Montecastrilli, bagarre politica sul maltempo

Il gruppo ‘Montecastrilli Siamo Noi’ in tackle sull’esponente della Lega Accorroni: «Ci aspettavamo unanimità per la richiesta dello stato di emergenza e calamità». La replica

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Gli esponenti del gruppo consiliare ‘Montecastrilli Siamo Noi’ contro l’esponente della Lega Sabina Accorroni. Tema: la ‘bomba d’acqua’ dello scorso 8 giugno che ha colpito anche il comune del Ternano e la richiesta dello stato di emergenza e calamità. Il nodo politico riguarda la non unanimità registrata lunedì scorso.

IL MALTEMPO DI INIZIO GIUGNO ED I DISAGI

L’attacco: «Ci aspettavamo l’unanimità»

Il mirino è puntato sull’esponente del ‘Carroccio’: «Il gruppo consiliare ‘Montecastrilli Siamo Noi’ è lieto di constatare che a livello regionale sia le forze di maggioranza che di minoranza si stanno muovendo tempestivamente verso l’obiettivo comune di veder approvato lo stato di emergenza e i finanziamenti necessari per risanare i danni subiti nei territori interessati incluse attività produttive e cittadini. Con questo stesso spirito finalizzato a dare risposte concrete alle esigenze del territorio, mettendo da parte la diatriba politica, come consiglieri abbiamo elaborato con la maggioranza un ordine del giorno condiviso che è stato inviato all’attenzione della presidente Tesei e delle istituzioni interessate al fine di chiedere, con un’unica voce, aiuti concreti per le nostre comunità, parimenti a quanto fatto, all’unanimità, dal consiglio comunale di Avigliano Umbro. Unanimità – proseguono – che ci saremmo aspettati anche nella nostra assemblea consiliare ma non sopraggiunta per astensione della consigliera Accorroni, rappresentate della Lega sostenuta in campagna elettorale anche da Forza Italia, partiti di maggioranza del governo regionale che è ora chiamato ad esprimersi (ci auspichiamo favorevolmente). Forze politiche che si sono già spese con sopralluoghi ed audizioni in commissioni regionali aperte ai rappresentanti delle comunità interessate».

«Evento straordinario e imprevedibile? In parte»

La risposta/spiegazione del consigliere leghista arriva pochi giorni dopo: «Nel consiglio del 22 giugno per il sindaco Angelucci, per la maggioranza e per la lista civica di minoranza ‘Montecastrilli Siamo Noi’ l’alluvione dell’8 giugno è stata un evento straordinario ed imprevedibile, ma per la sottoscritta lo è solo in parte. Per il sindaco Angelucci dovevano essere tutti uniti, maggioranza e le due minoranze, per chiedere lo stato di calamità naturale alla regione, poi, come è successo nelle quattro precedenti alluvioni, assegnare gli aiuti a sua discrezione, a pochi meno che a quelle aziende limitrofe al torrente della zona di Valle Molina. Quel torrente, che a dire del sindaco, riceve le acque in grande quantità da altri tre torrenti ma, a quanto afferma il tecnico che ha realizzato le ultime modifiche al nostro Prg (piano regolatore generale) pochi mesi prima questo ultimo catastrofico evento naturale, quel torrente non risultava mappato come dovuto nel piano d’ambito idrogeologico del fiume Tevere. Quando l’ho fatto presente nel consiglio comunale del 22 giugno, l’assessore ai lavori pubblici Ferrotti, un tecnico nel settore dell’urbanistica, ha spiegato a tutti che l’errore era da attribuire alla provincia di Terni che nel 2000 aveva realizzato il Ptcp con le sue zone a rischio alluvione, al quale il Comune aveva fatto riferimento per realizzare il suo primo Prg nel 2001. Un autentico autogol per la maggioranza di centrosinistra, perché di fatto ha attribuito l’errore al principale esponente di spicco del partito democratico, residente nel nostro comune Fabio Paparelli, che dal 2013 è consigliere regionale, ma nel 2011 era assessore alla provincia di Terni all’ambiente ed all’urbanistica, e precedentemente era stato consigliere comunale a Montecastrilli».

Focus sul passato

«Non si può dire – continua la Accorroni – che in tutta la sua carriera politica non sia stato a conoscenza di questo errore presente nel piano d’ambito regionale del fiume Tevere, nel Ptcp della provincia di Terni e quindi si dovrebbe chiedere a lui, insieme ai tre sindaci – Puliti, Raggi e Angelucci – come mai questo errore non è stato corretto dal 2010 in poi ed è stato segnalato alla provincia solo pochi giorni fa’, quando si erano già verificati quattro alluvioni in 28 anni. Chiaro che la responsabilità di questo gravissimo errore, che hanno pagato le aziende di valle molina, se lo devono spartire tra loro questi quattro personaggi di spicco del partito democratico e le maggioranze tutte di centrosinistra, dagli anni 90 in poi, mascherate da liste civiche. Il nostro Comune ha le casse vuote e non ha alcuna risorsa da destinare a quelle aziende, già in ginocchio per il covid-19 e che non erano ancora riuscite a recuperare le perdite subite durante le precedenti tre alluvioni. La Regione, se deciderà di assegnarci delle risorse da destinare a queste aziende, lo deve fare in piena trasparenza e sotto il diretto controllo dell’assessore regionale Melasecche, perché queste risorse che devono essere strettamente vincolate, non devono servire, come è stato fatto con la vendita del patrimonio comunale, per essere usate come anticipazione di cassa per anni per coprire i buchi anche di parte corrente, devono essere elargite a seguito di un bando in piena trasparenza, in tempi brevissimi, mettendo in prima fila le famiglie e le attività produttive e commerciali situate lungo l’argine del torrente in zona Valle Molina. Queste aziende nelle precedenti tre alluvioni sono state dimenticate e non hanno ricevuto un solo euro di aiuto. Chi ha sbagliato, non certo il buon Dio in questo caso, e sappiamo chi sono, dovrà ringraziare la regione Umbria se deciderà di intervenire al posto del nostro disastrato comune per decenni governato dalle maggioranze di centro sinistra guidate dalle stesse persone che non si erano accorte che quel torrente era pericoloso e che hanno ridotto il nostro comune sull’orlo del dissesto economico. Non mi sono dimenticata – conclude – delle aziende e delle famiglie di altre zone del nostro comune e dei comuni limitrofi, ma è evidente che quelle famiglie e quelle aziende di Valle Molina sono state ripetutamente vittime di queste alluvioni e non possono essere lasciate ancora per ultime».

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