PalaTerni, 17.600 mc materiale in discarica

I dettagli dello studio preliminare ambientale sulle aree parcheggio per assoggettabilità a Via: gli impatti dei lavori per suolo e polveri

Condividi questo articolo su

di S.F.

C’è un aspetto interessante di cui non si è parlato sabato mattina – magari per vie brevi, la questione è abbastanza tecnica – in occasione dello svelamento del progetto definitivo per la realizzazione del nuovo palazzetto dello sport al Foro Boario. Sono previsti 925 posti auto nelle aree parcheggi e dunque, per legge (si procede in questo modo quando gli stalli superano quota 500), occorre la procedura di verifica di assoggettabilità a Via: in tal senso gli studi Sintagma e Baldi-Margheriti hanno inviato una lunga documentazione legata allo studio ambientale preliminare contenente – in sostanza – i potenziali impatti a livello idrico, di rumore, atmosferico, ambientale e salute pubblica.

LO SVELAMENTO DEL PROGETTO DEFINITIVO E LE PAROLE DI SALINI

L’impatto esterno

La riqualificazione

Nello studio si nominano spesso il mercato ortofrutticolo, il mattatoio e il mercatino settimanale del mercoledì, vale a dire le attività presenti – poi c’è anche il bar – nell’area interessata dall’intervento: «La superficie prevalentemente occupata – si fa presente – ad oggi è quella adibita a parcheggio, la quale risulta solo in minima parte disciplinata e regolamentata. Lo stato di degrado determina condizioni di rischio per la contaminazione dei suoli, del sottosuolo, delle acque superficiali e delle acque di falda (pozzi acquedotto) poiché la regimazione delle acque piovane è del tutto assente così come pure è assente ogni forma di trattamento di queste acque prima della loro immissione nel ricettore naturale del Nera. Anche i pozzi dell’acquedotto esistenti non risultano sigillati e protetti.  Con la realizzazione dei parcheggi di pertinenza del nuovo palasport, si contribuirà alla riqualificazione urbana ed ambientale dell’ intera area», la premessa nel documento redatto da Berti Nulli e Bracchini».

CONFCOMMERCIO ALZA LA VOCE PER OPERATORI ORTOFRUTTA E MERCATINO

L’interno

La suddivisione dei posti e le alberature

I 925 posti auto nasceranno in una superficie di poco superiore ai 30 mila metri quadrati, comprensivi della viabilità di distribuzione. Minori le aree a verde previste: «Consistenza di 4 mila 236 metri quadrati», mentre le aree pedonali «si estendono per circa 10 mila 585 mq». La suddivisione? Ci saranno 605 posti auto standard, 177 pertinenziali e 143 aggiuntivi; spazio poi a 36 stalli per le moto, 100 per le biciclette e zone per i mezzi di soccorso. «Nei periodi di mercato ambulante sono previsti – viene specificato – 131 postazioni su parte delle aree attrezzate a parcheggio». Nello studio viene riportato anche il numero esatto di future alberature, 194: «Saranno per la maggior parte aceri, mentre nei bordi verso il fiume saranno messi a dimora cespugli delle specie Pyracanta navaho, Berberis purpureum  e Berberis julianeus». Si arriva agli aspetti più rilevanti.

TEMPO DI AVERE I PARERI: INDETTA LA CONFERENZA DEI SERVIZI

Il mattatoio comunale

La cantierizzazione e l’eternit

La PalaTerni srl vorrebbe iniziare con i lavori a stretto giro. Buono spazio viene dedicato a ciò: «Dopo l’allestimento del cantiere, la prima fase significativa è quella di avviare tutte le operazioni di demolizione dei vari corpi di fabbrica che oggi insistono sull’area. In generale le strutture da demolire risultano essere in muratura e in parte in cemento armato. Esse non determinano aspetti rilevanti sotto il profilo delle demolizione e della relativa sicurezza sia per le persone che per l’ambiente; l’unica eccezione è rappresentata dalla presenza di lastre di copertura in eternit nell’immobile dell’ex mattatoio. Tale aspetto dovrà essere appropriatamente affrontato e risolto nel rispetto delle norme relative allo smontaggio, alla rimozione, allo stoccaggio e allo smaltimento di questo materiale secondo quanto stabilito dalla specifica normativa». Vedremo se il Comune agirà in danno come ipotizzato prima da Giorgini e poi dall’assessore Salvati.

IL NODO ETERNIT

La stima sulle polveri

Materiale in uscita, 80% riciclabile

Primo step l’eliminazione delle strutture esistenti. Effettuato uno studio su questo: «Oltre alle demolizioni dei fabbricati – viene indicato nel Rap – è prevista la demolizione di pavimentazioni stradali esistenti e la risagomatura dei piani di posa delle nuove pavimentazioni. Le scelte progettuali adottate non determinano significative problematiche circa la gestione dello smaltimento e rimozione dei materiali di risulta, né tantomeno la necessità di acquisizione di significativi volumi di materiale da cave. L’insieme dei materiali inerti rivenienti dalle demolizioni sarà trasferito nei centri di trattamento e smaltimento autorizzati. Nel complesso sono stati stimati circa 17 mila 600 metri cubi di materiale inerte (pavimentazioni, scavi, fabbricati) da conferire a discarica, l’80% di detto materiale è stato stimato riciclabile». In entrata? «Stimato un fabbisogno di materie in ingresso al cantiere pari a circa 9 mila 740 mc (pavimentazione stradali, pedonali, terre per aree a verde) prevalentemente costituite da bitumi, ghiaie e terreno vegetale».

LO STUDIO AMBIENTALE PRELIMINARE COMPLETO – DOCUMENTO

Le polveri e l’inquinamento

Studiati anche i possibili effetti per l’atmosfera: «La componente è attualmente sollecitata dal quotidiano e continuo transito di mezzi pesanti destinati al trasporto di animali direzionati al mattatoio, di generi alimentari ortofrutticoli direzionati al mercato settimanale, e al centro di raccolta dei rifiuti urbani differenziati.  La realizzazione dei parcheggi adiacenti al nuovo palasport genererà emissioni sostanzialmente similari a quelli oggi esistenti. Non si prevede quindi una variazione apprezzabile per la componente dovuta alla realizzazione delle opere previste. Gli impatti possibili durante la costruzione delle opere si riferiscono essenzialmente al degrado della qualità dell’aria dovuta all’aumento temporaneo delle emissioni inquinanti e polveri prodotte da mezzi d’opera e dalla movimentazione di materie e mezzi: esse sono conseguenza dei lavori di movimentazione di terra, trasporto di materiale, nonché al funzionamento dei macchinari di cantiere e alla circolazione dei veicoli pesanti usati per il trasporto delle materie da e per il cantiere». Situazione da tenere d’occhio: «Un elemento di impatto potenziale direttamente causato dalle attività di cantiere, e segnatamente dalle attività di demolizioni e scavi, è la dispersione delle polveri. È evidente che una particolare attenzione dovrà essere posta nella progettazione e gestione dell’area di cantiere al fine di riservare una o più aree specificatamente destinate all’accumulo temporaneo dei materiali destinati al recupero o al trasporto all’esterno del sito. Al di là delle particolari cautele gestionali che potranno essere adottate in fase di esercizio del cantiere, l’accumulo di quantitativi di materiale di scavo può comunque dare luogo ad inconvenienti nei confronti degli insediamenti circostanti, dovuti alla possibilità di una diffusione della polvere nell’ambiente causata dal vento». Secondo il Rap è dunque prevedibile un «aumento, non quantificabile attualmente, delle emissioni di CO, COV, NOx, e PM in relazione al traffico veicolare connesso alle attività di cantiere. Date le dimensioni limitate delle opere in progetto e la limitata durata dei lavori nel tempo, si ipotizza che il numero di veicoli in questione non sia tale da comportare un significativo peggioramento qualitativo dell’atmosfera del contesto territoriale esaminato; la potenziale azione di disturbo dovuta alla diffusione di polveri potrebbe interessare alcune aree residenziali poste ad est dell’area di cantiere. Rispetto a questa possibilità dovrà essere prestata specifica attenzione nella definizione del layout del cantiere e dei provvedimenti da adottare al fine di minimizzare i potenziali disagi». Conclusione: «Dalla preliminare stima degli impatti indotti sulla componente atmosfera dalle sorgenti emissive, tenuto conto della naturale direzione del vento nella zona indagata, dell’ipotesi di emissione nelle condizioni più gravose, della limitata durata temporale dell’emissione (stimata in 24 mesi), non si prevedono criticità tali da ritenere significativo l’impatto dell’opera in progetto sullo stato attuale di qualità dell’aria; in considerazione che le nuove attività previste impegnano sostanzialmente le stesse aree con funzioni analoghe che già oggi sono destinate a parcheggio, e che il parco degli autoveicoli tende progressivamente a migliorare le sue performance sull’ambiente e che, infine i provvedimenti adottati per l’accessibilità pedonale e ciclabile all’area oltre a quelli che saranno soddisfatti con il miglioramento del trasporto pubblico locale, si può ragionevolmente prevedere che le variazioni delle emissioni in atmosfera risulteranno sostanzialmente analoghe a quelle oggi esistenti, se non migliori».

Il suolo e l’ambiente idrico

Per quel che concerne il primo aspetto, «una volta sigillati i pozzi oggi esistenti, durante le lavorazioni non si prevedono apprezzabili rischi che possono determinare l’inquinamento dei suoli in quanto i terreni risultano in gran parte già impermeabilizzati.  I potenziali rischi sono circoscrivibili in possibili sversamenti accidentali di materiali da costruzione, che potrebbero determinare l’inquinamento dei suoli e la percolazione nel sottosuolo. In realtà, tuttavia le lavorazioni ed i materiali previsti per la realizzazione delle opere, non sono tali da paventare l’ eventualità richiamata». Durante la fase di esercizio invece non sono previsti cambiamenti significativi di uso del suolo rispetto allo stato di fatto». Capitolo idrico: «L’organizzazione e la gestione delle aree di cantiere sarà fondamentale in quanto potrà prevenire gli effetti ambientali sulla componente dovuti alla permeabilità dei suoli impegnati dalle lavorazioni; dagli scarichi idrici legati alle attività di cantiere (lavaggio degli inerti, dei mezzi rotabili di trasporto, dei servizi igienici del personale e da sversamenti accidentali.). Le problematiche indotte dalle lavorazioni di cantiere sull’ambiente idrico sono legate inoltre alla vulnerabilità dell’ambiente e alle caratteristiche geologiche e litologiche delle aree che risultano essere abbastanza permeabili. Tale caratteristica dovrà essere tenuta in debita considerazione nell’apprestamento delle aree di cantiere; in questa fase infatti si potrebbero determinare interferenze con il reticolo idrografico superficiale in quanto l’ubicazione del cantiere è posta in prossimità del fiume Nera con il rischio di alterarne la qualità delle acque».

L’eliminazione degli impianti semaforici

Il traffico veicolare e il boulevard urbano

Nel Rap viene ricordata l’intenzione – già annunciata in passato per via del Pums – per la viabilità per il triangolo urbano viale dello Stadio, via Leopardi e via Porta Sant’Angelo: «Le ampie sezioni consentono un ridisegno delle sezioni trasversali delle viabilità con la possibilità di eliminare una serie di impianti semaforici  (eliminazione dei fenomeni altamente inquinanti di ‘stop and go’ attraverso l’adozione di una grande stanza di circolazione in senso unico antiorario). La messa a senso unico di viale dello Stadio, in direzione città, consente di avere a disposizione le 2 corsie, lato ‘cittadella sportiva’, da destinare alle reti di mobilità dolce e più in generale ad un ridisegno complessivo della sezione trasversale con l’obiettivo di realizzare un vero e proprio ‘boulevard’ urbano in grado di esaltare le funzioni legate al tempo libero e alla socialità dell’area centrale di Terni. Analogamente su viale Leopardi, viene confermato il senso unico in direzione piazzale dei Poeti, esteso ai controviali per poter organizzare la stanza a senso unico, viale dello Stadio via Leopardi – viale di Porta Sant’Angelo, in senso anti orario». Diversi spunti in attesa di vedere se effettivamente la cantierizzazione scatterà in estate.

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli