Mercurio nel Paglia, scatta l’indagine

L’analisi sulle acque del fiume, affluente del Tevere, interessa Umbria, Lazio e Toscana. Sotto accusa le estrazioni dell’Amiata. Ganapini (Arpa): «Sversamenti ingenti»

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Il mercurio finito nel Paglia dopo le attività estrattive del monte Amiata può essere un pericolo per la salute? Non si sa. O, almeno, non si sa in che misura, visto che la tossicità è conclamata. Per saperne di più, la giunta regionale ha finanziato con 50 mila euro un nuovo piano di rilevamento da parte di Arpa Umbria, finanziamento che consentirà di continuare gli studi da tempo in corso sulla presenza di mercurio nel corso d’acqua, fra i principali affluenti del Tevere.

L’incontro di venerdì

Tutelare la salute La contaminazione da mercurio è pericolosissima: la sostanza, se ingerita in quantità elevate, attacca il sistema nervoso.. «Come istituzioni ci siamo fatti carico di approfondire in maniera organica e condivisa, per la prima volta, il fenomeno della presenza di mercurio nel Paglia in modo da poter disporre di tutti gli elementi per definire l’eventuale piano di bonifica o interventi più strutturali a tutela della salute umana e dell’ambiente», così l’assessore regionale all’Ambiente, Fernanda Cecchini, che ha illustrato motivazioni e obiettivi del piano nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno preso parte il direttore generale di Arpa (Agenzia per la protezione ambientale) Umbria, Walter Ganapini, il sindaco di Orvieto Giuseppe Germani, il direttore regionale all’ambiente Ciro Becchetti e il responsabile della sezione Ambiente, salute ed emergenza mercurio di Arpa, Giancarlo Marchetti.

Tre regioni coinvolte La problematica non interessa solo l’Umbria, considerando che il fiume attraversa anche Toscana e Lazio. Sul problema dell’inquinamento da mercurio è stato istituito un apposito tavolo tecnico istituzionale costituito da Ministero dell’Ambiente, Autorità di bacino del fiume Tevere, Regioni Umbria, Toscana e Lazio supportate dalle rispettive Arpa. Sono già stati fatti i primi studi ed emesse le prime ordinanze – da parte di Usl e Comuni – con il divieto di pesca sul fiume per consumo alimentare. «Per gennaio 2018 – ha promesso la Cecchini – contiamo di organizzare un confronto, con tutti gli enti e i soggetti interessati, sui primi risultati delle analisi».

«11 kg di mercurio all’anno nel fiume» «La Regione Umbria – ha sottolineato il direttore generale di Arpa, Walter Ganapini – ha dato prova di grande sensibilità attorno a un tema spesso sottovalutato e di cui si parla poco. Grazie a questi finanziamenti potremo andare avanti con il lavoro che Arpa ha avviato dopo aver riscontrato tracce di mercurio nei sedimenti del Paglia in prossimità dell’impianto di discarica ‘Le Crete’. Siamo grati particolarmente anche al sindaco di Orvieto, Germani, e al direttore dell’Alta Scuola, Endro Martini, che nel luglio dello scorso anno hanno dedicato al problema del mercurio un convegno con esperti e docenti delle Università di Firenze e Siena in cui, fra l’altro, sono stati evidenziati alcuni dati: in circa 140 anni, dal monte Amiata, sono state estratte circa 105mila tonnellate di mercurio nelle miniere di cinabro ed almeno 60 tonnellate di mercurio giacciono nei sedimenti fluviali. Circa 11 chilogrammi di mercurio all’anno sono portati nel Paglia».

«Servono i contratti di fiume» Le indagini sui sedimenti, sul suolo e sulle acque sono già state fatte. Si proseguirà ora, grazie al coinvolgimento dell’azienda sanitaria, sui pesci e sulle colture. A settembre verrà fatto un primo punto della situazione. «Dobbiamo capire bene la situazione e sapere quale è il livello di contaminazione da mercurio per decidere, su base scientifica, quali interventi effettuare – ha detto il sindaco di Orvieto, Giuseppe Germani – spero arrivi lo sblocco delle risorse nazionali da parte del Ministero dell’Ambiente, per 600 milioni di euro, per la realizzazione dei ‘contratti di fiume’, e dunque anche per il ‘contratto di fiume del Paglia’, con risorse importanti per la qualità del fiume».

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