FarmaciaTerni, giorni contati per il vertice

L’amministrazione comunale verso la risoluzione del rapporto con Sciamanna ‘per giusta causa’. Ma si valuta anche la mediazione

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‘Chi picchia e chi accosta’, si dice in gergo bocciofilo a Terni. E l’immagine rende abbastanza bene l’idea di quale sia l’atteggiamento dell’amministrazione comunale nei confronti del vertice di FarmaciaTerni, rappresentato dall’amministratore unico Fausto Sciamanna, in carica dal maggio del 2017 e ‘forte’ di un contratto triennale che, però, stando ai rumors potrebbe concludersi prima del termine fissato. Perché? L’amministrazione, questa amministrazione Latini, semplicemente vuole cambiare guida per le farmacie comunali ternane, avviate – Tar permettendo – verso un percorso di privatizzazione.

La ‘giusta causa’

Fausto Sciamanna

Per questo il Comune ha informalmente avviato, anche attraverso i propri legali, un percorso per mettere nero su bianco quelle criticità – a partire dagli aspetti gestionali e contabili – che rappresentano ‘argomenti’ per giustificare una conclusione anticipata del rapporto. Sarebbe questa la soluzione più netta e radicale. Quella che, pur basata su eventuali ‘giuste cause’ e pareri raccolti già dall’ex commissario straordinario Antonino Cufalo, ha però le chance maggiori di imboccare anche una strada giudiziaria e legale. Non è difficile immaginare, infatti, come a fronte di un allontanamento di Sciamanna dal proprio incarico, si possa finire di fronte al giudice del lavoro. Ma se ciascuno ritiene di avere argomenti solidi, la cosa ci sta. E per il Comune, anche dopo le cinque assunzioni effettuate da FarmaciaTerni nei giorni di Ferragosto, a fronte di una situazione contabile ritenuta di pesante sofferenza, la misura è ormai colma.

La mediazione

L’altro percorso, anche quello in corso di valutazione e caldeggiato – pare – dal sindaco Latini, è più diplomatico, probabilmente come la natura stessa del primo cittadino che nella vita fa l’avvocato. Obiettivo, evitare lo scontro ma giungere ad un’intesa – una ‘risoluzione consensuale’ – in cui sia però palazzo Spada a dettare le regole. Un’uscita di scena dell’amministratore unico più ‘morbida’, accettabile ed accettata da tutti. Anche in questo senso il lavoro è ‘in corso’: a prescindere dalla soluzione che verrà adottata, la conclusione appare comunque piuttosto scontata.

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