«Alle istituzioni chiediamo di tutelarci. Perché capiamo le esigenze produttive, industriali, ma la salute dei cittadini, i disagi, le spese: sono temi che non possono vederci lasciati da soli. Sono mamma di un bambino di tre anni e mezzo verso il quale ho delle responsabilità, e tutti a Terni dovremmo avvertire le stesse responsabilità nei confronti del nostro presente e del futuro. Verso la salute di tutti noi, di chi vive e lavora a Terni». A parlare è Giorgia Menciotti del neo-costituito – da circa un mese – comitato Prisciano-Terni Est che vuole portare avanti le istanze, in qualche modo storiche, dei residenti sul tema dell’inquinamento ambientale derivante dalle produzioni di Ast. Sabato mattina il comitato ha tenuto una conferenza stampa insieme ad Italia Nostra, Wwf Terni e Mountain Wilderness.
«Il problema polveri riguarda chi vive nella zona di Prisciano e borgo Bovio, ma la questione metalli pesanti, nichel, cromo esavalente, l’inquinamento dell’aria riguarda tutta la conca ternana – spiega Giorgia Menciotti -. Quando sento parlare di sostenibilità ambientale delle acciaierie, penso alle polveri che continuano ad invaderci nelle nostre abitazioni, che ricoprono piazzali, auto, piante, tetti, grondaie. Non semplici polveri che possono essere pulite con uno straccio bagnato ma materiali che si attaccano e danneggiano fino a corrodere. Difficili da togliere e metalliche». In conferenza stampa la vice presidente ne ha portato un campione: «Basta avvicinarle ad una piccola calamita che queste polveri, questi materiali si attaccano. Segno della loro natura metallica».
Polveri che, per il comitato, sono solo una parte del problema: «I dati Arpa illustrati di recente dicono che i valori di nichel e cromo nell’aria sono aumentati nel periodo 2021-2023. E i metalli pesanti sono cancerogeni. A Prisciano vige ancora l’ordinanza dell’ex sindaco Di Girolamo che vieta le coltivazioni, segno che il problema è ancora esistente e presente. Dal 2019 poi non vengono più fatte analisi su latte, uova e ortaggi, questione di cui chiederemo conto alla Usl. Infine continuiamo a fare i conti con odori nauseabondi, di plastica mista a zolfo, altre volte di ferro e saldature, e con le vibrazioni del suolo che provocano il tintinnio di vetri e porte e che di certo non fanno bene alle nostre abitazioni. Questa è la quotidianità, da anni. E le istituzioni che dicono?». Il comitato ha incontrato Arpa ed ha avuto anche un confronto con ingegneri di Ast: «Sarebbe bellissimo se i progetti che ci hanno illustrato venissero realizzati. Ma, sinceramente, dopo tutti questi anni ci sono solo dubbi, rabbia e sconforto».
Parole a cui fanno eco quelle di Marco Sansoni, responsabile di Italia Nostra a Terni: «Sessant’anni fa ai cittadini di Papigno che ponevano dubbi sull’inquinamento del loro borgo, gli venne detto che dovevano portare pazienza, che in fondo quelle polveri e quei sedimenti erano innocui. Non era così, oggi la pazienza è finita e soprattutto c’è maggiore consapevolezza. Da parte nostra, nessun ‘accanimento’ verso Ast ma la volontà di fare piena luce, perché di fronte ad immagini satellitari come quelle del parco scorie o della discarica non è possibile mettere la testa sotto la sabbia. Ast-Arvedi sia finalmente protagonista di un risanamento e la politica si attivi. I dati dicono che le concentrazioni di nichel, cromo esavalente e cromo nell’aria e nei terreni eccedono i limiti permessi e ciò riguarda tutta la città, anche i lavoratori Ast e non solo i residenti di Prisciano. Parlare di ‘landfill mining’ in ordine all’ampliamento della discarica siderurgica, distoglie da una realtà che è fatta di ‘monnezza’ pericolosa continuamente abbancata su una guaina che ha dimostrato tutti i propri limiti di tenuta. È ora di agire tutti insieme». Giuseppe Rinaldi del Wwf di Terni ricorda le indagini e i procedimenti scaturiti dalla costruzione della galleria della Terni-Rieti sotto la discarica di Valle. Ma pure come Papigno dal 2001 sia «al centro di un Sin, Sito di interesse nazionale indicato dal Ministero dell’ambiente, fra i più inquinanti d’Italia e che necessita di una bonifica non più rinviabile. Ok per il ‘landfill mining’ ma che le tecniche siano le migliori disponibili e che ciò proceda di pari passo con la bonifica del Sin. Terni ha criticità ambientali storiche che devono essere affrontate per il bene di tutti».
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