Perugia, sugli Arconi scorre solo veleno

La ‘saga’ prosegue: dopo le minacce di Urbano Barelli contro Italia Nostra l’opposizione affonda: «Vicesindaco come dottor Jekyll e mister Hyde»

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Doveva essere un progetto di recupero di una delle zone più affascinanti della città, finanziato coi soldi della Regione e della Cassa di risparmio, ma si sta rivelando, piuttosto, una palude infestata.

Urbano Barelli

La vicenda del progetto di recupero degli Arconi, dove dovrebbe sorgere una biblioteca Multimediale, si impantana sempre di più in un susseguirsi di rivelazioni, colpi di scena, guerre senza esclusioni di colpi ‘contra personam’. Ultimo capitolo di questa triste vicenda, la personale battaglia che sembra finalmente combattersi alla luce del sole tra Italia Nostra e uno dei suoi ‘ex paladini’ passato ormai dall’altra parte della barricata, direttamente sulla poltrona del vicesindaco del comune di Perugia.

Il cantiere

L’esposto presentato da Italia Nostra alla procura della Repubblica e al nucleo carabinieri tutela del territorio, infatti, secondo Barelli, non può che essere un attacco personale contro la sua persona, dal momento che, in una lunga lettera, ricordando le varie tappe che hanno portato al cantiere in piazza della Rupe, tutte le associazioni, comprese Italia Nostra, erano state chiamate a dire la propria sul progetto di recupero degli Arconi non più tardi dello scorso 27 luglio. «Ora scopro che – afferma il vicesindaco  – a distanza di un solo mese da quell’incontro, è stato presentato un esposto sulla regolarità degli atti amministrativi e, addirittura, per bloccare immediatamente i lavori. Date le premesse che ho descritto, mi chiedo cosa sia successo, cosa ci sia di non chiaro e perché si chieda un provvedimento così drastico e grave quale è quello di sospendere i lavori.  Grave per chi rischia di subirlo perché potrebbe rispondere dei danni all’impresa che ha vinto l’appalto, ma grave anche per chi lo chiede con tanta leggerezza e che per questo potrebbe essere chiamato a risponderne».

Il progetto iniziale nel 2013

Minacce ‘velate’ a parte, quello che sembra emergere da questa storia appare più come la punta di un iceberg che, sotto la superficie, nasconde solo risentimenti e battaglie personali piuttosto che la preoccupazione per un progetto di impatto negativo su un bene prezioso per la città. E sul dibattito, tornano a battere il ferro gli esponenti che, per primi, hanno posto sotto i riflettori la vicenda. «Quello che colpisce in realtà non è tanto il modus operandi di Italia Nostra che da sempre ha utilizzato questi strumenti (a volte anche abusandone) per impostare la propria lotta nella difesa, tutela e salvaguardia del patrimonio, quanto lo stupore dell’ex Presidente della sezione di Perugia paladino, a quel tempo, di tutti i comitati del NO a tutto come il suo stesso sito internet riporta con dovizia di particolari», spiegano i consiglieri Arcudi, Bori e Bistocchi.

Il progetto ‘modificato’

Barelli Jekyll&Hide «Dall’azione di contrasto alla trasformazione del Mercato Coperto nell’ennesimo centro commerciale all’opera di sostegno ai comitati sorti contro il rumore del Minimetrò, dall’impegno contro la realizzazione dell’impianto fotovoltaico del Monte Tezio alla lotta al fianco dei comitati di Sant’Egidio e Santa Maria Rossa contro la realizzazione della centrale a biomasse, dalla ferma opposizione alla trasformazione della E45 in autostrada all’azione contro la costruzione della residenza universitaria di San Bevignate. Proprio per la storia personale tanto sbandierata di paladino del territorio contro i soprusi e gli abusi delle pubbliche amministrazioni la posizione attuale del Vice Sindaco Barelli stride fortemente: siamo di fronte ad una trasposizione in salsa perugina del romanzo dottor Jekyll e mister Hyde? La storia non è fatta né di se e né di ma, però, chissà quale sarebbe stata la reazione che Barelli ancora presidente di Italia Nostra di Perugia avrebbe avuto di fronte ai blocchi in cemento degli Arconi: avrebbe animato più di un comitato di lotta e resistenza? Avrebbe convocato svariate conferenze stampa, magari anche in loco, per denunciare lo scempio? Certo non si sarebbe fermato ad un esposto; ma si sa alcuni nascono incendiari per poi finire a fare i pompieri».

Regolamento di conti «La reazione scomposta ed anzi quasi intimidatoria per difendere uno scempio ambientale come questo -spiegano – che verte sul metodo e non sul merito dell’esposto è tipica di chi ha scarsi argomenti di autodifesa, di chi cerca di intorbidire le acque per nascondere le proprie responsabilità. Ormai Barelli ha compiuto il grande salto: è divenuto il massimo censore delle posizioni ambientaliste che prima tanto sosteneva come ha già fatto con il progetto Ikea passando da un oltranzistico no ad un sì totale. Da parte nostra è ormai molto tempo che stiamo sostenendo la necessità di una modifica sostanziale ad un progetto licenziato in fretta e furia la notte di Capodanno ed un rispetto maggiore per un’area carica di storia come quella di piazza della Rupe e degli Arconi».

Progetto condiviso Non c’è dunque la contrarietà totale a qualsiasi opera, da parte dell’opposizione, ma solo la necessità di riscoprire una partecipazione comunitaria ‘volta al bello’, «per far sì che Perugia resti la Pulchra Perusia che conosciamo: una città europea che guarda al futuro, ma con i piedi ben piantati nella sua storia.Il nostro non è un no all’opera in quanto tale, tra l’altro proposta e finanziata grazie all’impegno della passata amministrazione, ma una sollecitazione a ripensare l’opera per migliorarla, magari attraverso un concorso di idee europeo, come proposto anche dal direttore dell’accademia di Belle Arti di Perugia Paolo Belardi. Solo questa buona pratica e la fattiva collaborazione di tutti i soggetti interessati (la Regione, gli atenei, l’Accademia e tutte le associazioni culturali e di tutela del territorio che vorranno dare il loro contributo) faranno sì che la Biblioteca degli Arconi sarà veramente patrimonio collettivo».

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