Omicidio Meredith: lo sfogo del giudice

Massimo Zanetti, oggi a Terni, il 3 ottobre del 2011 era fra i giudici che assolsero Amanda Knox e Raffaele Sollecito in appello

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«Il destino degli altri in quel momento è nelle nostre mani e non è barattabile con la comodità di avere una carriera più agevole. Ciò non toglie che a volte ti porti dentro un peso e una sofferenza. Un peso che io, oggi, non ho più». Questo lo sfogo di Massimo Zanetti, oggi presidente della sezione penale del tribunale di Terni, ai microfoni del Tg1 Rai. Il 3 ottobre del 2011 era giudice a latere della corte d’assise d’appello di Perugia che assolse Amanda Knox e Raffaele Sollecito dall’accusa di aver ucciso Meredith Kercher.

Sentenza ‘riabilitata’ Alla luce del pronunciamento della Cassazione che venerdì scorso ha annullato la condanna inflitta in seguito dalla corte d’assise d’appello di Firenze, oggi quella sentenza di assoluzione viene in qualche modo ‘riabilitata’ dopo tante critiche e attacchi pesanti. E Massimo Zanetti lo ha detto senza peli sulla lingua: «Ci vuole coraggio per andare contro alle aspettative, contro i processi fatti a mezzo stampa, contro quelle previsioni che sono date per scontate».

«Tolto un peso» «Sì, mi sono portato dentro un peso per anni – ha detto il magistrato al Tg1 -. Fino a quando la corte di Cassazione, venerdì sera, non è giunta alle nostre stesse conclusioni. È stata in qualche modo riscattata quella pronuncia dopo la quale fummo accusati, criticati e denigrati. Il nostro ordinamento può tollerare l’assoluzione di un colpevole, ma non tollera la condanna di un innocente».

 

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