Nuova Provincia Terni-Spoleto: «Nessuna richiesta dai Comuni»

Interrogazione di De Luca (M5S): «Entrambe hanno bisogno di un’integrazione infrastrutturale, non si rende conto». Fioroni: «Mi preoccupo più di altro»

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Il riequilibrio della Regione Umbria con la nuova provincia Terni-Spoleto. In estrema sintesi è questo l’oggetto di un’interrogazione presentata dal consigliere regionale del M5S, Thomas De Luca: martedì mattina all’input dell’esponente pentastellato ha risposto l’assessore allo sviluppo economico di palazzo Donini, Michele Fioroni.

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L’INTERROGAZIONE COMPLETA DI DE LUCA

Thomas De Luca

L’input

De Luca, dopo aver spiegato gli aspetti positivi di un passaggio del genere, ha chiesto se la giunta a guida Tesei avesse intenzione «di avviare un percorso partecipato e aperto a tutta la comunità regionale, sostenendo in primo luogo un confronto con le amministrazioni locali per un riordino istituzionale delle Province umbre». Obiettivo? Avere «una regione policentrica e non più a due velocità». Nell’atto il consigliere M5S sottolinea che ci sarebbero vantaggi per l’intera regione con un’integrazione tra Terni e Spoleto; inoltre entrambe «hanno comuni necessità di ammodernamento e integrazione infrastrutturale a partire dall’alta velocità Roma-Ancona, alla SS3 Flaminia, alla Tre Valli Valnerina-Spoleto-Acquasparta; il riequilibrio delle Province sarebbe un enorme vantaggio per la quella di Perugia di fronte alle difficoltà di gestione di una Provincia troppo vasta quasi 700.000 abitanti con un’estensione di 8.456 km²». Il risultato finale ipotizzabile di questo riequilibrio sarebbe: Provincia di Perugia: 590.192 ab. (da 664.155) e una superficie di 4.852 km² (da 6.334 km²); Provincia di Terni-Spoleto: 308.549 ab. (da 234.586) e una superficie di 3.604 km² (da 2.122 km²). «Dunque da 1/4 degli abitanti e 1/5 della superficie umbra, la Provincia di Terni andrebbe a gestire 1/3 degli abitanti umbri (praticamente la metà dei residenti nella provincia di Perugia) su una superficie che rappresenterebbe almeno il 40% dell’intera superficie regionale», viene evidenziato.

Michele Fioroni

Fioroni: «Dai Comuni nulla. Centro Italia terra di nessuno»

L’esponente dell’esecutivo Tesei ha risposto con un paio di riflessioni: «Per modificare l’assetto territoriale – la replica di Fioroni – delle Province l’articolo 133 della Costituzione indica che sono stabiliti con leggi della Repubblica su iniziative dei Comuni dopo il parere della Regione. Ad oggi alla Regione non risultano richieste di parte di alcun Comune né sono attivati iter volti al mutamento delle circoscrizioni provinciali. Sarebbe straripante un’iniziativa assunta da un soggetto diverso. Mi permetto di fare un ragionamento: in questo momento – ha aggiunto – ritengo che in una regione piccola come l’Umbria la preoccupazione dovrebbe essere che stiamo assistendo in maniera generalizzata ad una polarizzazione degli investimenti pubblici, da un lato spingendo il nord produttivo del Paese e dall’altro sostenendo resilienza e crescita del sud Italia. Ora il centro Italia sta diventando terra di nessuno, con situazioni sperequative anche pericolose. Sono più preoccupato di ragionare su questo piuttosto che focalizzarmi su una criticà interna in una regione che, ahimé, nonostante una capacità di tenuta migliore in questo periodo rispetto ad altre regioni ha dei dati che da anni la spostano verso il sud Italia», ha concluso.

De Luca: «Venga con me, si renderà conto»

Infine la risposta del consigliere M5S: «Qualora dovesse avere bisogno di una struttura ospedaliera non dovrà rivolgersi all’ospedale di Narni o Amelia. Quando viene in consiglio regionale non ci mette due ore per ritrovarsi su infrastrutture totalmente da Paese non civile. Lei per avere udienza da un ufficio regionale non deve raccogliere attenzione da situazioni labirintiche. Capisco che lei non si renda conto ciò che accade in determinati territori: venga con me – l’invito – ad immedesimarsi in ciò che significa aprire un’impresa a Spoleto o vivere da pendolare in Valnerina. Avrebbe una consapevolezza diversa di ciò che era questa interrogazione. Il ruolo della Regione c’è perché deve esprimere un parere. Serve fare un ragionamento ampio sul tutto il territorio regionale per un riequilibrio sui servizi».

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