Associazione Codici all’attacco del Comune di Terni sulla questione della chiusura dell’impianto delle Piscine dello Stadio, ormai fuori servizio da oltre tre mesi. La delegazione ternana ha infatti reiterato nei confronti di palazzo Spada la richiesta di copia del contratto in essere con la società concessionaria, richiesta già in prima battuta inviata all’amministrazione comunale il 22 gennaio. «Il Comune non ha mai risposto, verosimilmente consapevole delle proprie responsabilità nei confronti della collettività ternana in generale e degli utenti in particolare» scrive il segretario regionale, Massimo Longarini. Che ipotizza anche possibili class action.
Cos’è l’accesso civico
L’associazione ricorda in una nota che «centinaia di utenti che hanno aderito alle promozioni della società subconcessionaria e che, improvvisamente, si sono trovati privati dei servizi e dei propri denari». «Anche l’impianto – continua – è stato palesemente abbandonato a sé stesso. In tal senso è sufficiente affacciarsi a guardare la grande piscina scoperta per rendersi conto di quanto sta accadendo». Codici, pertanto, si è avvalsa del proprio diritto all’accesso civico, disciplinato dalla legge, cioè il diritto di chiunque di richiedere alle pubbliche amministrazioni i documenti, le informazioni o i dati per i quali sia previsto l’obbligo di pubblicazione, nei casi in cui questa sia stata omessa. La richiesta di accesso civico non è sottoposta ad alcuna limitazione quanto alla legittimazione soggettiva del richiedente, non deve essere motivata, è gratuita e va presentata, anche per via telematica secondo le modalità previste dal decreto legislativo 7 marzo 2005, al responsabile della trasparenza dell’amministrazione.
«Responsabilità politica prima che giuridica»
«Se il Comune di Terni – spiega ancora l’avvocato Longarini – continuerà a secretare i contenuti della concessione manifesterà una responsabilità politica prima che giuridica. Gli appalti pubblici sono destinati a soddisfare un interesse generale; il committente gode di un potere-dovere di ingerenza nell’esecuzione dell’opera e limita l’autonomia dell’appaltatore. Codici, perciò, intende verificare se il Comune ha strutturato una concessione di un impianto pubblico in grado di tutelare cittadini ed utenti dai possibili rovesci di società private. Differentemente Codici Terni, di concerto con i propri referenti nazionali, darà corso ad una class action a tutela dei diritti della numerosa utenza danneggiata e privata di qualsiasi informazione circa i propri diritti contrattuali. Allo stato – conclude la nota – non possiamo che rilevare che i ternani sono stati abbandonati a sé stessi».
Piscine dello Stadio: il Comune tira dritto e riprende le chiavi