Eroina in Italia dal Pakistan: 29 arresti e sequestro da 3 milioni

Operazione Last Chance della guardia di finanza di Ancona: è legata ad Alì Park, scattata lo scorso settembre a Terni

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Eroina e cocaina in grandi quantità dal pakistan in Europa con basi in diverse regioni del centro Italia, Umbria compresa. Si chiama ‘Last chance’ ed è l’operazione della Guardia di finanza – Gico nucleo di polizia economico-finanziaria di Ancona – che ha portato a 29 arresti e 36 denunce con maxi sequestro di sostanza stupefacente. Un’azione legata ad Alì Park, scattata lo scorso 25 settembre a Terni.

Terni, ‘Alì Park’: chiesti oltre 70 anni di carcere

Smantellata la rete. C’è anche l’Umbria

Gli uomini della Finanza hanno concluso una vasta indagine internazionale che ha portato al sequestro di 44 chili di eroina e 300 grammi di cocaina: in manette anche i quattro responsabili dell’organizzazione, mentre un quinto è latitante. Al centro dell’attenzione un gruppo di cittdini di origine pakistana e afghana dedita in particolar modo al traffico di eroina: gli indagati, servendosi della complicità di numerosi corrieri, nella maggior parte dei casi provenienti dalle loro zone di origine, hanno introdotto in Italia ingenti quantitativi di droga destinati sia al mercato delle province di Ancona e Macerata, che a quello laziale, umbro, sardo e campano. I membri dell’organizzazione infatti potevano contare sul supporto logistico di persone stanziate tra Terni, Roma e Napoli.

L’arrivo della droga

La droga veniva introdotta in Italia con l’utilizzo dei cosiddetti ‘ovulatori’, l’inserimento di doppifondi all’interno dei bagagli, l’utilizzo di speciali fasce addominali sulla persona e anche – specifica la Finanza – il ricorso ad un «innovativo modus operandi, consistente nell’occultare la droga prima disciolta e poi solidificata nel materiale di gomma piuma utilizzato quale imbottitura dei trolley usati dai corrieri per i loro viaggi dal Pakistan all’Italia oppure, come accertato nel corso di un’operazione di sequestro eseguita a Trieste, nella struttura rigida stessa della valigia, mediante sofisticati procedimenti tecnologici». La gomma piuma veniva poi lavorata in Italia in appositi laboratori, quindi la trasformazione in eroina con un processo di triturazione del poliuretano espanso elastico. Al termine dell’iter si arrivava alla cristalizzazione – post bollitura del prodotto – della droga.L’organizzazione criminale poteva contare su numerosi appoggi per le varie importazioni dello stupefacente, decideva di volta in volta di utilizzare tratte sempre diverse, impiegando come vettore preferito i viaggi aerei e utilizzando alcuni scali aeroportuali nazionali, tra i quali quelli di Milano, Roma, Bergamo e Trieste.

Le misure e il lavoro su Terni

Le denunce sono 36, gli arresti in flagranza di reato 25. Cinque soggetti sono destinatari di ordinanza custodia cautelare e sono stati sottoposti a sequestro, in sei diverse regioni italiane (Marche, Umbria, Lazio, Sardegna, Lombardia e Friuli Venezia Giulia); la droga sequestrata ha un valore sul mercato di oltre 3 milioni di euro. Al termine delle investigazioni il Gip del tribunale di Ancona ha disposto l’applicazione della misura cautelare della custodia in carcere nei confronti delle cinque figure apicali dell’organizzazione, quattro delle quali domiciliate rispettivamente a Macerata, Napoli, Roma e Pescara e uno senza dimora dichiarata, che sono state eseguite anche con la collaborazione degli agenti della la polizia di Stato di Terni.

Alì Park

In tal senso viene ricordata l’operazione Alì Park: «L’attività d’indagine svolta dai militari della sezione gruppo operativo antidroga (Goa) del Nucleo Pef, in costante contatto con la direzione centrale servizi antidroga, aveva consentito d’individuare e disarticolare lo scorso anno una costola dell’organizzazione operante nella Provincia di Terni, nei confronti dei cui associati, nel settembre 2020, è stata eseguita, unitamente al personale della squadra Mobile della polizia di Stato di Terni, un’ordinanza applicativa della custodia cautelare in carcere emessa dal Gip di Perugia nei confronti di dieci persone».

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