Regione Umbria: «Marini sotto ricatto»

Raffaele Nevi (Forza Italia): «Disse che mai avrebbe rimosso il direttore della sanità Walter Orlandi». Ma secondo il forzista, la rimozione è imminente

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La vicenda si trascina da un pezzo. Da quando – era febbraio 2016 – Luca Barberini si dimise da assessore regionale, per poi fare ritorno – quattro mesi dopo – all’ovile. Ma adesso pare proprio che si possa fare chiarezza su quello che successe davvero in quel periodo.

Lodo Orlandi Il presidente del gruppo di Forza Italia in Regione, Raffaele Nevi, non usa mezzi termini: «Con l’approvazione del cosiddetto “lodo Orlandi” in prima commissione, la corrente ‘bocciana‘ del consiglio regionale ha messo a segno un colpo importante verso la rimozione di Orlandi (Walter Orlandi, direttore regionale dell’area sanità in Umbria; ndr). A fronte di questo Smacchi ha dovuto ritirare i suoi emendamenti che davano certezza sui tempi e mettevano in capo all’intera giunta, e non solo alla presidente, la nomina del direttore generale».

«Sotto ricatto» Tutto ciò , secondo Nevi, «è stato fatto a seguito della audizione del sindacato della dirigenza che aveva stroncato pesantemente il Disegno di legge della giunta, sottolineando che questo va nella direzione opposta alla semplificazione e alla efficienza dei procedimenti amministrativi e crea un inopportuno allungamento della catena di comando della burocrazia regionale. Dalla discussione di questa mattina si evince che la Marini è sotto ricatto, al contrario di quanto dichiarò a seguito della nomina di Orlandi in cui disse che mai avrebbe rimosso lo stesso Orlandi per non sottostare ad un ricatto politico».

La Lega Nord «Svuotata di responsabilità, ma ricca di potere politico: ecco come definiamo noi la nuova carica di direttore generale della Regione, la cui istituzione è stata decisa oggi – lunedì; ndr – in Prima commissione dal Partito Democratico con il voto contrario della Lega Nord e l’astensione ‘imbarazzata’ del consigliere Solinas», commentano in una nota i consiglieri regionali Lega Nord Umbria, Emanuele Fiorini e Valerio Mancini. «Il tutto alla presenza dell’assessore Bartolini, che già il 10 di maggio scorso, sempre su questo tema, aveva dimostrato notevole ‘difficoltà’ nell’illustrare tale proposta di legge. Mentre in Umbria mancano posti di lavoro, il Pd si sta dimostrando capace di creare solo poltrone autoreferenziali. Ormai tutti conoscono la vicenda riguardante l’eterna battaglia che va avanti da inizio legislatura, nell’ambito sanitario, tra la corrente mariniana e quella bocciana. Come era facilmente prevedibile, il rientrante assessore Barberini è passato a riscuotere dazio alla Marini: cosa che ricadrà inesorabilmente sulla pelle dei cittadini. Al contrario di quanto vogliono farci credere, infatti, quello che ci interessa sottolineare è l’ennesimo spreco di risorse pubbliche che si andrà a perpetrare con l’istituzione di tale figura, utile soltanto ad appesantire la macchina amministrativa ed allungare i processi decisionali per cittadini ed imprese. Sarebbe opportuno, tra l’altro, che tale ruolo venga occupato da chi non ha procedimenti amministrativi e giudiziari in corso».

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