Ospedale di Perugia, positivi due anestesisti

I due si sarebbero contagiati all’esterno della struttura: il virus sarebbe arrivato in casa dai figli. Todi, primi arrivi

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Due anestesisti dell’ospedale Santa Maria della Misericordia sono risultati positivi al tampone Covid-19. Una pessima notizia, confermata al nostro giornale da fonti interne, proprio ora che la regione sta affrontando la seconda ondata pandemica (nel pomeriggio di mercoledì prevista una nuova conferenza stampa). I due si sarebbero contagiati all’esterno della struttura: il virus sarebbe arrivato in casa dai figli. 

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Ci si guarda attorno

Anche per questo motivo la sanità regionale continua a guardarsi attorno: già arrivati i primi malati all’ospedale di Pantalla (lo ha confermato il sindaco di Todi Antonino Ruggiano in diretta su Umbria TV), mentre Spoleto si prepara a diventare Covid hospital. Notizia di queste ore anche la positività di due dipendenti della sede regionale del Broletto.

Casi al Broletto: sanificazione del 3° piano

A spiegare cosa sta accendo in Regione è Carlo Cipiciani, direttore dell’area risorse, programmazione, cultura e turismo: «Appena ricevuta la notizia della positività di una collega nella struttura della Regione Umbria, nella sede del Broletto a Perugia, si è provveduto ad attivare la modalità smart working per tutto il personale del servizio di appartenenza della dipendente e a sanificare l’intero 3° piano, della sede regionale. Tutte operazioni previste dai protocolli sanitari in vigore e concordate preventivamente con il medico competente per la Regione. Per ciò che riguarda la richiesta di effettuazione di tamponi a tutti i dipendenti regionali della sede del Broletto avanzata da alcuni rappresentanti delle organizzazioni sindacali, occorre in primo luogo valutare l’applicazione delle norme – aggiunge – e dei protocolli sanitari vigenti, che si preoccupano di tutelare il sacrosanto diritto alla salute e dunque il coerente utilizzo delle preziose risorse materiali ed umane che devono sottoporre alle verifiche necessarie coloro che ne hanno reale bisogno, per non rallentare, se non paralizzare, il lavoro della USL competente. Anche in questo caso, l’amministrazione si è attenuta scrupolosamente a quanto previsto nei protocolli medico sanitari ed alle indicazioni delle autorità preposte. L’amministrazione regionale – precisa Cipiciani – fin dall’inizio della pandemia, ha infatti adottato tutte le misure di tutela previste per la salute dei propri dipendenti. Non solo sono state applicate con estremo rigore ed in modo completo le disposizioni dettate dalle normative nazionali, ma sono stati inoltre sottoscritti con le rappresentanze sindacali protocolli ancora più stringenti e tutelanti di quanto individuato a livello nazionale. Mai si è pensato di non tutelare i dipendenti, e in particolare quei soggetti definiti fragili, tanto che lo smart working è stato esteso nella prima fase a circa il 90% del personale mentre, attualmente, l’orario di lavoro reso in presenza si attesta intorno al 30-40% di quello complessivamente da rendere. Come si può ben notare, numeri cautelativi che vanno oltre le indicazioni contenute nei dpcm che nel tempo si sono succeduti. Le modalità di comportamento – aggiunge – all’interno delle sedi regionali sono contenute e spiegate in un Protocollo regionale di sicurezza adottato e aggiornato, conformemente all’evolversi della situazione epidemiologica, recependo le indicazioni del Servizio di igiene e Sanità Pubblica della Usl Umbria 1 e del medico competente, incaricato dalla Regione (ai sensi del decreto legislativo 81/2008) che disciplina le modalità di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro. Il protocollo e i suoi aggiornamenti vengono emanati dal datore di lavoro per la sicurezza dopo aver ascoltato, sempre in ogni occasione in cui è stato richiesto, il ‘Comitato per l’applicazione e la verifica delle regole del protocollo di regolamentazione’ di cui al protocollo nazionale di regolamentazione delle misure per il contrasto della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro. Ho voluto fornire queste dettagliate precisazioni in quanto in questo particolare momento di emergenza sanitaria, sociale ed economica non servono inesattezze, ma il plauso di tutti per i tantissimi dipendenti regionali che continuano ad operare per la collettività e per il funzionamento della macchina amministrativa regionale, in silenzio e con grande abnegazione – conclude – tra non pochi disagi d’ordine tecnico-logistico imposti dall’emergenza».

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