Pronto soccorso Terni: «La visita di D’Angelo non è stata un blitz»

L’azienda ospedaliera interviene nel dibattito sul funzionamento della struttura. E replica al paziente che ha atteso 16 ore

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Non si placa la discussione attorno al funzionamento del pronto soccorso dell’azienda ospedaliera ‘Santa Maria’ di Terni. Ora è la direzione generale ad intervenire, rispondendo alle polemiche sollevate dai sindacati – un appello a istituzioni e forze dell’ordine – e dando la propria lettura circa la visita del direttore regionale della salute, Massimo D’Angelo.

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La replica al paziente che ha atteso 16 ore

«In riferimento alle ultime notizie apparse sui media relativamente al pronto soccorso – si legge nella nota dell’ospedale ternano – si precisa che fra il 19 e il 20 luglio, nelle ore in cui si colloca l’esperienza del paziente che ha esposto il reclamo per la lunga permanenza nel pronto soccorso di Terni (16 ore, ndR), lo stesso ha visitato 214 pazienti, numero al di sopra anche dei picchi più volte registrati. Precisamente il paziente è giunto in pronto soccorso alle ore 23.35 del 19 luglio in codice verde, con sintomi che quindi non rappresentavano una condizione di gravità, ed è stato ricoverato alle 15.30 del giorno successivo, dopo essere stato tenuto in osservazione durante tutta la sua permanenza. Nel frattempo il personale del pronto soccorso, con la collaborazione dei professionisti di tutto l’ospedale, ha accolto e visitato numerosi pazienti di cui 4 in condizioni molto gravi che erano giunti con codice rosso e 32 che erano giunti con codice giallo, qualificandosi pertanto come pazienti affetti da patologie a rischio per la sopravvivenza ai quali i medici di pronto soccorso hanno letteralmente salvato la vita».

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Il dg Chiarelli: «Spazi separati penalizzano il comfort»

«Siamo spiacenti che il paziente abbia vissuto come ‘apparentemente futile’ quella lunga attesa, perché in realtà, per valutare la reale necessità del ricovero, durante la sua permanenza è stato visitato e tenuto in osservazione come avviene per ogni altro paziente, fatta eccezione che per alcuni esami eseguiti il giorno precedente che il signore aveva portato in visione e che il personale medico non ha ritenuto utile ripetere a distanza di così poche ore. Senza dimenticare – ricorda il direttore Pasquale Chiarelli – che tutto questo avviene non in uno ma in due strutture di pronto soccorso che si affiancano costantemente per tenere separati e in piena sicurezza i percorsi dei pazienti con Covid, a discapito degli spazi disponibili e, purtroppo, del comfort dei pazienti».

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«Nessun blitz»

«Nonostante la cronica e ormai insostenibile situazione di iperafflusso di pazienti – aggiunge Chiarelli -, il pronto soccorso di Terni non soltanto non ha mai respinto alcuna persona malata proveniente da tutto il territorio regionale e anche dalle regioni limitrofe, ma continua a lavorare con la massima serietà secondo percorsi improntati all’accoglienza e alla sicurezza della persona, procedure condivise e costantemente aggiornate, e facendo fronte a criticità più volte rese note a tutti i livelli. È importante a mio avviso che anche gli organi di stampa, al pari delle istituzioni tutte, si facciano carico di non far passare la visita del direttore D’Angelo come un ‘blitz’, perché le nostre porte sono sempre state aperte e, anzi, a nome della direzione e dei professionisti dell’ospedale di Terni, posso dire che tutti ci auguriamo che il dialogo con il direttore regionale alla salute prosegua al fine di affrontare in modo serio e costruttivo ogni aspetto e ogni criticità del sistema sanitario regionale di cui l’ospedale è parte integrante, senza puntare il dito contro una sola parte di questo complesso sistema».

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