Raccordo come la Salerno-Reggio: «Potrei scrivere un libro nel traffico»

Perugia – La scrittrice Bianca Bracardi polemizza: «Ci metto un’ora a fare un percorso da 10-15 minuti». Il dibattito si infiamma

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di P.C.

I recenti incidenti che hanno bloccato il raccordo di Perugia e che tuttora causano pesanti rallentamenti  sia sulle via di accesso principali sia su quelle interne (la carreggiata interessata dal rogo del camion in galleria è ancora chiusa e in quel punto, all’altezza di Piscille, si viaggia in doppio senso grazie a un restringimento) inevitabilmente hanno riacceso il dibattito – mai del tutto sopito in realtà – sul nodo (o nodino) di Perugia. Un’opera su cui da mesi ci si scontra, posizionati su fronti contrapposti che sembrano cristallizzati, talvolta per convincimento, talaltra per partito preso. 

Il post della scrittrice

Abbiamo scelto così di aprire questa ‘rassegna’ di pareri, con la posizione di una persona del tutto estranea al dibattito pubblico sul tema. Ci ha colpito, infatti, giovedì mattina, il post della scrittrice perugina Bianca Bracardi, che ha da poco pubblicato il suo primo romanzo – ‘Il momento giusto’ – e che proprio di tempo parla sui social. Non un’attivista, tantomeno una polemista, insomma. Ma una delle tante persone che si spostano per lavoro dalla zona dei ponti a quella nord di Perugia (nel suo caso Ellera) e che negli ultimi tempi si ritrovano a percorrere lo stesso tratto di strada nel triplo del tempo che impiegavano qualche anno fa.

«Da 15 minuti a un’ora per lo stesso tragitto»

Bianca Bracardi

«Abito a Ponte San Giovanni. E lavoro a Ellera. Non è una sfortuna. O meglio, non lo era fino a quando la E45 non è diventata la Salerno-Reggio Calabria dell’Umbria – scrive la Bracardi – per un percorso stradale che normalmente percorro in 10/15 minuti ora ci metto la bellezza di 45/60 minuti perché mi ritrovo a dover passare per vie alternative: ieri ho provato l’ebbrezza di San Vetturino (ad andare) e di San Girolamo (a tornare) andando a ingrossare ancora di più le file dei pendolari che quella strada, invece, la fanno sempre. Considerando il tempo che passo in auto potrei tranquillamente leggere un libro, scriverne un altro o avere una conversazione telefonica intercontinentale con qualche mio amico».

«Percorso sbagliato, fin dalla sua nascita»

«Ok, gli umbri non sono degli assi al volante, sicuramente in qualche altra parte d’Italia gli ingorghi finirebbero nel tempo di una suonata di clacson. Ma non siamo in un’altra parte d’Italia.
Siamo in Umbria e non è normale che vedo casa mia a 500 metri in linea d’aria e ci arrivo 30 minuti dopo. Il percorso della E45 su Ponte San Giovanni è sbagliato, lo era negli anni ’70 quando l’hanno costruita e lo è ancora di più oggi che il traffico è aumentato a dismisura. E’ pericolosa normalmente.
Senza camion incendiati o incidenti ogni sacrosanto giorno. Il mio tempo vale esattamente come quello delle menti eccelse che hanno permesso questo scempio. E sinceramente, non ho voglia di sprecarlo così».

Il post della scrittrice perugina

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Nodino sì, Nodino no: dibattito intenso

Contestualmente ai recenti incidenti, sia i ‘pro nodo’ sia i ‘contro’, hanno cominciato a darsi battaglia, soprattutto a colpi di post sui social. Particolarmente attivo il gruppo ‘Sciogliamo il nodo‘, evidentemente contro. Mentre più di recente è sorto un comitato ‘pro nodo’, che ha fatto sentire la propria voce con una lettera pubblica ai giornali. 

«La maggioranza è silenziosa»

«La maggior parte della popolazione – scrivono – per nostro sentir comune  è favorevole al progetto ma avendo fiducia in tutti coloro che dovrebbero attuare i miglioramenti alla vita dei cittadini, non ha ritenuto per ora di dover fare chissà quali  manifestazioni in piazza dando per scontata l’estrema necessità dell’opera. Ora però, considerato l’atteggiamento e le manifestazioni di chi  teme l’opera per ragioni che noi riteniamo incomprensibili e vedendo che chi dovrebbe autorizzare l’opera sembra voler rimandare la decisione, abbiamo  deciso di scrivere e di far sentire la nostra voce poiché  un grandissimo  numero di  cittadini  vuole il nodo/nodino subito e , molto probabilmente si tratta della stragrande maggioranza della popolazione che vive nella provincia di Perugia e non solo». 

Il video che è un po’ contro e un po’ a favore

Proprio in queste ore è comparso sui social un video che sottolinea come la maggior parte dei mezzi che arrivano alla biforcazione di Collestrada non vanno verso Roma bensì verso Perugia. Un video che viene presentato come la conferma alla presunta inutilità del nodo (sottolineando piuttosto la necessità di un allargamento della rampa di accesso) e che invece, a ben vedere, conferma quantomeno come il numero di mezzi pesanti che circola verso il capoluogo sia spropositato rispetto alle dimensioni della strada. Sia il nodo che il nodino, infatti, non vanno verso Roma bensì verso la zona del Trasimeno, con tappe a Madonna del Piano, in zona ospedale e, infine, a Corciano.

Guaitini (Radicali) si appella al Pums

Oltre ai residenti di Collestrada, oltre alle associazioni ambientaliste, fra i maggiori sostenitori del fronte del no c’è l’area radicale, che vede in Michele Guaitini uno dei più attivi produttori di interessanti interventi sul traffico veicolare e in generale sulla mobilità sostenibile: di recente, fece notare come l’elevata velocità nei centri cittadini non solo sia deleteria ma non comporti poi un sostanziale guadagno in termini di tempi di percorrenza. Di seguito il suo post che, riprendendo – con tanto di grafica – i passi salienti del Pums sui traffici veicolari, smentisce l’utilità del nodo; almeno per i perugini.

Intanto nasce il comitato per il sì al nodino

A ‘Sciogliamo il nodo’ si oppone un altro comitato, che cambia la prospettiva. Si chiama ‘Chi salverà Ponte San Giovanni?’ ed è a favore del nodino proprio per decongestionare l’area urbana iper popolata a ridosso del capoluogo: «Quello che sta accadendo in queste ore con il traffico è ciò che accade da anni e non è più tollerabile – affermano i portavoce Fausto Cocciari e Luigi Ercolani – non c’è la necessaria chiarezza di informazione: si parla di progetti già approvati e finanziati, ma che non diventerebbero operativi, non si sa se per l’opposizione manifestata da comitati locali o per contrasti fra le istituzioni a cui spetta dare il proprio assenso alla realizzazione, totale o parziale, di quell’indispensabile opera pubblica nota come “Nodo di Perugia”, che libererebbe Ponte San Giovanni da una morsa che la sta soffocando».

Melasecche: «Responsabilità storica per le istituzioni»

«L’ennesimo incidente nelle gallerie di Perugia – ha scritto in una nota l’assessore Melasecche – obbliga tutti gli umbri ad una riflessione conclusiva sulla assoluta urgenza di affrontare con serietà il problema della sistematica congestione del traffico, soprattutto pesante, in quel tratto di strada da troppi anni trasformato da una serie di concause in una sorta di imbuto/ camera a gas per la quantità enorme di veicoli che l’attraversano. Anche oggi l’Anas ribadisce per bocca dei vertici regionali l’importanza risolutiva di quel doppio intervento, realizzando sia la nuova bretella da Collestrada a Madonna del Piano sulla E45, sia ampliando lo svincolo di Ponte S. Giovanni, richiesto anche quello da questa giunta, la cui progettazione è in corso ed il cui finanziamento è disponibile. Il problema del Nodo di Perugia scuote le coscienze di chiunque ritiene non più rinviabile la soluzione della più grave criticità regionale. Il rischio di perdere il treno che sta passando – ha concluso – costituirebbe una responsabilità storica, morale prima ancora che politica ed amministrativa, di fronte a tutti gli umbri».

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