindi delle proprie aziende, tra cui Asm Terni, che sta intraprendendo il Comune di Terni rischia di diventare una vera e propria ‘giungla’ a vantaggio di chi cerca solo di speculare in termini economico finanziari, non curante degli interessi dei cittadini e dei lavoratori, sui quali rischiano di ricadere aumenti di tariffe e di lavoro, se non addirittura della perdita del lavoro stesso». A dirlo le segreterie regionali di Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugl dell’Umbria di fronte all’ipotesi di cessione a privati di parte delle quote dell’azienda locale dei rifiuti, partecipata dell’amministrazione comunale.

Manifestazione Per dire il loro no, le organizzazioni sindacali manifesteranno lunedì 3 ottobre dalle 15 sotto la sede del Comune di Terni e presenzieranno allo svolgimento della seduta per esprimersi contro «qualsivoglia tentativo di abuso che potrebbe essere perpetrato a scopo speculativo». Il sindacato «da sempre sostiene che vi debbano essere regole di mercato certe – spiegano le sigle -, oggi assenti, a tutela della qualità dei servizi e del contenimento delle tariffe. Il ruolo del pubblico è fondamentale affinché si verifichino determinate condizioni, a differenza di quanto avviene nel privato in cui, se pur legittimamente, si pone priorità al guadagno».

Patrimonio pubblico «La riprova che le perplessità del sindacato siano fondate – proseguono da Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugl dell’Umbria – si ha sul fronte delle tariffe imposte per lo smaltimento nelle discariche gestite, appunto, da privati, vedi quella di Le Crete di Orvieto. La scelta di ‘svendere’ parte delle quote di Asm Terni al privato comporterà la lievitazione dei costi dei servizi a carico dei cittadini ternani». Le single concludo sottolineando che «quando si giunge a fare certe scelte per far cassa, cedere parte di patrimonio pubblico che funziona e da risultati significa che probabilmente si hanno difficoltà a governare una città, ma soprattutto se parliamo di servizi importanti e primari all’utenza, vuol dire che è forte il disinteresse della giunta verso i propri cittadini».

 

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