Cerca di salvare il figlio che vuole farla finita ma il treno li travolge. Muoiono a Senigallia

La tragedia si è consumata nella prima serata di mercoledì. Le vittime sono gli umbri Stefano e Claudio Pannacci, di 63 e 26 anni

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Padre e figlio morti sui binari a Senigallia: la lite, la fuga, la tragedia

Gli aggiornamenti

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, Stefano Pannacci si era portato sui binari per cercare di salvare il figlio Claudio che, gridando di volerla fare finita, si era messo a correre verso il convoglio in arrivo. Il 63enne ha cercato di afferrarlo per portarlo via da lì ma entrambi – prima il padre e poi il figlio – sono stati travolti dal treno merci in transito sulla linea Marotta-Senigallia e sono morti sul colpo. Appreso l’accaduto, la madre del ragazzo – ovviamente sconvolta – ha accusato un malore ed è stata trasportata al pronto soccorso di Senigallia dal 118; successivamente è stata dimessa. Sotto shock il macchinista del convoglio che non ha potuto evitare la tragedia e, di fatto, se li è visti piombare sotto le rotaie, uno dopo l’altro. Il primo per uccidersi, il secondo nel disperato e inutile tentativo di salvarlo. L’accaduto è ovviamente finito all’attenzione della procura della Repubblica di Ancona per le determinazioni del caso. Da diversi anni la famiglia raggiungeva Senigallia per le vacanze estive, alloggiando nell’appartamento di proprietà ubicato in un residence. Claudio Pannacci e la madre erano arrivati – riporta il Quotidiano Nazionale – da alcuni giorni, mentre il padre Stefano li aveva raggiunti sabato scorso. Della famiglia fa parte anche un’altra figlia che al momento dei fatti si trovava in vacanza all’estero.

Il campanello d’allarme

Sempre secondo quanto riportato dal Quotidiano Nazionale, il 26enne – che viveva a Perugia insieme alla madre mentre il padre, originario di Montone, risiedeva a Valfabbrica – sembra soffrisse da tempo di crisi depressive e gli stessi genitori, di fatto separati, si erano riavvicinati – anche in occasione della vacanza a Senigallia – per stargli accanto. La stessa giornata in spiaggia si era verificato un fatto che, letto a posteriori, era forse un campanello d’allarme: la madre aveva riportato a riva Claudio dopo averlo notato fermo in piedi sugli scogli, di fronte al mare mosso, con lo sguardo perso nel vuoto da alcuni minuti.

Una tragica passeggiata

Consapevole della situazione di sofferenza interiore del figlio, Stefano Pannacci aveva deciso di seguirlo – era la prima serata di mercoledì – dopo averlo visto uscire dal residence dove soggiornavano. Pensava forse di poter passeggiare e parlare un po’ con lui, tranquillamente, invece il ragazzo avrebbe scavalcato improvvisamente le barriere in cemento, iniziando a camminare sui binari. Lo stesso ha fatto il padre per portarlo via da lì, consapevole del rischio, ma il treno merci in transito ha messo drammaticamente fine all’esistenza di entrambi.


Tragedia familiare nella serata di mercoledì a Senigallia, nota località turistica in provincia di Ancona. Per cause ancora da accertare con precisione – indaga la Polfer di Ancona – un uomo di 63 anni, Stefano Pannacci, e il figlio Claudio di 26, entrambi di Perugia e che erano in vacanza nella cittadina marchigiana, sono morti sul colpo dopo essere stati travolti da un treno merci. L’investimento è avvenuto intorno alle ore 21 all’altezza di via Goldoni – lungomare Mameli – nella zona nord della città.

La ricostruzione

Stefano Pannucci avrebbe seguito il giovane che era sceso sulle rotaie, forse per compiere un gesto estremo. Secondo una prima ricostruzione, il 26enne è stato colpito dal convoglio e il padre, nel tentativo di salvarlo, ha fatto purtroppo la stessa fine.

Stop al traffico ferroviario

Il traffico ferroviario è stato temporaneamente interrotto tra Marotta e Senigallia: sul posto gli operatori sanitari del 118, i carabinieri, la polizia di Stato ed i vigili del fuoco. «I treni alta velocità e regionali – informa Trenitalia – possono registrare un maggior tempo di percorrenza fino a 60 minuti». Un dramma che ricorda quello delle sorelle Pisano, Giulia e Alessia, morte lo scorso 31 luglio in circostanze simili alla stazione di Riccione.

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