Santa Maria, Casciari e ‘il vaso di Pandora’: «Ora c’è trasparenza. E la realtà è pesante»

Incontro fra il nuovo dg e i sindacati. Lucci (Cgil) e Candelori (Uil): «Mai così in basso. Se la Regione non si muove, si rischia il disastro»

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«Per anni l’azienda ospedaliera di Terni è stata tra i primi 10 ospedali in Italia nella classifica redatta dall’Agenzia nazionale per i Servizi Sanitari e da Newsweek, autorevole rivista generalista americana. Oggi quella posizione è molto lontana, ma il decadimento del nosocomio cittadino vissuto in questi ultimi anni, ha un colpevole con nome e cognome: l’assessorato alla sanità della Regione Umbria». Così in una nota Giorgio Lucci, segretario generale della Fp Cgil di Terni, e Mauro Candelori, segretario della Uil Fpl di Terni.

«La sanità nel Ternano è ad un punto di non ritorno»: quattordici associazioni all’attacco

«Mancati rinnovi per 12 Oss, 20 infermieri in meno, in forse il personale Covid»

«Eppure i segnali c’erano tutti – osservano i due sindacalisti -, le innumerevoli manifestazioni di protesta di Cgil, Cisl e Uil, il ricorso allo stato di agitazione davanti al prefetto di Terni, la sfiducia bipartisan al direttore generale da parte del consiglio comunale, l’insoddisfazione delle associazioni a tutela del malato e, non ultima, le condizioni di lavoro del personale della dirigenza e del comparto». È notizia di questi giorni, confermata mercoledì in un incontro dei sindacati con il nuovo direttore generale dell’azienda ospedaliera, Andrea Casciari, lo sforamento del tetto di spesa relativo al personale, che impone il blocco totale delle assunzioni, compresa la sostituzione del personale in quiescenza. «Questo comporta il mancato rinnovo dei contratti di 12 Oss – annunciano Lucci e Candelori – figura professionale spesso poco menzionata, ma la cui importanza è fondamentale per la cura del malato. Inoltre entro l’anno, per vari motivi, l’azienda perderà circa 20 infermieri ed è poi in forse il rinnovo del personale Covid pari a circa 30 unità».

«Confermati gli indici negativi»

Fp Cgil e Uil Fpl riferiscono inoltre che rimangono «in forse» i processi di stabilizzazione possibili con la legge Madia per l’anno 2023. Così come rimangono «in sospeso» le nomine dei primari in almeno dieci strutture importanti, «direttori che sono elemento essenziale per una buona organizzazione e una ripresa di attrattività dell’azienda per le regioni limitrofe. Se ad oggi la situazione dell’ospedale è a dir poco precaria – insistono Lucci e Candelori -, da qui a qualche mese potrebbe implodere, con la conseguenza di un’ulteriore riduzione dei servizi e chiusura di reparti. Del colloquio avuto con il direttore – spiegano – abbiamo apprezzato la trasparenza sui dati, che confermano purtroppo quanto da tempo andavamo dicendo: l’azienda ha una grande maggioranza di indici di performance del tutto negativi, appesantiti anche dal mancato filtro del territorio, quindi della Usl 2, che di fatto ha imposto all’azienda un carico di lavoro enorme a partire dal pronto soccorso».

‘Credito’ a Casciari, meno alla Regione

Vista l’impossibilità, per ora, di implementare il personale, due sono i filoni di intervento che l’azienda ospedaliera intende seguire: «Una rivisitazione dell’organizzazione interna, che necessità di una forte e costante collaborazione della dirigenza medica, in particolare per ovviare al fenomeno dei letti nei corridoi e delle liste di attesa; e un rinnovato e fattivo rapporto con la Usl 2, a partire da una maggiore presa in carico dei pazienti cronici a domicilio, con un utilizzo totale e diretto dell’ospedale di Narni e del centro geriatrico per i pazienti con malattie croniche, che non necessitano di una assistenza particolarmente complessa. Come sindacato confederale – concludono Lucci e Candelori – abbiamo preso atto della volontà del dottor Casciari di lavorare per invertire questa tendenza e non faremo mancare la nostra collaborazione al direttore, al quale abbiamo dato dato una apertura di credito in virtù delle sue esperienze pregresse in azienda. Ma già da ora diciamo che per questa complicata operazione non può mancare il sostegno anche economico della Regione Umbria, cioè del soggetto che ha una grande responsabilità su quanto accaduto in questi ultimi anni. Verificheremo quindi se quanto accaduto è solo frutto di incapacità gestionale, oppure, come spesso abbiamo detto, c’è la ferma volontà di depotenziare questa azienda per favorire una presenza delle strutture private almeno nelle discipline più remunerative. Valuteremo nelle prossime settimane quali saranno nello specifico le azioni correttive che il direttore generale vorrà attuare, deve però essere chiaro sin da subito che non accetteremo passivamente altri eventuali sacrifici a carico del personale e dei cittadini ternani».

La precisazione del Santa Maria

Nella prima serata è l’azienda ospedaliera a prendere posizione dopo l’incontro con i sindacati: «Per quanto riguarda il personale, nel corso dell’incontro è stato confermato che l’azienda rispetta in pieno i dettami della legge Madia in merito alle stabilizzazioni. Sul fronte delle assunzioni, su cui l’attenzione del Santa Maria è sempre massima, è stato rappresentata la necessità di un processo comunicativo/autorizzativo regionale, al fine di garantire le esigenze di assunzioni nel rispetto dei tetti di spesa».

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