Infrastrutture: «Terni rischia isolamento»

Il consigliere comunale Enrico Melasecche (I love Terni) lamenta scarso interesse da parte della Regione per la bassa Umbria e poca partecipazione del sindaco di Terni

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Enrico Melasecche

di Enrico Melasecche
Consigliere comunale di ‘I love Terni’

Se la cosa non fosse terribilmente seria ci sarebbe da fare grasse risate. A Perugia, su iniziativa del sindaco si discute dei nuovi investimenti di Anas e Regione sulle infrastrutture per rompere l’isolamento dell’Umbria verso l’Adriatico e verso il Tirreno ma anche di opere all’interno del territorio regionale. Presente l’amministratore delegato dell’Anas e la presidente della Regione Marini. Presiede il convegno la mattina il sindaco di Perugia, il pomeriggio quello di Assisi. Altri miliardi si investono sulla Fano Grosseto, sulla E45, sul completamento del Quadrilatero e soprattutto sui collegamenti con le Marche. Trapela la notizia che l’Anas farà sulla E 45 addirittura uno svincolo dedicato all’ospedale di Pantalla.

L’Umbria da tempo termina a Todi. Non si parla di date relative allo sblocco della Orte-Civitavecchia, essenziale porto del Tirreno per la nostra industria e per il nostro turismo, non si parla del casello di Orte per facilitare i flussi in ingresso e in uscita per l’Umbria meridionale da Roma, non dei miglioramenti nel collegamento di Terni verso il passo della Somma per Spoleto-Foligno e l’Adriatico, non si parla della bretella Ast-San Carlo né delle date di completamento della Terni-Rieti verso il Lazio. Ma gli interessi di Terni chi li tutela?

Visto che si parla di infrastrutture dell’Umbria verso il Tirreno e l’Adriatico il nostro sindaco non compare neanche nell’elenco degli invitati tanto per occupare uno strapuntino. Probabilmente è impegnato a prescrivere aspirine ed antibiotici in questa stagione particolarmente fredda nel suo ambulatorio o, peggio ancora, sembra stia discutendo con gli avvocati di come aumentare le imposte e le tariffe per attivare il famigerato fondo di rotazione per rimanere lui al governo della città.

Personalmente sono indignato. Indignato dalla abulia del nostro primo cittadino che si ostina a rimanere a Palazzo anche se non ne ha voglia e non sente, ammesso che l’abbia mai sentita, la responsabilità del ruolo che da oltre otto anni ricopre. Siamo anche abbandonati dalla solita Regione totalmente strabica.

Credo venuto il momento che i diecimila ternani andati al Liberati per il derby vengano quanto prima a palazzo Spada per spiegare a Di Girolamo che la delega allo sviluppo economico è inutile tenersela stretta se non la esercita. Dovrebbe dimettersi non solo e non tanto per le sue complesse vicende giudiziarie relative al percolato e agli appalti ma sopratutto per non essere in grado di tenere in mano il timone di questa città in una fase in cui, anche per sua colpa, Terni è in ginocchio e non è certo lui in grado di risollevarla.

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