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Home » Operazione Asm-Acea: «Troppi rischi e poche garanzie. La politica rifletta bene»

Operazione Asm-Acea: «Troppi rischi e poche garanzie. La politica rifletta bene»

di Francesca Torricelli
7 Luglio 2022
in Attualità, Economia, Imprese, Opinioni
Tempo di lettura: 3 minuti di lettura
Michele Medori

Michele Medori

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di Michele Medori
direttore di Confartigianato Terni

Confartigianato Terni ritiene che sia preferibile un rinvio e un approfondimento rispetto alla prospettata operazione di cessione della parte operativa di Asm. Diversi sono i punti che nell’interesse pubblico possono essere oggetto di riflessione e di miglioramento rispetto alla complessità dell’assetto che l’operazione vuole regolare e che inevitabilmente trasformerebbe in profondità, e con effetto definitivo, una situazione dei servizi multiutilities che costituisce da sempre un patrimonio essenziale del Comune di Terni.

Terni, Acea partner Asm: società coinvolte, dettagli, conseguenze e stime numeriche

In primo luogo appare non sufficientemente motivata l’urgenza dell’operazione. Infatti il livello dell’indebitamento (peraltro presentato in riduzione sostanziale), soprattutto se messo in relazione alla rilevanza delle immobilizzazioni, non sembra in grado di determinare problemi immediati. Anche la riconosciuta necessità di garantire la continuazione dell’operatività in un mercato i cui presupposti stanno cambiando, non sembra giustificare un esame troppo frettoloso e in quel caso inevitabilmente superficiale.

Se è corretto impostare il confronto con Acea, potenziale partner di primo livello sul mercato delle utilities, anche in vista di prendere delle decisioni di livello sia operativo che strategico in questo settore del patrimonio comunale, questo di per sé non implica che tutte le partite debbano essere regolate in blocco secondo un atto unico, né che l’unica soluzione sia quella della cessione della parte operativa della holding.

L’operazione appare di una complessità molto rilevante e quindi suscettibile di diverse valutazioni, citiamo ad esempio solo alcuni aspetti degni di nota. Si corre il rischio di sottovalutare che l’uscita del Comune dal livello operativo potrebbe determinare anche il trasferimento dal territorio dei centri decisionali in generale e delle direzioni operative e degli uffici di rapporto con i fornitori in particolare (come già avvenuto per Acea ambiente Srl che ha recentemente trasferito sede legale e direzione). Questo porterebbe con sé possibili scenari fortemente penalizzanti per ben 126 imprese locali che attualmente forniscono l’Asm. Nessuna garanzia inoltre appare riscontrabile anche sulle modalità e tempi di pagamento dei fornitori. Questo potrebbe determinare un effetto domino fortemente allarmante per l’economia locale soprattutto se si tiene conto che i dati Cerved definiscono una incidenza elevatissima in provincia di Terni delle imprese a rischio fallimento.

Per quanto riguarda i rifiuti, non è possibile dimenticare che a fronte di un impegno molto concreto dell’Asm, dei cittadini e delle imprese locali che ha consentito di raggiungere livelli altissimi di raccolta differenziata, non è corrisposta né una diminuzione e nemmeno il mantenimento dei precedenti livelli accettabili della Tari. Anzi, al contrario, il territorio sta già pagando prezzi enormi con incrementi Tari molto rilevanti che complicano la già difficile situazione delle imprese e che compromettono progressivamente la capacità attrattiva di nuove iniziative economiche da parte del territorio.

Per quanto riguarda il servizio idrico, se a seguito della recente perdita di partecipazioni rilevanti delle parti pubbliche si aggiungono ulteriori cessioni, appare a rischio il mantenimento dell’utilizzo in favore del territorio delle stesse risorse idriche locali. A questo proposito la pensiamo allo stesso modo del sindaco Leonardo Latini che nelle linee programmatiche del 2018 affermava: ‘Siamo poi consapevoli che il bene primario dell’acqua è stato espropriato ai cittadini da chi ne ha fatto un centro di potere al servizio dei propri interessi. Tutto questo ha portato ad un costo altissimo per i cittadini stessi, assegnando al privato detentore del 25% la gestione quasi totale del servizio e relegando la parte pubblica, con il 75%, ad un ruolo del tutto marginale rispetto ad interessi estranei alla città ed al nostro territorio. La nostra volontà è di riaffermare la prevalenza del pubblico, nell’interesse della città e dei ternani’.

Appare opportuno e più rispettoso del dibattito cittadino abbandonare toni ultimativi: essendo la materia di competenza del consiglio comunale e con un contenuto complesso, suscettibile di diverse soluzioni che riscontrano diversi possibili equilibri e assetti pubblico-privati, appare più consapevole dare tempi e modi di approfondimento dei diversi risvolti e proporre al consiglio due o più soluzioni alternative entro le quali possa esprimersi in un momento così cruciale per il prossimo futuro della città.


Terni, maxi operazione Asm-Acea: «Tabula rasa dei servizi pubblici, si svende»

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