Città Salute Terni ed ex palazzo sanità: i nodi Usl che bloccano

Il commissario straordinario De Fino si dice ‘raffreddato’ dall’ipotesi: «Capire prima cosa si vuol fare per l’ospedale». Ipotesi sede uffici amministrativi dopo i tentativi di alienazione

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di S.F.

Un’ipotesi progettuale per la Città della salute

Il nuovo ospedale unico Narni-Amelia, la ‘Città della Salute’ di Terni – da quanto tempo se ne parla senza passaggi concreti? – e l’ex palazzo provinciale della sanità. L’edilizia sanitaria sul territorio ternano non è il massimo, anzi, e lo sanno bene anche i commissari straordinari del ‘Santa Maria’ Pasquale Chiarelli e della Usl Umbria 2 Massimo De Fino: lunedì mattina nelle oltre tre ore della II° commissione consiliare si è parlato anche di questo, con tanto di aggiornamenti sui vari progetti. C’è un intreccio mica male da risolvere e, a giudicare dalle parole del 60enne di Sabaudia, anche un possibile cambio in vista a livello di intenzioni.

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L’impegno economico che non basta

De Fino ha parlato di «impennata» nel progetto di realizzazione della struttura comprensoriale di Narni-Amelia (sarebbe anche ora, ndr), ma poi ha spostato il mirino sul ternano. Perché di certo i problemi non mancano, in primis per il ‘famoso’ progetto legato alla Città della Salute del quale non si vede la luce. Il motivo lo ha spiegato il commissario straordinario – il 31 dicembre scade il mandato – della Usl Umbria 2: «Ritengo che sia necessario prevedere – la risposta ad un input del consigliere Pd Francesco Filipponi – qualcosa di importante anche su Terni. Ma nei miei bilanci non trovo impegni economici a riguardo. Anzì, a dire il vero ne risulta uno da 5 milioni per la Città della Salute’ ma chiaramente sono insufficienti». Bocciata una delle alternative tirata in ballo nel 2017: «La proposta riguardante l’Inail non la condivido perché il terreno è dell’azienda e dovremmo passarlo a loro per la costruzione. E poi pagare un fitto a vita». Non piace la faccenda: «Conviene investire fondi Usl e costruirla dove è possibile». E anche qui ennesimo punto interrogativo.

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EX PALAZZO SANITÀ, A VUOTO I TENTATIVI DI ALIENAZIONE

Il progetto Città della salute

L’intreccio con l’ex palazzo provinciale della sanità

Finora si è sempre parlato di una Città della Salute nello spazio esistente tra l’ospedale di Terni e viale Trieste, con tanto di progetti e rendering: «Mi sono un po’ ‘raffreddato’ – le parole di De Fino – da questo punto di vista. Il terreno è nei pressi dell’azienda ‘Santa Maria’ e si deve decidere prima se ampliare la struttura esistente oppure procedere con la ricostruzione. Allora a quel punto si potrebbe pensare a qualcosa di diverso». La seconda ragione riguarda l’ex palazzo provinciale della sanità: «Abbiamo cercato di venderlo – ha aggiunto – ma è andata deserta anche la terza asta. Potremmo averla come sede Usl per gli uffici amministrativi, lasciando in via Bramante la parte sanitaria e di integrazione con l’ospedale». Un rebus tutto da risolvere nonostante siano trascorsi un bel po’ di anni.

Massimo De Fino

De Fino e l’emergenza Covid: «450 tamponi al giorno»

Il commissario della Usl ha parlato anche dell’attività in epoca pandemica: «Nella prima ondata c’è stato un buon funzionamento e una gestione ottimale. Nella seconda nessuno – ha spiegato – si aspettava questa evoluzione, c’è stata una replicazione importante di casi dopo i casi sporadici di ottobre. Per un periodo ci sono stati anche 1.500 casi giornalieri e nessuna azienda/struttura pubblica è capace di gestire l’avvenire degli eventi». Ricordata l’attivazione della Rsa Le Grazie (18 posti), il drive through di via Bramante dopo i problemi registrati in viale Trento, l’aiuto dell’Esercito e di Anpas: «Siamo stati in grado di raggiungere i 450 tamponi al giorno». Un’esperienza giudicata «positiva».

Le liste di attesa: «Ecco le prestazioni recuperate»

Poi i numeri: «In tutta la regione avevamo da recuperare oltre 64.000 prestazioni, su Terni 12.734. Al 9 dicembre dovevamo recuperarne 1.746, la media è dell’86,3%». Inevitabile passaggio sulla carenza di personale: «L’azienda non ne ha risentito sul territorio, se non per quelle storiche in alcuni settori. Stiamo portando avanti il ‘concorsone’ per gli infermieri: mi auguro che entro marzo-aprile potremo avere la lista degli idonei. Nel contempo sono state stabilizzate più di 170 persone e abbiamo cercato di mantenere tutte le attività di assistenza a persone con disabilità, anziani e minori destinatari di servizi socio-sanitari. Avviata in tal senso la consultazione da remoto». De Fino ha tirato in ballo il lavoro fatto sulle Usca, la telemedicina e il carcere di Terni: «Ad oggi i positivi sono due. Ci sono stati tre ricoveri ed un decesso».

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