Perugia, parla il ragazzo accoltellato: «Non li conoscevo»

Ascoltato in ospedale dai carabinieri il 40enne, che conferma le offese alla compagna orientale: «Ci porti il Covid», le hanno detto

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Non ha a che fare con il suo ruolo di amministratore di condominio, come si era ipotizzato, l’aggressione a Tommaso C., il 40enne accoltellato al cuore venerdì scorso in via della Pescara a Perugia. Lo ha confermato lui stesso agli inquirenti, sentito in ospedale, dove ha superato per fortuna brillantemente l’operazione al cuore, lesionato dalla lama che gli ha attraversato lateralmente il costato.

Le offese

Il motivo per cui – come si vede dal video delle telecamere del bar – l’uomo e la sua compagna (una 30enne di origine orientale) si sono fermati all’esterno sono delle offese volate proprio all’indirizzo della donna, presa in giro e apostrofata per le sue fattezze. C’è stato anche un commento sul coronavirus, una cosa tipo: «Ci porti il Covid e te ne vai in giro?». Un commento stupido e fuori dal tempo, che affonda le sue radici nella psicosi dei primi tempi, quando si pensava che il contagio potesse arrivare dalla comunità cinese. Ulteriore assurdità il fatto che a pronunciarlo sarebbe stato un giovane tunisino, appartenente quindi a una comunità che a sua volta subisce accuse su base ‘razziale’, altrettanto gravi come quella pronunciata quella sera.

Le indagini

Il lavoro di Tommaso c’entra comunque nella dinamica di quanto avvenuto subito dopo. Il ragazzo, infatti, negli ultimi 10 anni si è distinto per aver spesso affrontato i balordi che vivevano nel condominio di via della Pescara. È abituato a certi colloqui serrati. Forse anche per questo non si è lasciato scivolare addosso le offese ed è andato a chiederne conto, ricevendo prima una spinta poi almeno tre coltellate, di cui una poteva essere fatale. Gli avvocati dell’uomo – Luca Maori e Luca Valigi – ai giornali parlano di ‘violenza gratuita’ e chiedono a gran voce un’azione rapida alle forze dell’ordine. Le indagini sono affidate ai carabinieri, che hanno accertato la nazionalità dell’aggressore anche sulla base del fatto che poco prima aveva dovuto mostrare il documento per comprare le sigarette. Ma non ha ancora un nome. E la ricerca, con i giorni che passano, si fa sempre più difficile.

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