Incendio Ferrocart, Arpa: «Innalzamento diossine evidente»

Terni – Aggiornamento in seguito al rogo in via Vanzetti: «Ha raggiunto il picco di 100 fgTEQ/m3 il 20 febbraio». Giovedì ulteriori dati e possibili provvedimenti

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«Il parametro sicuramente più significativo è quello delle PCDD/F (diossine) di solito riscontrabili, in maniera abbondante, nei processi di combustione incontrollata. Le concentrazioni rilevate nel particolato raccolto in prossimità dell’incendio e durante lo sviluppo dello stesso, sono elevate e indicative del fatto che queste sostanze si sono sviluppate e diffuse in ambiente, ma non rappresentative della effettiva esposizione della popolazione». Lo scrive Arpa Umbria nel tardo pomeriggio di mercoledì nell’aggiornare i dati sulla qualità dell’aria dopo l’incendio che ha coinvolto l’impianto di trattamento rifiuti della Ferrocart nella giornata di domenica.

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Metalli e inquinanti

Arpa Umbria specifica in premessa che «per definire la presenza di metalli e inquinanti in atmosfera a seguito dell’incendio, sono stati esaminati i filtri provenienti dalla centralina fissa della rete regionale di monitoraggio della qualità dell’aria (QA) di Maratta e dalla centralina mobile Echo Emergency. Per quanto riguarda le concentrazioni dei metalli (nichel, arsenico, cadmio e piombo) nel particolato atmosferico prelevato a Maratta in prossimità dell’incendio con campionatore Echo Emergency e campionatore Seam della centralina di qualità dell’aria (QA) si è registrato un leggero innalzamento solo per il particolato raccolto in prossimità dell’incendio con campionatore Echo Emergency, restando comunque al di sotto dei valori limite/obiettivo riportati nella normativa di riferimento (D.Lgs 155/2010). I dati sono stati confrontati con i riferimenti normativi (D.Lgs 155/2010), con i dati medi relativi al triennio 2019-2021 e con quelli delle giornate immediatamente precedenti all’incendio».

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Diossine: «Evidente innalzamento»

L’Agenzia passa poi alla concentrazione di Ipa (idrocarburi policiclici aromatici) «con particolare riferimento al Benzo(a)pirene; non sono stati riscontrati particolari scostamenti rispetto ai parametri di riferimento. Lo stesso vale per i PCB (policlorobifenili)». Quindi la parte più rilevante: «Il parametro sicuramente più significativo è quello delle PCDD/F (diossine) di solito riscontrabili, in maniera abbondante, nei processi di combustione incontrollata. A questo proposito i risultati più utili sono quelli provenienti dalle centraline di QA. Nella tabella 2 sono riportati i dati relativi al particolato raccolto in prossimità dell’incendio (Echo Emergency) e i dati delle centraline di QA, che sono stati confrontati con i valori medi del triennio 2019-2021 e con quelli delle giornate immediatamente precedenti all’incendio. È evidente l’innalzamento dei livelli di PCDD/F specie nelle postazioni di Carrara e Le Grazie sicuramente riconducibile all’evento accidentale, che ha raggiunto il picco di 100 fgTEQ/m3 nella giornata del 20 febbraio. Da segnalare che già il 21 febbraio, giorno successivo all’incendio, il livello di tale parametro è sceso a 50 fgTEQ/m3. Per quanto riguarda il confronto con i riferimenti normativi, questo è possibile solo per il per Benzo(a)Pirene per il quale è previsto un valore obiettivo di 1 ng/m3 espresso come media annua (D.Lgs 155/2010). Per le PCDD/F (diossine) non ci sono limiti di riferimento in atmosfera in quanto questa non rappresenta la principale via di esposizione per l’uomo. La diossina infatti viene assimilata dall’uomo attraverso la catena alimentare. In Italia la commissione tossicologica consultiva nazionale – prosegue Arpa Umbria – ha espresso un limite massimo ammissibile per PCDD/F (diossine) in aria ambiente di 40fgI-TEQ/m3 e di 120fg I-TEQ/m3 in ambienti di lavoro. La commissione tedesca (Lai), considerata la bassa assunzione inalatoria di PCDD/F, ha proposto un limite di 150 fg WHO-TEQ/m3 della somma PCDD/PCDF+PCBdl».

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Giovedì altri risultati

La valutazione prosegue: «Sono ancora in corso di analisi i filtri di particolato atmosferico della postazione Le Grazie, ritenuta la più rappresentativa della qualità dell’aria della conca ternana, nelle giornate successive all’incendio nonché delle deposizioni atmosferiche raccolte a Carrara, Le Grazie, Borgo Rivo e Maratta. I dati ricavati da tale analisi saranno di grande utilità per verificare il ripristino delle condizioni di normalità della qualità dell’aria e per comprendere l’entità della ricaduta ambientale delle sostanze che si sono sviluppate. Nella giornata di domani questi primi dati, integrati con quelli provenienti dall’analisi delle deposizioni al suolo, verranno valutati insieme alla Asl, al fine di determinare eventuali provvedimenti a tutela della salute delle persone».

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