Narni: centro migranti all’ex Spea? Bandecchi disponibile: «Se aiuta la Patria, noi ci siamo»

Fra le ipotesi vagliate nel summit a Perugia, c’è anche l’area di proprietà Unicusano che un tempo avrebbe dovuto ospitare Mirabilandia

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Ex Spea ad Unicusano per 1,5 milioni di euro. Bandecchi: «Ci sono tante possibilità»

Un Cpr – centro di permanenza per il rimpatrio – nell’area ex Spea di Narni Scalo? Sarebbe questa una delle possibilità vagliate dalle istituzioni per dare seguito a quanto deciso dal Consiglio dei Ministri che ha previsto almeno un Cpr in ogni regione italiana. A riportare la notizia è il Corriere dell’Umbria con un articolo a firma di Alessandro Antonini. Martedì a Perugia si è tenuta una riunione per vagliare le diverse ipotesi in campo – fra queste anche un’area prossima all’aeroporto di Foligno – e, secondo quanto dichiarato dal prefetto di Perugia Armando Gradone al quotidiano, la fase attuale è di «esplorazione e approfondimento. Poi le soluzioni individuate verranno sottoposte al Governo». Fra queste, come accennato, ci sarebbe l’ex Spea di Narni – o almeno una sua parte – anche in ragione della disponibilità offerta da Stefano Bandecchi, sindaco di Terni, che quell’area (anni fa in ballo anche per ospitare il parco giochi Mirabilandia, ipotesi poi naufragata, ndR) l’ha acquistata nei mesi scorsi attraverso Unicusano, per farci – era stato annuciato – un centro sportivo di primo livello. «Non parlo da sindaco per non mettere in difficoltà il collega di Narni – ha detto Bandecchi al CdU – ma posso dire che sono disposto a mettere a disposizione parte di quell’area, che è molto grande, per questa emergenza. Se serve per aiutare la Patria, non c’è problema». La leva per tale soluzione sarebbe anche la linea che lo stesso Bandecchi tiene sul fronte dell’accoglienza dei migranti: «Già lo so – ha dichiarato il primo cittadino di Terni martedì all’Ansa – che la mia proposta non andrà bene né alla destra, che non conosce la parola ospitalità e difende una presunta ‘purezza’ degli italani, nè alla sinistra perché voglio far lavorare gli immigrati. Ma io tiro dritto perché sto al centro e il resto non mi interessa. Non ci trovo nulla di strano nel metterci a disposizione, come città, di fronte ad un problema di portata nazionale come questo. Diciamo a tutti i partner europei che devono farsi carico e accogliere e poi noi ci rifiutiamo? Noi intanto dobbiamo attivarci per risolvere le cose e decidere con l’Europa qual è la linea migliore. Terni – ha detto Bandecchi – può accogliere alcune di queste persone. Ma va chiarito un concetto: lo Stato gli dà da mangiare e dormire, noi vogliamo utilizzarle per effettuare i lavori che servono nella nostra città. Ho sempre detto di essere favorevole al ‘lavoro di cittadinanza’, bene, questo invece è il ‘lavoro di integrazione’. Li accogliamo ma per farli lavorare». L’ipotesi è ovviamente destinata a suscitare reazioni e prese di posizione politiche, istituzionali e forse pure civiche. Intanto però è stata formulata e per la scelta definitiva, l’orizzonte temporale è di un paio di mesi.

Cosa è

I Centri di permanenza per il rimpatrio sono strutture pubbliche destinate al trattenimento dei cittadini extracomunitari – il limite temporale massimo è passato da 6 a 18 mesi – già destinatari di provvedimenti di espulsione o rimpatrio e in attesa dell’esecuzione del provvedimento. In Italia ce ne sono una decina, non tutti operativi. Di recente il Consiglio dei Ministri ha inteso definire una linea che prevede un Cpr in ogni regione ed entro un paio di mesi l’elenco delle strutture possibili verrà vagliato dall’esecutivo. La preferenza va ad aree esterne ai centri urbani e facilmente raggiungibili attraverso le principali vie di comunicazione.

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