Don Vincenzo ‘muto’ di fronte al Gip. Bassetti incontra i parrocchiani

Dopo il confronto con il proprio avvocato, il parroco di San Feliciano accusato di prostituzione minorile e detenzione di un filmato pedopornografico ha scelto il silenzio

Condividi questo articolo su

La sensazione è che ci sia ancora molto da sapere sulla vicenda che ha coinvolto il parroco di San Feliciano di Magione, don Vincenzo Esposito, che dopo l’arresto di martedì si trova nel carcere di Spoleto e mercoledì mattina è stato sentito per la prima volta dai magistrati nell’interrogatorio di garanzia. Il suo avvocato, Renato Vazzana del foro di Termini Imerese, ha seguito il tutto in modalità remota. I due, dopo il primo intendimento di parlare, letta l’ordinanza, hanno deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere.

Non c’è stato l’interrogatorio

«Finalmente abbiamo avuto modo di parlare fra di noi di questa vicenda – spiega ad umbriaOn il legale – e mentre ieri (martedì, ndR) si ipotizzava di fare un chiarimento sull’interrogatorio, oggi abbiamo preferito non rispondere. L’ordinanza è molto complessa, ma a mio modesto avviso anche lacunosa, quindi è stato più logico e naturale prenderci del tempo, approfondirla, sia io che il mio assistito, per poi rispondere nel merito».

La versione del parroco

Nella sostanza, però il parroco continua a respingere le accuse: «Non sa neanche chi siano quei ragazzi – insiste l’avvocato – ne conosce solo uno (il figlio della donna ai domiciliari; ndr), probabilmente perché era stato suo parroco a Termini Imerese anni addietro. Lo conosco personalmente da tantissimo tempo e questa cosa mi ha sconcertato anche a livello personale: in passato nessuna accusa nei suoi confronti era stata elevata nei molti posti che ha frequentato».

Istanza di scarcerazione

«Lette le carte, prosegue il legale – valuteremo attentamente la possibilità di una istanza di scarcerazione, sulla base di alcuni aspetti che don Vincenzo mi ha chiarito, probabilmente già entro Ferragosto». Il fatto che non sia affiorata la prova certa di incontri diretti o rapporti sessuali avvenuti in presenza tra il parroco e i minori potrebbe essere un primo fattore. L’età delle vittime, per togliere il ‘minorile’ dall’accusa, un altro.

Prete in carcere per prostituzione minorile: «Stupore e dolore»

Bassetti a San Feliciano

Certo, avrà molte cose da spiegare don Vincenzo. I messaggi, le videochiamate, il movimento di soldi verso le carte Postepay, la gestione del conto corrente a lui intestato. E le spiegazioni se le aspettano anche i suoi parrocchiani, che nella serata di mercoledì incontreranno il cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia nonché presidente della Cei, che ha scelto di andare personalmente nel piccolo borgo lacustre per rassicurare i fedeli.

Chi lo giudica?

E chissà se qualcuno gli chiederà conto anche della posizione della Chiesta sull’iter giudiziario. Molti, infatti, non hanno capito quel passaggio, nella nota della Curia, in cui si sottolinea sì «la più completa disponibilità alla collaborazione con l’autorità giudiziaria per il raggiungimento della verità dei fatti», ma «applicando le indicazioni dettate dalla normativa canonica e seguire le eventuali indicazioni offerte dalla Santa Sede».

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli