Monti Sibillini, aquila uccisa a fucilate

La carcassa scoperta all’interno del parco

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Nuovo episodio nefasto legato al parco dei Monti Sibillini, in località Cascate del Rio di Montefortino. I tecnici e i carabinieri hanno trovato una carcassa di aquila – esemplare adulto – dopo che l’animale è stato ucciso a colpi di arma a fuoco: «Appariva parzialmente mummificata ad indicare un decesso avvenuto alcuni mesi fa in condizioni che ne hanno favorito il mantenimento». Poi le indagini.

L’UCCISIONE DI UNA RARA VIPERA

Il riscontro

La carcassa è stata trasferita all’ospedale veterinario universitario didattico di Matelica: «Seppur il suo stato di conservazione non abbia ancora consentito di accertare le cause di morte, si è potuto verificare mediante radiografia che nei tessuti dell’animale erano presenti quattro pallini di metallo riconducibili ad una cartuccia da arma da fuoco. Ulteriori approfondimenti diagnostici si stanno svolgendo presso il laboratorio dell’Istituto zooprofilattico sperimentale dell’Umbria e delle Marche. Quel che è certo è che qualcuno ha sparato a questo individuo, appartenente verosimilmente ad una delle cinque coppie attualmente nidificanti all’interno dell’area protetta. Si tratta, in 15 anni, del 3° caso accertato nel territorio del parco di aquile ferite con arma da fuoco, ma le altre due erano state curate e salvate, seppure condannate a vivere rinchiuse in una voliera. Con una apertura alare di oltre due metri, l’aquila reale – spiegano dal parco – è la vera regina dei cieli dei Sibillini. Oltre a costituire un indiscutibile elemento di valorizzazione del territorio, svolge un importante ruolo di regolatrice degli ecosistemi perché si nutre non solo di mammiferi ed uccelli ma anche di carcasse di animali, selvatici e non, contribuendo a ridurre il rischio di diffusione di malattie infettive. Sebbene non sia possibile stabilire se l’aquila ritrovata sia stata presa a fucilate all’interno del parco, tali atteggiamenti, sicuramente volontari e dolosi, non solo minacciano la sopravvivenza di questa specie, ma denotano stupida malvagità e noncuranza verso le più elementari norme di rispetto e tutela dell’ambiente, e vanno per questo denunciati ed esecrati per evitare che possano ripetersi».

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