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Home » Omicidio Moracci: «Per 500 euro faccio tutto»

Omicidio Moracci: «Per 500 euro faccio tutto»

di Fabio Toni
23 Marzo 2016
in Altre notizie, Cronaca
Tempo di lettura: 4 minuti di lettura
Gheorghe Buzdugan

Gheorghe Buzdugan

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di F.T.

Gianfranco Strippoli e Claudio Lupi, presunti basisti
Gianfranco Strippoli e Claudio Lupi, presunti basisti

La resa dei conti fra gli autori materiali della rapina-omicidio e i basisti – uno in particolare, il ternano Claudio Lupi – va in scena di fonte alla corte di assise di Terni. «Io non ho una lira e per cinquecento euro faccio tutto, anche rubare. E Lupi mi ha chiesto di andare a rubare, un lavoro ‘facile’ per guadagnare bene. A me non interessa se prendo 30 o 40 anni di galera, ma la verità passa da lui». E Gheorghe Buzdugan, il 21enne rumeno che il 28 aprile dello scorso anno, insieme al connazionale Elvis Epure ha assaltato la casa di via Andromeda dove il 91enne Giulio Moracci viveva con la moglie Fioranna, alza il braccio e indica proprio Claudio Lupi, seduto qualche metro più in là.

Interrogati È uno dei passaggi-chiave della deposizione del 21enne di fronte alla corte presieduta da Massimo Zanetti, al pm Barbara Mazzullo e ai legali di parte civile e difensori. La sua versione coincide sostanzialmente con quella resa martedì in aula dall’altro complice, il 22enne Elvis Epure, se si eccettua il fatto che il primo dice di non aver mai visto in vita sua Angela Cioce – e di non essere convinto che fosse presente al famigerato pranzo prima della rapina, a casa di Claudio Lupi – mentre il secondo ha riconosciuto la colf 48enne, pur sostenendo di non averla mai vista coinvolta nell’organizzazione del colpo.

Difese e accusa durante una pausa
Difese e accusa durante una pausa

I racconti Due versioni coincidenti e che possono essere riassunte così: Claudio Lupi avrebbe contattato al telefono Gheorghe Buzdugan qualche giorno prima del 28 aprile, proponendo un lavoro ‘facile’ – non solo da eseguire ma anche da intuire, ndR – e un guadagno di cinque-seicento euro da dividere fra tutti. Gheorghe avrebbe contatto lo zio Daniel Buzdugan, chiedendogli di accompagnarlo da Latina fino a Terni insieme ad Elvis, coinvolto a sua volta dall’amico. Giunti in città, i tre avrebbero incontrato Claudio Lupi in un parcheggio di Gabelletta e poi sarebbero andati a casa sua per pranzare.

Il piano Lì c’erano i familiari del Lupi, la stessa Cioce e anche l’altro presunto basista poi finito in manette, Gianfranco Strippoli. L’unico a cui sarebbe stato accennato qualcosa circa il ‘lavoro’ da svolgere è Gheorghe Buzdugan, a cui Lupi avrebbe spiegato – ad un orecchio – che c’era «una casa in zona con dentro oro e soldi da portare via». Un’abitazione in teoria vuota, visto che intorno alle 13.30 l’anziana che ci vive e il domestico che l’assiste, sarebbero dovuti andare in farmacia. Dopo il pranzo, i due avrebbero ricevuto altre informazioni più precise – oltre agli attrezzi del mestiere: scotch, corde, guanti e passamontagna – in auto, insieme a Lupi e Strippoli, durante un ultimo giro perlustrativo.

Giulio Moracci, la vittima
Giulio Moracci, la vittima

L’assalto Con lo zio di Gheorghe, Daniel, rimasto ad aspettare nell’auto parcheggiata vicino al centro sociale di Gabelletta – e per gli autori materiali della rapina stava dormendo per via dei suoi problemi di diabete – i due sono andati sotto casa della famiglia Moracci. Cancello e portone del palazzo sono stati aperti dallo Strippoli che ha poi suonato al citofono (ma l’appartamento non doveva essere vuoto? ndR) per far aprire alla moglie del Moracci anche la porta di casa. Lì si è consumato l’assalto: i due hanno legato e bendato l’anziana con corde e nastro adesivo e poi, secondo quanto raccontato ai giudici, il solo Elvis Epure si sarebbe ‘occupato’ di Giulio Moracci, che stava riposando in camera. Prima legandogli le mani e poi ponendolo sul fianco sinistro.

«Ennesimo scaricabarile» Dopo aver razziato il possibile, i due sono scesi per raggiungere l’auto dove si trovava Daniel Buzdugan e lì sono scattate le manette dei carabinieri che, anche tramite il ‘doppio gioco’ di Lupi, li tenevano d’occhio dal loro arrivo a Terni. Il resto è un misto di ‘non so’, ‘non ricordo’, versioni in parte diverse rispetto a quelle rese durante gli interrogatori dei mesi scorsi, soprattutto da parte di Elvis Epure. Racconti che per il legale della famiglia Moracci, l’avvocato Andrea Colacci, rappresentano soltanto «l’ennesima presa in giro e l’ennesimo scaricabarile».

La corte di Assise
La corte di Assise

Battaglia legale Per l’avvocato Luca Maori, che insieme al collega Giuseppe Squitieri difende i tre rumeni giunti dal Lazio fino a Terni, «Gheorghe Buzdugan e Elvis Epure hanno chiarito in maniera esatta quello che è stato lo scenario del crimine, e cioè che i veri responsabili sono i due basisti italiani (Lupi e Strippoli, ndR) che li hanno fatti venire a Terni con una scusa e che hanno organizzato il tutto nei minimi dettagli». Per l’avvocato Francesco Mattiangeli, che difende Lupi e Strippoli – quest’ultimo con la collega Donatella Panzarola – in aula è emerso «un particolare importante. Cioè che quel giorno era stato pianificato un furto e non una rapina. Tutti hanno ragionato in base all’ipotesi che la casa fosse vuota e non si aspettavano di certo una tragedia del genere». Resta alla finestra, sulla base di deposizioni sin qui apparentemente favorevoli per la sua assistita, l’avvocato Sara Giovannelli, difensore di Angela Cioce.

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