Perugia, ‘caos rifiuti’: tutti i nodi al pettine

Se prima i rifiuti venivano da fuori ora è l’organico dell’Ati 2 a finire negli impianti Hera dopo lo stop della Regione Pietramelina. «Chi pagherà le spese di questa inefficienza?»

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di L.P.

Dalla Toscana all’Emilia. E’ questo il giro che l’organico raccolto nei comuni dell’Ati 2, Perugia in primis, si trova a fare dopo lo stop imposto all’impianto di compostaggio di Pietramelina nei giorni scorsi.

discarica2-gesenuStop agli impianti La Regione era stata chiara e, attraverso la diffida, aveva dato 45 giorni di tempo a Gesenu per sanare «le irregolarità riscontrate da Arpa e dal personale del Nipaf» nell’impianto di compostaggio che si trova nella discarica di Pietramelina, «in modo da gestire l’impianto di compostaggio secondo la configurazione impiantistica autorizzata». Nasce da qui lo stop che, a partire da venerdì, ha visto rincorrere varie ipotesi circa lo smaltimento di tutta la fou prodotta nell’ambito territoriale toccato dall’inchiesta su Gesenu e che ha portato all’arresto l’ex direttore tecnico Giuseppe Sassaroli. Con una nota, infatti, il comune, nei giorni scorsi, ha fatto sapere ai cittadini che, «per inderogabili esigenze manutentive straordinarie degli impianti potrebbero verificarsi temporanee sospensioni del servizio di raccolta del rifiuto organico». L’invito, dunque, è tenere quanto più possibile i rifiuti in casa, proprio l’organico che, più di tutti, necessita di essere smaltito quotidianamente.

discarica-gesenuCosti Ma chi pagherà ora le spese di un ciclo dei rifiuti che si va a chiudere fuori regione? Se sabato l’umido raccolto è stato portato a Grosseto, a partire da oggi i rifiuti del perugino finiranno negli impianti Hera in Emilia Romagna, il colosso leader nei servizi energetici idrici e ambientali che opera in oltre 265 comuni sparsi tra l’Emilia, le Marche e il Friuli. A scagliarsi contro l’ipotesi che saranno i cittadini, di nuovo, a sostenere le spese di una situazione di emergenza provocata dall’inefficienza e dalla non-programmazione del comune di Perugia è il capogruppo in consiglio comunale del Movimento 5 stelle Cristina Rosetti. «Come mai – si chiede la Rosetti – con l’arrivo del blocco dell’impianto di compostaggio, arriva anche il blocco della raccolta di pannolini e pannoloni nell’umido? Siamo, forse, gli unici in Italia ad avere adottato una tale prassi? Sarà, forse, che gli impianti dove, dopo il blocco, si progetta di portare l’umido, non intendono lavorare pannolini e pannoloni che con l’umido non ci azzeccano nulla? Sarà che una tale marmellata rovina il processo di compostaggio dell’umido che inizia già nel nostro sacchetto di casa?».

Il Movimento 5 stelle In consiglio Dopo l’assemblea di fuoco della scorsa settimana, lunedì è invece stata respinta la richiesta di revoca delle deleghe al vicesindaco e assessore Barelli, promossa da parte del Movimento cinque stelle che, per bocca della capogruppo, ha presentato una mozione per la discussione di due interrogazioni urgenti relative al blocco dell’impianto di compostaggio di Pietramelina e le vicende riportate nelle carte dell’inchiesta che ha visto coinvolto Giuseppe Sassaroli. Secondo la Rosetti il blocco dell’impianto di Pietramelina «è da considerarsi come l’ennesima procurata emergenza, visto che per lungo tempo non si è fatto niente per risolvere una situazione già nota. Gesenu non ha gestito l’impianto nel rispetto dell’autorizzazione – ha dichiarato Rosetti – non ha rispettato in alcun modo le prescrizioni. Il Movimento 5 stelle diffida a scaricare i costi di questa situazione sui cittadini. Vigileremo affinché questo non accada». Inoltre, poi, in assenza di un intervento della giunta sul dibattito in questione, con un’altra interrogazione, che sarà discussa nelle prossime sedute, si conosceranno le azioni poste in essere in questi due anni dall’amministrazione e quali diffide siano state fatte a Gesenu.

gesenu5Borgogiglione Intanto, mentre in consiglio comunale continuano ad essere depositate interrogazioni sul tema, in attesa di capire come si scioglierà il nodo degli impianti di Pietramelina, si guarda con un po’ di ottimismo alla discarica di Magione. A Borgiglione, infatti, la situazione potrebbe sbloccarsi a breve qualora il magistrato decida di rimuovere i sigilli dopo che è stato effettuato il collaudo al refitting del bioreattore nelle scorse ore. Potrebbe così ripartire la raccolta dell’organico mentre voci di corridoio parlano di manager esterni chiamati a risolvere le questioni giudiziarie sia per Gesenu che per Gest.

Urbano Barelli

Urbano Barelli

Barelli Sin da subito l’indiziato numero uno su cui far ricadere tutte le colpe istituzionali per non aver vigilato attentamente su quanto stava accadendo sulla società pubblico-privata che gestisce la raccolta dei rifiuti, il vicesindaco di Perugia continua a respingere ogni addebito. Lo fa anche sul suo profilo Facebook, postando le foto delle relazioni redatte dagli amministratori straordinari nominati dal prefetto di Perugia dopo l’interdittiva antimafia. «In definitiva – si legge nei documenti – il sistema di gestione dei rifiuti appare corretto». Così, infatti, scrivevano i commissari nel settembre scorso quando, di lì a poco, sarebbe stata revocata la misura preventiva, nonostante la percentuale di scarti si assestasse al 68% e il compost prodotto negli impianti fosse di scarsissima qualità.

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