Crisi commercio Terni: «Niente grandi marchi e pochi negozi qualità»

Prosegue il confronto in III° commissione. Stellati (Confesercenti): «Riusciamo a dissuadere qualsiasi persona che voglia investire. L’amministrazione naviga a vista»

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di S.F.

Una visione in controtendenza o comunque diversa da altri ‘attori’ del mondo legato al commercio. Venerdì pomeriggio nuovo appuntamento in III° commissione per parlare della crisi cittadina e delle varie problematiche che, nel corso degli anni, hanno visto crescere con costanza la chiusura di negozi e attività: Daniele Stellati, direttore di Confesercenti, non punta il dito contro le grandi superfici di vendita ma sull qualità generale che offre la città. Su una cosa sono tutti d’accordo: «L’amministrazione naviga a vista cercando imprese che investano sul territorio senza dare una prospettiva a medio-lungo termine».

LUPI (CONFCOMMERCIO): «SIAMO PRIVI DI IDENTITÀ»

Daniele Stellati

L’attrattività che non c’è

Dopo Confcommercio e Confartigianato è il turno di Confesercenti ad esprorre il proprio pensiero sul commercio cittadino. La premessa è la solita: «Terni manca di un quadro strategico – ha esordito Stellati venerdì pomeriggio – di valorizzazione con strategie ed obiettivi per la città. Non a caso abbondano le medie e grandi superfici di vendita ma mancano i grandi marchi come Zara, Mac, Decathlon ecc.: farebbero da attrattori per il territorio visto che la ‘bilancia’ commerciale ternana dello shopping è ormai da anni negativa. Ci sono sempre più ternani che si spostano in altre città (citate Foligno, Viterbo e Roma) per fare acquisti che persone di fuori che vengono qui: trovano ormai solo pochi negozi di qualità a differenza di una quindicina di anni fa. Occorre rendere attrattivo il territorio».

TERNI, NON SOLO CHIUSURE: APRE LA CATENA MANGO

Via Roma

Focus eventi e programmazione

Cosa fare dunque per sviluppare un contesto meno ‘provinciale’? Facile a pensarlo, meno a metterlo in pratica. «Per arrivare – ha proseguito Stellati – a questo servono azioni efficaci e coordinate di turismo, commercio e viabilità con una massiccia campagna di comunicazione. Troppe volte abbiamo assistito ad eventi sconosciuti anche alla stessa cittadinanza, con gli esercizi commerciali che sono rimasti chiusi oppure proposte di aperture dei negozi senza eventi e senza agevolazioni per i parcheggi». La spiegazione è semplice: «Questo perché a Terni manca una programmazione ed una calendarizzazione degli eventi e delle occasioni di shopping come esistono nelle altre città, la quintana a Foligno, lo Sbaracco a Perugia, Umbria Jazz ad Orvieto e così via. Noi a parte Cioccolentino ed in qualche modo Terni On non abbiamo appuntamenti certi di anno in anno, e difficilmente se ne conosce l’esistenza al di fuori della conca». L’invito è di riprendere i «lavori rimasti incompiuti nel 2008 e fare un quadro strategico di valorizzazione del territorio, capire cosa siamo e cosa vogliamo diventare. ià siamo indietro di oltre dieci anni, non possiamo perdere altro tempo». Un’altra grande questione – fondamentale – è il potere d’acquisto attuale: basso, chiaramente. Il che non aiuta. Senza denaro a disposizione non ci sono margini di manovra.

L’ASSESSORE: «PUNTIAMO SU CENTRO ‘SALOTTO’

Il Tulipano

Il palaTerni e il Tulipano. La poca promozione

Stellati ha parlato anche del palazzetto dello sport al Foro Boario: «Quella è una zona di prossimità al centro. Se l’area commerciale fosse riempita di catene come Zara sarebbe un’opportunità non da poco. Il Tulipano è un’altra realtà che a suon di variante del Prg è stata resa utilizzabile a questo scopro, inoltre c’è il progetto per viale Bramante dove ci sono già spazi studiati per il commercio». In generale il direttore di Confesercenti ha specificato che ormai «la normativa non ci consente più di tornare alla concertazione e al contingentamento delle superficie di vendita, non siamo in grado di porre ostacoli e vincoli. Dobbiamo cercare di ottimizzare al meglio quello che ci viene offerto». Altro tema è la scarsa promozione del territorio: «Alcune manifestazioni ternane non sono conosciute nemmeno dalla cittadinanza, non riusciamo ad uscire fuori dalla ‘conca’. Senza questo aspetto non si va da nessuna parte: servono persone che investono e facciano pubblicità su Roma». Breve passaggio sul recente passaggio della Tirreno-Adriatico: «Ritorno commerciale pressoché nullo perché non è un evento che non si avvale di servizi locali».

SI CHIUDE UN’ERA AL FORO BOARIO

Luca Simonetti

La convivenza e la visione

Luca Simonetti (M5S, per lui gli auguri di tutti i membri della III° commissione, è positivo al Covid-19) ha ribadito alcuni punti chiave da tenere in considerazione: «La vicinanza con Roma, l’università e le infrastrutture. Si è sempre navigato aa vista, è vero, non c’è stata visione integrata». Per Michele Rossi (Terni Civica) Stellati ha parlato di «convivenza tra grande e piccola distribuzione, dicendoci che non necessariamente entrano in conflitto. Tuttavia occorre differenza merceologica: l’errore è stato far insediare superficie di vendita estese troppo vicine al centro».

PER L’EX MERCATO COPERTO MANCA ANCORA LA ‘QUADRA’

L’Ast

I brand, il capodanno all’Ast e la comodità per i romani

Poi è lo stesso esponente di Confesercenti ad approfondire ulteriormente la tematica: «A Terni bisogna attrarre una certa tipologia di grande distribuzione con brand esclusivi, come ad esempio Decathlon. Così si ottiene differenziazione dell’offerta e non si entra in contrasto con altri prodotti. Insomma, se non puoi sconfiggerli farteli amici. Noi siamo in competizione con aree come Viterbo e Roma, le persone ormai si spostano dove c’è merce conveniente e di qualità. Altrimenti rimaniamo sempre con il ‘negozio della porta accanto’». Di mezzo ci finisce anche il Capodanno all’Ast: «Speriamo che possa essere un punto di svolta, siamo favorevoli a questa tipologia di eventi». Doriana Musacchi (Gruppo Misto) ha ricodato che un tempo in città venivano da Roma per occasioni di rilievo per lo shopping in negozi di grandi firme, ora la storia è cambiata: «Era una comodità per il romano – la risposta di Stellati – venire a Terni. Poi gli altri territori si sono attrezzati e noi siamo rimasti fermi».

L’interno di un centro commerciale

Le difficoltà a Terni

«Come possiamo fare per attrarre brand di qualità in città?». La domanda in chiusura è di Rossi e Stellati in questo caso ne approfitta per richiamare alla mente un paio di situazioni non troppo distanti nel tempo: «A Viterbo e Foligno hanno consentito l’insediamento commerciale in modo agevolato. Invece a Terni più di una volta è capitato che grandi catene abbiano rinunciato ad investire per il protrarsi dei lavori – San Valentino 2014 -, come per il gruppo legato al bricolage che, dopo aver atteso un anno per l’ultimazione delle opere, ha chiesto indietro la caparra al committente. Ci sono variabili riguardanti l’affidabilità del territorio». Ed ecco che viene tirato dentro anche il caso Superconti: «L’iniziativa per l’ex mercato coperto è andato in malomodo perché in tre anni non siamo riusciti a capire di chi era l’area, quali particelle interessava e cosa doveva fare l’imprenditore. Riusciamo a dissuadere qualsiasi persona, anche quelle con spirito fiducioso». Se ne parlerà proprio tra un mese al Consiglio di Stato. Al termine della commissione Lucia Dominici (FI) è intervenuta per far presente che «la concorrenza principale è il mercato online». Difficile dargli torto con gli sviluppi degli ultimi anni.

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