Clinica a Terni? I luoghi in ballo. Intanto regna la cautela, anche a Perugia e Foligno

Sanità – Si attende il giudizio del ministero della Salute dopo l’atto della Regione. Fiorelli (M5S) critico: «Delibera confusionaria»

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di S.F.

L’area rossoverde

«Scusi, ma la fonte qual è?». La cordiale chiamata in redazione arriva da Foligno nel primo pomeriggio di lunedì 2 gennaio e riguarda un dettaglio sulla nuova programmazione della rete ospedaliera regionale e l’offerta dei posti privati, vale a dire la scritta ‘disattivata’ – al 1° gennaio 2022, si parla di convenzionamento – accanto alla struttura Santo Stefano. È solo una curiosità per far capire che ovunque, anche nel Perugino, al momento si resta in ‘allerta’ su ciò che accadrà effettivamente nelle prossime settimane: si attendono certezze che, giocoforza, potranno arrivare dopo l’ok del ministero della Salute ed il nuovo passaggio in giunta. Chiaro che il mirino sia soprattutto sulla novità per il Ternano considerando che mai, per quanto assurdo possa sembrare, era stato fatto un calcolo per l’assegnazione di posti accreditabili. Come noto ci sarebbero già due location pronte per ospitare una clinica in città.

3.280 POSTI LETTO IN UMBRIA, 95 ACCREDITABILI NEL TERNANO
RIEQUILIBRIO E PROGRAMMAZIONE, IL DOCUMENTO INTEGRALE

«CONVENZIONAMENTO DETERMINATO DA REALI FABBISOGNI», LA SPECIFICA
DA NON DIMENTICARE IL TAR

Via Ippocrate

L’attesa

In questa fase nessuno si vuole esporre più di tanto, fatta eccezione – ma per lui non è una novità, vale anche per altre tematiche di rilievo come Universo Pane e Treofan – per il presidente della Ternana Stefano Bandecchi: l’imprenditore livornese nei giorni scorsi ha rilanciato su stadio e clinica dopo la delibera firmata dalla Tesei il 30 dicembre, con focus sul futuro bando che dovranno impostare da palazzo Spada. Nel caso rossoverde l’area individuata è quella tra via XX Settembre e via Prati, ormai al centro dell’attenzione da un quinquennio e oltre. Dall’altro c’è la ‘famosa’ autorizzazione a costruire una casa di cura da 82 posti letto sponda Cidat: è in un’area contigua l’attuale struttura sanitaria che, da quanto risulta, verrebbe realizzata la clinica. Per il resto al momento non sembrano esserci certezze. Il tema è estremamente complesso a livello normativo ed a stretto giro è atteso il giudizio del ministero. Possibile che i 95 posti inseriti nella preadozione del piano diminuiscano? C’è chi lo crede, ma si vedrà.

Fiorelli (M5S): «Nemmeno un posto in meno a Perugia, un regalo»

Sul tema interviene il consigliere comunale del M5S Terni, l’anestesista Claudio Fiorelli: «Altro che riequilibrio territoriale, nemmeno un posto in meno a Perugia. La destra sbandiera un trionfalismo di facciata, ma si tratta dell’ennesimo passo verso lo smantellamento della sanità pubblica, senza nessun impegno concreto per il territorio. Abbiamo aspettato e voluto leggere bene le carte prima di esprimere un giudizio sulla delibera di giunta regionale del 30 dicembre 2022. Delibera sulla quale la maggioranza di centrodestra ha subito cantato vittoria parlando di riequilibrio tra Terni e Perugia sul lato delle convenzioni della sanità pubblica con i privati. Le cose in realtà non stanno esattamente così. Cominciamo col dire, innanzitutto, che la delibera è piuttosto confusionaria, presenta diversi refusi e, perfino, errori nei calcoli; è scritta – le parole dell’esponente pentastellato – in maniera caotica e non è semplice capire esattamente ciò che è stato fatto. Di sicuro si comprende che non siamo di fronte a un vero e proprio riequilibrio. I posti accreditati nell’Ausl Umbria 1 restano invariati, mentre in Ausl Umbria 2 (che non significa necessariamente Terni) vengono depennati posti letto in capo al servizio pubblico, soprattutto sul versante riabilitativo, per fare posto ad un presunto ricorso al privato. Tale modo di fare, che deve essere comunque sottoposto ad un’autorizzazione del Ministero che ancora non c’è e che non è scontata, è quindi sbagliato nella forma e nella sostanza. Come M5S ribadiamo il concetto che non siamo a priori contrari ad una clinica privata ma certo non a spese del pubblico, cosa poco chiara nel documento presentato. Nessuna convenzione con le altre strutture private è permanente. Quando, e se, ci sarà una richiesta di convenzionamento da parte dell’Ausl 2, la Regione – chiude – dovrà valutarne l’effettiva esigenza in un contesto territoriale e provvedere a rimescolare le carte».

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