Terni, discarica Ast: prosegue il ‘tira e molla’ sul progetto landfill mining

L’assessore Aniello rilancia dopo l’incontro romano di fine marzo: «Non sappiamo ancora nulla delle sorti della discarica». Pressing Fiorelli

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di S.F.

Accordo di programma e progetto landfill mining per la discarica di vocabolo Valle, non se ne esce. O meglio, c’è un nuovo rilancio dell’assessore all’ambiente Mascia Aniello su questo tema dopo la ‘pace’ registrata di recente in seguito all’incontro romano tra ministero, Regione, Comune e Ast: «Ad oggi non abbiamo alcun progetto di fattibilità rispetto a quanto pattuito e non sono possibili ulteriori, specifiche valutazioni». Che si fa?

DICEMBRE 2023, TRA CAPPING E LANDFILL MINING

Mascia Aniello

Pressing Fiorelli e chiamate con Bandecchi

A chiedere delucidazioni ci ha pensato l’esponente pentastellato ed il mirino è sempre sul landfill mining: «Era stato detto che non c’era un progetto ed i costi erano alti. Si parlava inoltre di una nuova area al di fuori della ‘conca’ ternana per trattare scorie e fanghi siderurgici. Tutto ciò è andato a cozzare con quanto asserito dal neo assessore Sergio Cardinali: ha detto che c’era documentazione tecnica per il landifill mining e la bonifica. Qual è lo stato dell’interlocuzione? Avete cambiato opinione sul progetto?». La Aniello, ex M5S, al solito non si è trattenuta più di tanto sull’argomento: «All’epoca, 19 gennaio, c’era soltanto uno studio di Ast. Nessun progetto. La linea della giunta non è mai cambiata, ho parlato con Stefano Bandecchi stamattina e ieri. Ci sono aggiornamenti». Curioso il primo episodio narrato: «Il 18 gennaio il Comune avrebbe irritualmente ricevuto in via informale, presumibilmente presso gli uffici tecnici ma non l’assessorato all’ambiente che lo ha visionato soltanto una settimana dopo, un progetto di fattibilità tecnica di landfill mining. Trasmesso poi ufficialmente al Mase il 1° febbraio 2024». Interessante.

«INVERSIONE AD U DEL COMUNE SUL PROGETTO»

Fiorelli

La bocciatura e il confronto

Bene, poi? «Il 13 febbraio, il ministero ha chiesto un parere ad Ispra e Arpa sul progetto landfill mining. Il 12 marzo è stato protocollato in Comune un parere Arpa indirizzato al Mase: con poche e discutibili righe, l’Agenzia liquidava la questione come soluzione conforme. La sottoscritta – ha aggiunto la Aniello – il 18 marzo ha inviato una lunga nota di riscontro che evidenziava invece tutti i limiti tecnici di questo progetto». Focus sulle falde acquifere ed i metalli pesanti. Poi il tavolo del 28 marzo a Roma: «Ribadita la posizione del Comune relativamente all’inadeguatezza tecnica di questo progetto di landfill mining ed esigendo precisi impegni da parte dell’azienda in base a puntuali valutazioni tecniche dei nostri consulenti esterni. Secondo i quali la soluzione proposta non garantisce la sicura evoluzione nel tempo data la complessità dei fenomeni coinvolti». E via di elenco. «L’azienda ha accettato le proposte del sindaco sul rigido confinamento delle scorie e dei fanghi, sulla copertura della discarica medesima e sull’applicazione di adeguati strati di argilla per avere così una discarica scientificamente attenuta rispetto a quelle siderurgiche viste finora». Tutto risolto dunque? «Ad oggi il Comune di Terni non ha ricevuto alcun progetto di fattibilità aggiornato da Ast secondo ciò che è stato pattuito con il sindaco. Siamo in attesa di un nuovo progetto».

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Landfill mining

Il tempo scorre

Fiorelli, in replica, dal canto suo ha ricordato che «il tempo passa e ancora non sappiamo cosa faremo di questa discarica. Ed in più non c’è nessuna notizia su un altro punto da poter utilizzare come discarica in alternativa all’esistente. Ci sarà un allargamento?». La Aniello ha chiesto e ottenuto di poter rispondere: «Sì, vero, non sappiamo ancora nulla delle sorti della discarica. Ma fin da giugno abbiamo incontrato i vertici dell’acciaieria e sono loro ad aver ritardato sul progetto di fattibilità. Lo studio precedente era del 2021 e si parlava di cifre ben diverse. Se avessero presentato le carte nel 2023, avrebbero avuto 6-7 mesi per l’elaborazione sulla base delle indicazioni tecniche date. Ampliamento non possibile, solo rimozione e recupero volumetrie». Se ne uscirà? Di mezzo c’è l’accordo di programma da circa 1 miliardo di euro.

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