Padre e figlio morti sui binari a Senigallia: la lite, la fuga, la tragedia

Con il passare delle ore si fanno via via più nitidi i contorni del dramma consumatosi mercoledì sera nella località balneare delle Marche

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Con il passare delle ore e le indagini condotte dalla Polfer di Ancona – con il supporto dei colleghi del Gabinetto di polizia Scientifica – e dal sostituto procuratore Rosario Lioniello, si fanno via via più definiti i contorni della tragedia consumatasi mercoledì sera a Senigallia, dove gli umbri Stefano Pannacci, 63enne originario di Montone e residente a Valfabbrica, e il figlio 26enne Claudio, nato e residente a Perugia, sono morti dopo essere stati travolti dal treno merci 56345 partito da Bologna e diretto a Bari, a poche centinaia di metri dalla stazione ferroviaria della località balneare marchigiana.

La lite e la fuga verso la morte

Secondo quanto ricostruito sin qui attraverso le testimonianze, a partire da quella della madre 62enne del giovane, la famiglia – che da anni trascorre le vacanze a Senigallia presso un’abitazione di proprietà all’interno di un residence – stava per rientrare a Perugia dove Claudio viveva con la madre, separatasi dal padre. In seguito ad un diverbio con i genitori, probabilmente legato ad un ‘no’ alla sua richiesta di trascorrere alcuni giorni insieme alla fidanzata presso l’abitazione di un parente (la madre sembra volesse tenerlo vicino a sé, nella consapevolezza dei gravi problemi che lo affliggevano), il giovane si è allontanato di corsa scavalcando le barriere in cemento della linea ferroviaria all’altezza del lungomare Mameli. A quel punto la donna, sentendosi poco bene, è rientrata nell’appartamento mentre il padre Stefano lo ha seguito per evitare la tragedia. Purtroppo il treno è sopraggiunto, pur a velocità ridotta vista la vicinanza con lo scalo ferroviario, ed ha colpito prima il 63enne – che stava camminando a lato dei binari nel tentativo di raggiungere il figlio – e poi quest’ultimo che, invece, sembra stesse andando incontro al convoglio. Per entrambi non c’è stato nulla da fare: sono morti sul colpo.

Un quadro difficile

Il ragazzo, secondo quanto riferito agli inquirenti, soffriva da tempo di crisi depressive ed era seguito dai medici. Di recente aveva vissuto in Svezia, dove era stato raggiunto e riportato a casa dai genitori dopo un ricovero legato alle problematiche da cui era affetto, e in un futuro prossimo avrebbe dovuto sottoporsi ad alcune cure presso un centro della Toscana. Anche nei giorni precedenti la tragedia era stato preso in carico dai sanitari del pronto soccorso dell’ospedale di Perugia per uno stato di forte agitazione. Un quadro decisamente problematico, sfociato nella reazione che mercoledì sera ha originato il dramma. Appreso l’accaduto, la madre del ragazzo – comprensibilmente sconvolta – ha accusato un malore ed è stata trasportata al pronto soccorso di Senigallia dal 118; successivamente è stata dimessa. Il convoglio, dopo i rilievi di rito, è stato posto sotto sequestro dall’autorità giudiziaria. Tuttavia, in ragione della sostanziale chiarezza dei fatti, è possibile che la procura di Ancona disponga la restituzione delle salme ai familiari senza disporre l’autopsia.

Cerca di salvare il figlio che vuole farla finita ma il treno li travolge. Muoiono a Senigallia

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