Terni, la polizia penitenziaria festeggia 204 anni

Anniversario della fondazione del Corpo. ll comandante Gallo: «Anno difficile. Lo abbiamo affrontato da soli» – Foto e video

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Cerimonia per il 204° anniversario della fondazione anche a Terni per il Corpo di polizia penitenziaria. Un momento di festa e di bilanci, con particolare attenzione all’emergenza sanitaria per il Covid-19: «Un anno molto difficile – la riflessione del comandante Fabio Gallo -, ricordiamo che nel mese di ottobre 2020 c’è stato un focolaio importante con 75 soggetti positivi. Abbiamo dovuto lavorare da soli. Nel 2021 abbiamo iniziato il piano vaccinale, si sta concludendo in questi giorni. Ciò ci aiuta a ritornare ad una vita ordinaria». I detenuti presenti nel carcere di vocabolo Sabbione sono attualmente 482 (Foto e video di Federica Liberotti).

La polizia penitenziaria e il lavoro di squadra

Alla cerimonia ha partecipato anche il prefetto di Terni, Emilio Dario Sensi. «Abbiamo vissuto, all’inizio del 2020, i giorni convulsi – il discorso del comandante Gallo – delle rivolte scoppiate all’interno di numerosi istituti penitenziari, preparandoci anche noi come reparto, ad adottare strategie per prevenire ed evitare che tali episodi potessero interessare anche la nostra realtà carceraria, affrontando con determinazione  e autocontrollo momenti di tensione derivanti dalle inarrestabili notizie provenienti dai social che incessantemente divulgavano il pathos ed il trambusto delle sommosse. Sin da subito ci siamo messi in azione, lavorando instancabilmente giorno e notte, ed il personale tutto si e prodigato con senso del dovere, partecipazione e disponibilità davvero encomiabile ed immaginabile. Abbiamo adottato, con un lavoro esemplare di squadra, tecniche operative per innalzare ancor di più i livelli di sicurezza e nel contempo abbiamo dato spazio alla formazione e all’addestramento escogitando, congiuntamente all’allora questore di questa città, un piano immediato d’intervento volto a contrastare l’eventuale insorgenza di episodi di sommossa. Contemporaneamente abbiamo anche deciso di instaurare con la popolazione detenuta modalità di comunicazione diretta e quotidiana per renderli edotti, senza utilızzare alcun filtro, sulle restrizioni messe in atto a causa della grave situazione epidemiologica. Sicuramente questo flusso di comunicazione costante da un lato ha sortito feedback positivi da parte dei detenuti, dall’altro ha altresì consentito di fronteggiare taledelicata situazione ‘con un impegno composto da atteggiamenti di fermezza e umanità, così come ha ricordato il Presidente della Repubblica nel messaggio diauguri durante la festa nazionale».

Il focolaio

«Successivamente abbiamo trattato, con tutte le cautele del caso, la prima fase del periodo emergenziale tutta da sperimentare, dove oltre all’adozione di misure restrittive di contenimento – ha proseguito – obbligatorie, si è dovuto anche procedere a modificare in tempi brevi la nostra organizzazione interna con non poche difficoltà, affinché fosse piùr ispondente alle direttive emanate dall’amministrazione penitenziaria. Mi riferisco ai colloqui visivi dei detenuti mediante videochiamata, all’implemento dei colloqui telefonici, al dover assicurare la partecipazione dei detenuti alle udienze in tribunale con metodologie nuove e con piattaforme tradizionali, ma soprattutto siamo stati in costante contatto con le autorità giudiziarie, nella prima fase emergenziale, per decongestionare l’istituto al fine di prevenire e contenere il diffondersi del contagio. Ma detto ciò purtroppo si era solo all’inizio di un lungo percorso, e il più doveva ancora presentarsi. Difatti alla fine del mese di ottobre 2020, con l’inizio della seconda fase emergenziale nel nostro Paese, l’istituto ternano è stato colpito da un consistente focolaio epidemiologico che ha messo a repentaglio ben 75 detenuti appartenenti al circuito Alta Sicurezza nonché 11 unità di personale di polizia penitenziaria. Si è trattato di un focolaio importante sul territorio che, per la prima volta, interessava un istituto penitenziario della penisola».

La difficoltà ed i ricoveri

«Lo scenario – ha ricordato Gallo – è stato davvero devastante, e per certi versi anche piuttosto complicato. Si é dovuto tempestivamente far fronte a ben 9 ricoveri in ospedale, di cui 5 nel medesimo periodo; modificare, in corso d’opera e con incredibili sforzi operativi, sezioni detentive in reparti Covid-19 dove allocare i soggetti risultati positivi al virus. Voglio esprimere il più profondo ringraziamento al presidio sanitario Usl Umbria 2, in particolare a medici ed infermieri che si sono impegnati per garantire assistenza in un contesto così difficoltoso quale quello penitenziario e che personalmente, e lo dico in tutta franchezza, non avrei voluto mai affrontare».

«Momento superato da soli»

«Giungiamo quindi – ha sottolineato – al 13 dicembre 2020, data questa in cui si è negativizzato l’ultimo dei 75 detenuti. Pertanto, con profondo orgoglio possiamo sostenere di aver superato tale arduo momento da soli, ripeto da soli, dell’amministrazione penitenziaria. Ciò che voglio esprimere non sono osservazioni né provocatorie né denigratorie, ma alludo solo  a fatti oggettivi, cogliendo l’occasione per porre in evidenza il duro lavoro svolto. Ecco quindi il mio più vivo e sincero riconoscimento va a tutto il personale, tutti coloro i quali anche di fronte ad un rischio elevatissimo di contagio e di timore giustificato nei confronti delle proprie famiglie, ciò nonostante non si è mai tirato indietro. Anzi spesso è stato sottoposto a turni estenuanti, e ponendosi sempre in prima linea, è stato in ogni circostanza al mio fianco dimostrando alto senso del dovere, dedizione e sacrificio nella gestione intramuraria della popolazione detenuta di Terni. La campagna vaccinale anti-Covid nell’anno in corso è giunta anche tra le mura dell’istituto per il personale in servizio, come anche per la popolazione detenuta».

L’organizzazione ed i vaccini

Gallo ha ricordato che «sono state allestite postazioni vaccinali ed in tali operazioni si è proceduto ad affiancare il personale amministrativo e sanitario dell’Usl Umbria 2. La prima somministrazione è iniziata il 18 marzo scorso e si concluderà nei prossimi giorni con la seconda dose all’86% del personale in servizio, nonché al 78% della popolazione detenuta. Oggi che abbiamo toccato tali percentuali di vaccinazioni e con la conseguente immunizzazione di questa comunità penitenziaria ci si dovrà avviare al ritorno ad una vita penitenziaria ordinaria, pur nella consapevolezza che noi tutti dovremo adattarci ad un nuovo modo di vivere, di lavorare e di creare modalità diverse di relazione. Un ringraziamento speciale va esteso immancabilmente agli organi di informazione locale che costantemente operano nel seguire la realtà del carcere e nel contempo comprendono il difficile e complesso lavoro che espleta la polizia penitenziaria, trasmettono al mondo esterno la giusta immagine del Corpo». Osservato un minuto di raccoglimento e di preghiea per i 13 agenti che hanno perso la vita a causa del Covid per l’adempimento del proprio dovere.

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