Morte di Samuele, interrogata una trans: «Abbiamo litigato, ma l’ho lasciato vivo»

Perugia – Resta in piedi l’accusa di omicidio volontario ma la 43enne è a piede libero: «Siamo caduti nel fosso e sono scappata per paura». Fondamentale l’autopsia

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di P.C.

Una violenta colluttazione con una trans brasiliana, nome d’arte Patricia, scoppiata prima in macchina – la Panda rossa trovata sul posto – poi all’esterno. Quindi la caduta. Con Samuele che ha la peggio e Patricia che si allontana impaurita, con quattro costole rotte e diverse ferite. Chiama un amico, si fa accompagnare a casa. Intanto Samuele resta lì, in quel fosso, chiede aiuto ma nessuno lo ascolta. Lo troverà un runner il mattino dopo. Morto.

IL DOLORE DELLA COMUNITÀ DI BASTIA UMBRA

L’interrogatorio nella notte

Questo è quanto ricostruito circa le ultime ore della vita di Samuele De Paoli, stando all’interrogatorio della 43enne, ascoltata fino alle 3 di questa notte dagli uomini della squadra Mobile di Perugia, diretta da Gianluca Boiano, che di fatto ha risolto il caso in poco più di 12 ore, al termine di un’intensa attività investigativa coordinata dal procuratore Giuseppe Petrazzini. Fondamentali le telecamere della zona, che hanno consentito di individuare sia la trans – vista salire in auto – sia la persona che poi è venuta a recuperarla dopo la colluttazione. Dopodiché è bastato poco per risalire alla brasiliana. Finito l’interrogatorio, Patricia – a cui non sono state, per ora, applicate misure cautelari – è andata in ospedale.

Fondamentale l’autopsia

Si è subito capito grosso modo cosa fosse successo. Ora però sarà decisiva l’autopsia sul corpo del ragazzo, in programma sabato (i medici legali incaricati sono Mauro Bacci e Sergio Scalise). Servirà per individuare con precisione le cause della morte e quindi per capire se ci sia stata diretta consequenzialità tra la colluttazione e il decesso, visto che, a parte una leggera ecchimosi attorno al collo, sul corpo del 22enne di Bastia non ci sono segni di colpi mortali. In virtù degli elementi che emergeranno dall’esame autoptico, la procura di Perugia deciderà se confermare l’accusa di ‘omicidio volontario’ (questo al momento il titolo sul fascicolo), con probabile applicazione di misure cautelari personali, oppure derubricare l’ipotesi.

La ricostruzione di Patricia

«Mi ha picchiata, prima in macchina, poi anche fuori, ha usato un bastone, poi siamo caduti nel fosso, io mi sono alzata e sono scappata, lui è rimasto lì, ma era vivo…». Queste, in estrema sintesi, le dichiarazioni della trans 43enne che si prostituisce in zona Sant’Andrea delle Fratte. Ha raccontato di essere stata caricata in macchina, nella Panda rossa, poco prima delle 21 di martedì sera. Lo confermano le immagini. E l’orario combacia con la ricostruzione dei movimenti di Samuele, che ha lasciato intorno alle 20 l’abitazione di Perugia dove, insieme ad amici, avrebbe consumato alcol e droga: a riferirlo sarebbe stato lui stesso alla trans, che lo ha poi riportato agli inquirenti.

Il litigio in macchina

«Mi ha portata in un posto che non conoscevo», ha detto Patricia. Lì hanno consumato un rapporto sessuale, come era apparso chiaro dalla presenza di preservativi, ritrovati sia in macchina che all’esterno. Poi qualcosa è andato storto. Il ragazzo non gradisce qualità e modalità del rapporto, racconta lei ai poliziotti (usando evidentemente meno giri di parole). Comincia a picchiarla, la strattona, le tira i capelli (nell’abitacolo sono state ritrovate ciocche e residui di sangue). La trans – racconta – prova a scappare, ma il ragazzo la colpisce anche fuori dall’abitacolo. Si difende, lo colpisce a sua volta. E insieme cadono nel fosso. Lei scappa, lui rimane lì.

«Ricostruzione congruente»

Sentito da umbriaon.it, l’avvocato della 43enne – Francesco Gatti del foro di Perugia, presente all’interrogatorio – parla di una «ricostruzione ritenuta congruente» con i rilievi effettuati. Chiaro che – anche nel caso in cui l’autopsia provasse una correlazione fra i colpi subiti e la morte di Samuele – la tesi della difesa sarà quella della legittima difesa. Perito di parte è il medico legale Cinzia Verdelli.

La famiglia di Samuele: «La vittima è Samuele»

Nel frattempo anche la famiglia della vittima ha incaricato un legale – Valter Biscotti – per tutelare la memoria del giovane e per chiedere giustizia. «Domani (venerdì; ndr) andrò in procura – dice ad umbriaon.it l’avvocato Biscotti – poi aspettiamo l’autopsia che mi risulta sarà eseguita da due professionisti di chiara fama, per cui non riteniamo di dover nominare un perito di parte». Nessun commento sulle dichiarazioni della trans: «Ho forti perplessità sul tenore del racconto della persona indagata, sembra quasi che sia essa la vittima, invece la vittima è Samuele». 

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