«Farmaco negato? No, lo abbiamo ‘donato’»

FarmaciaTerni: l’amministratore unico Scarpellini replica alla denuncia di un lettore: «Ecco come stanno le cose. Falsità totale»

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FarmaciaTerni, attraverso l’amministratore unico Mauro Scarpellini, replica a quanto denunciato da un cittadino nell’articolo ‘Terni, lite sul farmaco: chiamano la Finanza’. Sul punto, è la premessa del dirigente, l’avvocato Carlo Viola – incaricato da FarmaciaTerni – si sta attivando per tutelare le farmaciste e la societè in ogni sede opportuna, «vista la diffusione data ad un evento riferito nella più completa ignoranza dello svolgimento dei fatti e della conoscenza delle norme vigenti, peraltro spiegate con chiarezza. Non è intervenuta alcuna Guardia di finanza».

«Ecco come stanno le cose»

«Vi sono farmaci compresi in una lista – afferma Scarpellini – che le farmacie sia pubbliche che private dispensano per conto della Usl. Si tratta di farmaci per cui sono previsti un piano terapeutico per la prescrivibilità da parte del medico e specifiche confezioni marchiate appositamente con timbro rosso sul fustello che sono di proprietà della Usl, per cui la farmacia fa solo da tramite. Ecco perché questo servizio si chiama dispensazione per conto (Dpc) della Usl. Per queste confezioni di farmaci, che non possono essere venduti, è prevista la dispensazione da parte del farmacista previa presentazione di ricetta del sistema sanitario nazionale, perché i codici della stessa vanno inseriti nel sistema di gestione riservato a questo tipo di farmaco insieme al codice Aic del farmaco e a quello di targatura che traccia la singola confezione di proprietà della Usl».

Come funziona

L’amministratore unico di FarmaciaTerni prosegue: «La confezione non marchiata Usl può essere dispensata su ricetta Ssn solo ed esclusivamente nel caso in cui il prodotto dovesse essere mancante da parte della Usl e previa stampa e registrazione della notifica mancante sul gestionale di cui prima, in modo che la Usl autorizzi la farmacia a consegnare il prodotto di sua proprietà e riconoscere alla farmacia il rimborso, visto che il farmaco è stato acquistato dalla farmacia, non dalla Usl. In assenza di ricetta medica Ssn, il farmacista ha l’obbligo di dispensare il proprio farmaco, acquistato dalla farmacia per la propria vendita a pagamento dietro presentazione di ricetta ripetibile. La confezione dello stesso prodotto differisce se esso è di proprietà della Usl (marchiato) o della farmacia».

Due gestioni ‘separate’

«Questa – osserva l’amministratore unico di FarmaciaTerni – è la sintesi della normativa. Sarebbe stato semplice comprendere che nella farmacia è come se ci fossero due soggetti giuridici diversi e due gestioni separate, una della Usl per i farmaci con piani terapeutici autorizzati e cedibili solo dietro ricetta, l’altra – invece – della farmacia che svolge la propria ordinaria attività. I comportamenti delle farmaciste sono stati aderenti alla normativa che è stata ripetutamente spiegata. Non è intervenuta alcuna Guardia di finanza».

«Non dico un ‘grazie’, ma neppure gli insulti»

«La sera in questione – spiega Mauro Scarpellini – in farmacia era presente la sola confezione di proprietà della farmacia stessa e non presente quella marchiata Usl (che sarebbe dovuta essere ordinata seguendo per forza la procedura di cui sopra). Vista la criticità della paziente e visto che alle ore 21 nessuna procedura autorizzativa immediata sarebbe stata possibile, la farmacista ha ritenuto di consegnare il farmaco di nostra proprietà al cliente, pur consapevole che la ricetta Ssn presentata dal cliente non verrà mai rimborsata dal Ssn. La farmacia ha donato il farmaco al cliente e ha fatto risparmiare 66,19 euro alla Usl. Stiamo attraversando tempi difficili e la farmacia si è fatta carico di un problema la cui urgenza richiedeva immediatezza e assunzione di responsabilità; comprendiamo anche come sia difficile ricambiare con un ‘grazie’ ma chiediamo almeno di essere risparmiati dagli insulti gratuiti, irresponsabili e ingiustificati, dei quali chiederemo pieno ristoro».

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