Omicidio Moracci: spunta nuova versione

Terni: è quella fornita in aula dai due autori materiali della rapina. Per i familiari della vittima è «l’ennesima presa in giro»

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Altro che ‘dettagli’, la versione dei fatti fornita in aula da Elvis Catalin Epure e Gheorghe Budzugan – i due giovani rumeni, autori materiali della rapina del 28 aprile sfociata nell’omicidio del 91enne Giulio Moracci – durante l’interrogatorio di lunedì mattina di fronte al gup Maurizio Santoloci che dovrà giudicarli, è nuova e diversa rispetto a quella fornita in precedenza.

Gheorghe Budzugan

Gheorghe Budzugan

La nuova versione In pratica Elvis Epure si è ‘autoaccusato’ di aver legato Giulio Moracci – lui, da solo, senza alcun aiuto – e di averlo lasciato sul letto «disteso su un fianco», salvo poi raggiungere il complice – Gheorghe Budzugan – che, a suo dire, non sarebbe mai entrato nella camera dove l’anziano stava riposando. Quest’ultimo, in linea con la version di Elvis, a lui favorevole, ha detto di essere entrato in casa, di aver legato la moglie di Giulio Moracci insieme al complice e di essersi poi diretto in un’altra stanza a cercare soldi e preziosi, completamente all’oscuro della tragedia che si stava consumando in camera da letto. Entrambi hanno invece sostenuto come lo zio di Gheorghe – Daniel Budzugan, il ‘palo’ a bordo dell’auto – non sapesse nulla del fatto che stavano andando a compiere una rapina, di non aver mai fatto cenno di fronte a lui di tutto ciò, né prima né dopo e neppure durante il pranzo consumato a casa di Claudio Lupi circa mezz’ora prima di compiere il colpo.

I familiari della vittima, in aula

I familiari della vittima, in aula

«Falsità» Una versione che non convince affatto i familiari della vittima, rappresentati dall’avvocato Andrea Colacci: «Se le versioni precedenti potevano avere qualche aspetto di credibilità – afferma il legale – quella resa oggi (lunedì, ndR) è una vera e propria presa in giro, non credibile sotto ogni aspetto. Se Giulio Moracci era stato ‘innocentemente’ legato e disteso su un fianco, ci spieghino allora come ha fatto, lui anziano e con gravi problemi di deambulazione, oltre che bloccato in quel modo dai rapinatori, a ritrovarsi in una posizione completamente diversa: supino, perpendicolare rispetto al letto e con le gambe completamente fuori dal materasso».

«Nuovi elementi» Non la vedono, ovviamente, così i difensori dei due rumeni: gli avvocati Luca Maori e Giuseppe Squitieri. Per il primo «sono state fornite importanti precisazioni su come sono andate realmente le cose. Se una mente ‘diabolica’ c’è, in tutta questa vicenda – attacca – è quella di Lupi che ha fatto il ‘triplo gioco’, con il suo ruolo di informatore dei carabinieri che, grazie a lui, avevano seguito tutti gli spostamenti del gruppo, precedenti il colpo, attraverso un localizzatore Gps piazzato sotto l’auto dei rumeni. Intervenendo, però, solo in un secondo momento». Per l’avvocato Squitieri, «i due hanno voluto fornire maggiori particolari relativi al fatto, già evidenziato, che non avevano alcuna intenzione di uccidere e che quanto accaduto non era affatto prevedibile. Non c’era alcuna consapevolezza che la situazione sarebbe poi sfociata in tragedia».

«Perdono» Nel loro interrogatorio Elvis Catalin Epure e Gheorghe Budzugan – che verranno giudicati il prossimo 18 aprile – hanno poi chiesto ‘perdono’ ai familiari della vittima per tutto quello che è accaduto, «anche se siamo consapevoli del fatto che non verremo perdonati, è il minimo che possiamo fare».

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