Minacce e violenze per farla prostituire

Perugia, ennesimo caso di sfruttamento fra connazionali nigeriani. Arrestato dai carabinieri un 33enne grazie alla denuncia di una 21enne

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Reclutata con la promessa di un lavoro che avrebbe permesso alla famiglia rimasta in Africa di vivere, una giovane nigeriana di 21 anni doveva restituire 35mila euro a chi aveva favorito il suo viaggio in Italia, prostituendosi.

Il coraggio di parlare

Dopo diversi mesi di violenze e abusi ha trovato il coraggio di fuggire e denunciare tutto alle forze dell’ordine. La prima deuncia è stata presentata due anni fa. Così, i carabinieri della compagnia di Perugia, a seguito di una lunga indagine, hanno arrestato, su disposizione del gip Lidia Brutti, un nigeriano di 33 anni, già da tempo in Italia con regolare permesso di soggiorno, disoccupato, con precedenti di polizia specifici, per i reati di tratta di esseri umani, riduzione e mantenimento in schiavitù, sfruttamento della prostituzione e violazione delle norme sull’immigrazione. Al vaglio della magistratura anche un’ accusa di violenza sessuale. Indagate due donne nigeriane, di 28 e 29 anni, per favoreggiamento della permanenza su territorio italiano.

NEI GIORNI SCORSI CASO ANALOGO SCOPERTO DALLA POLIZIA

La falsa promessa di un lavoro

La ragazza ha raccontato che una conoscente le aveva riferito di avere, in Italia, un referente che avrebbe potuto aiutarla a trovare un lavoro; a tal fine, la giovane avrebbe dovuto lasciare il paese natio senza documenti, memorizzando soltanto il numero di telefono del ‘benefattore’, il quale, addirittura, era disposto a farsi carico di tutte le spese del viaggio. La realtà si è rivelata, purtroppo, ben diversa dai sogni nutriti. Infatti, l’attività d’indagine, protrattasi fino al mese di giugno 2018, ha consentito ai carabinieri di acquisire gravi e concordanti indizi di colpevolezza a carico dell’uomo arrestato.

L’odissea della ragazza

L’uomo ha fatto giungere la ragazza in Italia dalla Nigeria (a mezzo di un barcone partito dalla Libia, soccorso da una nave della Marina Militare, unitamente ad altri migranti, approdata a Reggio Calabria il 6 luglio 2016), poi, una volta arrivata in Italia, il presunto ‘benefattore’ ha agevolato lo sfruttamento della prostituzione della ragazza, accompagnandola a Pian di Massiano di Perugia a monitorandola costantemente e poi prendendo tutti i suoi guadagni, per poi ridurla di fatto in schiavitù. Il 35enne è ora a Capanne, a disposizione dell’autorità giudiziaria.

Prostitute a Pian di Massiano: la video denuncia di umbriaOn nel 2017

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