Perugia, nuovo Curi e spalti del PalaBarton: due nodi per il Comune

Ancora uno stop per l’impianto di volley, dopo gli attriti con Sirci (che per ora non commenta). Per lo stadio si pensa ad una struttura ex novo: incontro a Roma con la Cdp

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Si dirà che il coronavirus ha complicato le cose, allungando a dismisura i tempi degli iter burocratici e rendendo più difficili gli incontri fra la parte politica, quella amministrativa e i portatori di interesse. Ma di certo le vicende che riguardano lo stadio Curi e il PalaBarton stanno diventando molto simili a una telenovela con i diretti interessati – Massimiliano Santopadre e (soprattutto) Gino Sirci – che già in qualche circostanza hanno espresso perplessità rispetto alle lungaggini burocratiche e decisionali dell’amministrazione comunale, che è proprietaria degli impianti e vorrebbe accontentare tutti, quando accontentare tutti proprio non si può.

I diversi interessi

Da un lato, infatti, ci sono due società – la Sir Perugia di volley e il Perugia Calcio – che disputano campionati professionistici e hanno esigenze logistiche e organizzative particolari; dall’altro c’è la vocazione ‘pubblica’ che un impianto sportivo comunale deve avere per definizione e che richiede altre logiche e altre organizzazioni dei turni di occupazione. I problemi dei due impianti sono diversi, ma la tipologia dei problemi che frena gli interventi appare assai simile: difficile conciliare interesse pubblico e interessi privati.

La casa del volley

Il palazzetto dello sport di Pian di Massiano richiede un ampliamento della capienza e un adeguamento (ad esempio nei sistemi di areazione) per consentire alla Sir – squadra ai vertici del volley nazionale e continentali ormai da qualche anno – di disputare i propri tornei monetizzando al massimo gli ingressi: una richiesta che già due anni fa fece arrivare ai ferri corti la società e l’amministrazione comunale. Fu annunciato un completamento per l’estate del 2019 ma umbriaon.it sottolineò come fosse di fatto impossibile da portare a termine per i playoff, come chiedeva Sirci. E abbiamo avuto ragione, purtroppo. Anzi è andata anche peggio. Perché i lavori non sono stati fatti nemmeno in estate. Poi è cominciata la stagione sportiva, poi è arrivato il coronavirus… e buonanotte. L’assessore Clara Pastorelli ha dichiarato a La Nazione che mancano ancora i soldi della Regione e che comunque, al momento, non è una priorità. Tanto che non è stato inserito nel piano triennale opere pubbliche. 

Ma non solo del volley

Al di là dei costi e dei tempi di esecuzione dei lavori, i maggiori attriti sono stati provocati dal fatto che l’ex PalaEvangelisti (per inciso, l’accordo di denominazione ‘PalaBarton’ si è appena rinnovato automaticamente per altri due anni) è un palazzetto multidisciplinare. Vi si svolgono attività volley, ma anche calcio a 5 e a 7, judo, arrampicata, ballo, scherma e tanto altro. Sirci avrebbe voluto far ‘sloggiare’ le altre associazioni, perlomeno durante i lavori, per consentire alla sua squadra di allenarsi più agevolmente. Il Comune – prima con l’assessore Emanuele Prisco poi con la Pastorelli – è sempre stato riluttante all’idea, non rinunciando a rivendicare ogni volta la vocazione pubblica della struttura. Tanto che, proprio in questi giorni, l’ente sta organizzando la ripresa delle attività sportive con le varie associazioni, nonostante le limitazioni per il coronavirus. «L’obiettivo del Comune – ha dichiarato la Pastorelli – è garantire a tutti quelli che c’erano l’anno scorso di avere i propri spazi».

Giocatori del Perugia positivi al coronavirus

La casa del calcio

Sulla vocazione calcistica del ‘Renato Curi’ ci sono invece pochi dubbi. Lo stadio non ha una pista di atletica e al suo interno si può praticare – di fatto – solo il calcio. Del resto nacque proprio con questo intento, ormai 45 anni fa, alla vigilia dell’esordio del Grifo in serie A. Qui i nodi sono di altro tipo, legati da un lato alla sua manutenzione, sempre più difficile e costosa, e dall’altro alla monetizzazione degli spazi, che consentirebbe al Perugia Calcio di poter contare su una entrata fissa e su un bene immobile sicuro da mettere a bilancio, seppur con la formula della concessione 99ennale. Questa era l’idea fino a qualche mese fa.

Come cambiano i progetti

Ma nel frattempo il Perugia, che sognava la A, è sprofondato in C. E al momento nella testa del presidente Santopadre c’è tutto tranne lo stadio. Giovedì c’è un incontro a Roma tra l’amministrazione comunale e rappresentanti della Cassa depositi e prestiti per capire quanti soldi ci sono. Ma sullo sfondo ci sono degli imprenditori che potrebbero essere interessati a sfruttare l’occasione per realizzare un impianto ex novo, dandolo poi in gestione alla società, per avere in cambio aree commerciali.

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