La morte di Samuele, parla la trans Patricia: «Ecco com’è andata»

Ontervistata da ‘La Nazione’, mostra le tumefazioni del volto e ammette: «Gli ho stretto le mani attorno al collo, ma solo per difendermi»

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Il quotidiano ‘La Nazione’ ha rintracciato Pineiro Reis Duarte Hudson – la trans ‘Patricia’, formalmente accusata dell’omicidio volontario di Samuele De Paoli, martedì sera, a Sant’Andrea delle Fratte, periferia di Perugia -, pubblicandone le foto e il racconto completo. Contenuti legati in parte all’interrogatorio reso dalla 43enne, seppur con qualche dettaglio in più.

LA DEPOSIZIONE DI ‘PATRICIA’ IN QUESTURA

«L’ho lasciato vivo, volevo tornare lì…»

Intervistata da Erika Pontini e Valentina Scarponi, che l’hanno incontrata in un appartamento di piazza del Bacio, Patricia ricorda quei momenti concitati, spiegando di non essersi fermata a soccorrere il ragazzo caduto per paura di essere nuovamente picchiata: «Io ero piena di sangue, sono scappata, poi quando sono tornata a casa ho avuto il pensiero di tornare da lui, ho chiamato il mio autista per chiedergli di andare a vedere, ma mi ha risposto di lasciar perdere che secondo lui se ne era andato».

Morte di Samuele, interrogata una trans: «Abbiamo litigato, ma l’ho lasciato vivo»

«Mi ha fatto paura, mi sono difesa»

«All’inizio mi ha messo un po’ di paura: era strano, si vedeva dagli occhi, penso avesse assunto droga. In auto c’era un barattolo strano e una Ceres (…) mi ha portata in una zona buia e isolata». Poi il litigio. «Mi ha presa per i capelli, ha cominciato a prendermi a botte, sul viso e qui sulle costole con una mazza». Quindi ammette: «Sì, gli ho messo le mani al collo (sul corpo di Samuele sono stati trovati dei lividi in quel punto; ndr) perché mi aveva preso per un braccio. Era magro ma molto forte, ho lottato per proteggermi».

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