Fontana piazza Tacito, dubbi e tempi lunghi

Terni, l’assessore Corradi fa il punto: «Impossibile stabilirli senza progetto esecutivo. Soprintendenza? Rapporti non buoni, ma c’è ottimismo. Non avrei fatto così»

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di S.F.

«Ci fossi stato fin dall’inizio, questa cosa non l’avrei fatta». «Nemmeno io». Questo scambio tra l’assessore ai lavori pubblici, Sandro Corradi, e il consigliere comunale di ‘I love Terni’ Enrico Melasecche è più che indicativo sulla situazione legata al restauro della fontana di piazza Tacito: certezze sulla gara per la redazione del progetto esecutivo per la rimozione dei mosaici e l’inserimento delle nuove tessere, meno sull’avvio dei lavori e ancor più per il termine. Insomma, non tira aria positiva, anche nei rapporti con la Soprintendenza: «Non ci giro intorno, non sono buoni. Ma resto ottimista perché ci hanno già autorizzato a procedere, seppur chiedendo la definizione della musealizzazione». Si va per le lunghe, visto che Corradi indica in non prima «del post estate 2018» la fase del recupero.

Sandro Corradi durante la seduta

LA DETERMINA DI PIERDONATI: INVITO ALLE OFFERTE PER LA REDAZIONE DEL PROGETTO ESECUTIVO, BASE D’ASTA DI POCO SUPERIORE AI 30 MILA EURO

L’input di Chiappini e le tempistiche Il presidente della I° commissione consiliare cerca di dare un verso alla discussione: «Vogliamo capire se ci sono tempi credibili per la realizzazione dei lavori». L’espressione di Corradi al termine della seduta sarà più che esplicita in merito: «Senza il progetto esecutivo impossibile stabilirlo. Posso dire che entro marzo ci sarà questo step, quindi i lavori nel post estate 2018».

GLI ARCHITETTI ATTACCANO: «SBAGLIATO IL MASSIMO RIBASSO»

Il sopralluogo del 5 agosto 2016

Il preambolo, la base d’asta e la pressione della Soprintendenza A tutto ciò Corradi ci è arrivato partendo dalle ultime novità, vale a dire la determina dirigenziale firmata da Renato Pierdonati in merito all’offerta per la redazione del progetto esecutivo (un anno, di fatto, è partito per i test della Coo.Be.C di Spoleto sul distacco della superficie musiva di 2 metri quadri, mosaico del cancro): in sostanza il Comune ha dato il via alla procedura per la scelta della ditta che dovrà progettare la rimozione dei mosaici del Cagli e l’inserimento delle nuove tessere, con base d’asta fissata a 31 mila 480 euro. Tutto ciò fa seguito all’approvazione del progetto di fattibilità (aprile) e la richiesta all’Ast (luglio) per l’attivazione di una collaborazione per la conservazione ed esposizione dell’opera musiva da staccare (la famosa ‘musealizzazione’, sul quale la Soprintendenza sta facendo pressione). Sì, perché quest’ultima lo scorso settembre ha fatto presente che «per l’autorizzazione all’avvio dei lavori necessita della definizione dettagliata delle modalità di musealizzazione e quindi dei locali idonei per la conservazione della superficie mosaicata originaria. Tale adempimento, pertanto, non condiziona il procedimento volto alla redazione del progetto esecutivo».

LA SOPRINTENDENZA E I TEMPI CHE SI ALLUNGANO

Gli 865 mila euro, il cronoprogramma e i fondi trovati Gli operatori in lizza per la redazione – lapsus dell’assessore in commissione, che ne indica tre – del progetto sono due, con altrettante esclusioni. Base d’asta come detto di poco superiore a 31 mila euro che, però, raggiunge 39 mila e 785 con l’inclusione di Iva e oneri; la stima complessiva per la realizzazione – stacco e rifacimento nel rispetto dei cartoni originali di Cagli – è invece di 865 mila 910 euro: «Sono partiti gli inviti – ha specificato Corradi – per la gara, prima di Natale ci sarà l’affidamento. Da quel momento scatteranno i sessanta giorni per la redazione e a febbraio ci sarà l’approvazione. Ora abbiamo la copertura in riferimento al piano triennale delle opere pubbliche: 300 mila euro li mette la fondazione Carit, 500 mila il Comune».

Sandro Corradi

L’APPROVAZIONE DEL PROGETTO DEFINITIVO IN ESTATE

I rapporti che non vanno Breve passaggio anche sulla liaison con la Soprintendenza: «Non ci giro intorno, non sono dei migliori i rapporti. Resto comunque ottimista, perché ci hanno già autorizzato tutti i lavori e hanno mandato delle lettere per la definizione precisa del processo di musealizzazione (coinvolta l’Ast, ndr). In sostanza ci dicono ‘procedete, però diteci che volete fare delle tessere originali’. In tal senso il Comune si sta impegnando». Non una novità – chiede all’ex assessore Stefano Bucari – che il Comune sia in contrasto con gli uffici perugini di via Ulisse Rocchi.

IL SOPRALLUOGO DEL 5 AGOSTO 2016: «ANDRÀ TUTTO BENE»

«Perché esternalizzare»? I punti interrogativi Melasecche è l’unico a chiedere ulteriori delucidazioni all’assessore: «La redazione del progetto esecutivo è un progettino da 30 mila euro, perché esternalizzarlo? Possibile che in Comune non ci sia nessun architetto o ingegnere in grado di farlo? Il sindaco Di Girolamo, cinque anni fa, disse che si sarebbe fatto tutto all’interno. Vorrei inoltre un cronoprogramma definito sui lavori». Corradi è costretto a un nuovo intervento: «Si tratta di una prestazione ‘specialistica’, ricordo inoltre che il progetto definitivo è stato fatto dall’ente». L’assessore ai lavori pubblici non è invece in grado di rispondere sulle questioni più sostanziali: «L’importo dei lavori? Non posso saperlo senza il progetto esecutivo, abbiamo fatto la stima sulla combinazione tra quello preliminare e il definitivo». Stesse perplessità sulla musealizzazione: «Non c’è impegno concreto per ora». Si viaggia verso il 2020, se tutto va bene.

LA FONTANA DI PIAZZA TACITO E IL TEMPO TRASCORSO INVANO

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