‘Lontano da tutti’, vicenda Ast al cinema

Terni, a febbraio uscirà il quarto film di Andrea Sbarretti: «Le vicissitudini degli operai dell’acciaieria nell’estate 2014, in particolar modo del 60enne Luigi»

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La locandina

La locandina

di Fra.Tor.

«Finalmente ci siamo – annuncia il regista ternano Andrea Sbarretti – a febbraio uscirà il mio quarto film dal titolo ‘Lontano da tutti’, in cui torno a parlare della lunga, triste e devastante vicenda Tk-Ast».

IL TRAILER DEL FILM

Iniziano gli scioperi

Iniziano gli scioperi

La storia Il regista ternano, nella sua quarta pellicola, racconta infatti le vicissitudini degli operai dell’acciaieria nell’estate 2014. In particolar modo si sofferma sulla scelta di un 60enne, Luigi, ormai prossimo alla pensione, di accettare la buonuscita offerta dalla fabbrica per dimettersi. L’uomo, vedovo e con una figlia ormai grande, Liù, decide quindi di lasciar spazio ai giovani e deluso dai governi che si sono succeduti negli ultimi anni, lascia la città dove è nato, per andare a vivere in completa solitudine lontano da tutti, ovvero nelle montagne tra Leonessa e Polino, a Colle Bertone.

L’INTERVISTA AD ANDREA SBARRETTI – IL VIDEO

Sul set del film

Sul set del film

Minimalista «Il film è una ricostruzione capillare delle atmosfere, più che una ricostruzione dei fatti», spiega Sbarretti. «È un film lento, con poche musiche. Minimalista. Un’attenzione particolare è dedicata al clima, al susseguirsi delle stagioni. La storia, infatti, va dal 3 luglio 2014, giorno in cui per la prima volta venne bloccata la superstrada, al 26 dicembre dello stesso anno. In quell’occasione è stata anche girata una scena a Castelluccio di Norcia. Nel film appare com’era prima che il sisma lo danneggiasse in maniera, forse, irreparabile».

Andrea Sbarretti al lavoro

Andrea Sbarretti al lavoro

Lungo lavoro Anche Andrea Sbarretti ha lavorato in acciaieria. «Era il 1995 quando sono entrato a lavorare nella fabbrica a Saronno. Ci sono stato per sei mesi, poi il clima non era dei migliori, si lavorava in condizioni che a me non piacevano e quindi mi sono licenziato. In qualche maniera mi ritrovo nella storia di Luigi». Ci sono due ‘prime volte’ di Sbarretti in questo film: «Una riguarda la scelta di girare l’intero film da solo, senza il sostegno di una troupe, l’altra è quella di recitare, cosa che prima avevo fatto solamente nei cortometraggi». Dopo tre anni di lavoro, in cui la storia ha subito delle metamorfosi, Andrea Sbarretti può finalmente dire: «Ci siamo, ci vediamo a febbraio».

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