Regione, Barberini sbatte la porta e va via

Alla fine lo strappo si è consumato: dopo il braccio di ferro vinto da Catiuscia Marini su Gianpiero Bocci, l’assessore alla sanità si dimette e lancia accuse

Condividi questo articolo su

Lo strappo è stato bello grosso. Per coprirlo ci sarebbe voluta una toppa di dimensioni importanti. E infatti non l’hanno trovata. Tanto che, dopo la lenzuolata di nomine dei direttori delle aziende sanitarie e ospedaliere e dei direttori generali, anche nella mattinata di mercoledì continuavano a circolare le voci relative alle dimissioni di Luca Barberini da assessore regionale alla sanità. Dimissioni che poi sono arrivate.

Il cane E che tirasse una brutta aria lo si era capito sempre meglio, quando martedì sera, sul profilo Facebook dell’ormai ex assessore regionale, era apparso un post emblematico, corredato dalla foto del suo cane: «Questo è Nelson, l’unico “cane da guardia” che ho. Non sento il bisogno di averne altri…».

Le motivazioni E sempre su Facebook, Luca Barberini spiega tutto: «Poco fa – ha scritto – ho firmato la lettera delle dimissioni da assessore regionale a sanità, coesione sociale e welfare, con effetto immediato. In questi mesi di legislatura c’è stato, da parte mia, un impegno totale e assiduo, in un confronto costante con le persone e i territori in settori delicati e strategici come il sociale e la sanità, che toccano direttamente la vita di tutti i cittadini. Ho incontrato tanta passione, tante risorse e tante persone con la voglia di costruire tutti insieme qualcosa di diverso che ponesse fine alle vecchie abitudini e portasse l’Umbria sulla strada del cambiamento, con una nuova politica, nuovi strumenti, nuovi principi, etica e valori. Purtroppo non è stata interpretata la necessità di cambiare per migliorare la cose. Non può essere considerato un cambiamento, ad esempio, la volontà di trasferire una persona (della quale non metto in dubbio le qualità), che dagli anni Novanta esercita funzioni apicali nel complesso mondo della sanità, al governo e all’indirizzo di tutto, sopra gli stessi direttori generali assegnandogli la funzione di direttore regionale dell’intera area della sanità, del welfare e di tutto il personale. Non penso avere bisogno di cani da guardia. E’ venuto meno un rapporto di reciproca fiducia e lealtà all’interno della Giunta. Non si possono fare scelte così importanti, come quelle dei direttori generali, senza ascoltare l’assessore delegato in materia sulle esigenze espresse dalla comunità: ricadono troppo direttamente sulla vita dei cittadini. Su sanità e sociale non possiamo più vivere di ricordi e risultati conseguiti nel passato, serve un cambio di passo. Ritengo che le prese di posizioni arroganti, sia nella politica che nella vita, non paghino. La battaglia per il cambiamento e l’innovazione, la spinta propulsiva che ho cercato di portare interpretando la voce e i bisogni della comunità umbra, proseguiranno in altri ruoli con rinnovato vigore. Vedremo in Consiglio regionale chi avrà davvero voglia di reggere le importanti sfide che avremo davanti nei prossimi mesi. Continuerò a garantire il mio impegno a servizio degli umbri. In un mondo dove tutti si distinguono per restare sempre incollati alla “poltrona”, con questa mia decisione voglio anche dimostrare che questa non è tutto e che gli interessi generali della comunità, i principi e gli ideali vengono prima di tutto il resto».

I CURRICULA DEI NUOVI DIRETTORI

Le voci Le nomine, insomma, rischiano di avere un effetto dirompente sull’equilibrio, sempre piuttosto precario, che tiene insieme le diverse anime del Partito Democratico regionale e, in particolare, la ‘famiglia’ che fa riferimento alla presidente Catiuscia Marini e quella che si riconosce nel potente sottosegretario Gianpiero Bocci. A cui sarebbe stato proposto, viste le polemiche, di affidare la Centrale unica degli acquisti a Maurizio Valorosi.

I commenti «Le dimissioni dell’assessore Luca Barberini, uomo di punta del Pd, dimostrano ancora una volta le lacerazioni e le forti divisioni presenti all’interno del partito di maggioranza assoluta – dice Marco Squarta (FdI) – una maggioranza partita malissimo fin dall’inizio, che ha vinto le elezioni grazie ad una legge elettorale cucita su misura. Con divisioni interne risultate evidenti già in questi primi mesi di legislatura, con frequenti sospensioni del lavori d’aula proprio a causa delle divergenze interne alla maggioranza. Un assetto politico precario, su cui piovono anche le critiche di illustri esponenti nazionali del Partito Democratico. Tutti elementi – conclude Squarta – che certificano la fine della maggioranza e l’assenza dei numeri per portare a termine la legislatura». Ma il sindaco di Terni, Leopoldo Di Girolamo, esprime invece «l’apprezzamento per le scelte fatte dalla presidente Marini e dalla giunta regionale. Si è proceduto considerando anche le legittime esigenze di rinnovamento e rotazione, elementi sempre più pressanti per la pubblica amministrazione. Sono del parere che i professionisti individuati possano far fare un ulteriore salto in avanti alla sanità regionale e proseguire e rafforzare il lavoro svolto fin ora». Mentre il capogruppo di Forza Italia in Regione, Raffaele Nevi dice: «Apprezzo la coerenza dell’ex assessore alla sanità Barberini che, per una volta, ha dato un segnale forte dimettendosi e denunciando le pratiche spartitorie di chi governa la Regione con la sola volontà di occupare il potere con uomini che da sempre assicurano un collegamento tra partito e istituzioni. È la dimostrazione che in Umbria c’è spazio solo per un governo di sinistra verso cui gli ex democristiani hanno troppe volte chinato il capo. La speranza è che adesso finalmente se ne siano resi conto e che si ponga fine a questo scempio, ad un governo Marini delegittimato e si ridia voce al popolo». Un «invito a riconsiderare il proprio atto, ritirando quindi le dimissioni per riprendere quell’azione positiva per l’Umbria che ha condotto fino ad oggi nella guida di un importante e difficile assessorato come quello della sanità e del
welfare», arriva invece a Luca Barberini dal capogruppo regionale del Partito Democratico, Gianfranco Chiacchieroni che, «dispiaciuto» per la scelta di Barberini, si dice «determinato a lavorare affinché si possa tornare ad un rapporto di piena fiducia e collaborazione all’interno della giunta regionale, superando le incomprensioni emerse nella vicenda delle nomine dei direttori della sanità». Il segretario regionale del Pd, Giacomo Leonelli, spiega che «le dimissioni dell’assessore Luca Barberini ci hanno lasciato molto amareggiati. Gli avvenimenti di queste ultime convulse ore, se da un lato hanno visto la presidente Marini esercitare le prerogative che la sua posizione istituzionale le assegnava, dall’altro testimoniano una serie di fibrillazioni interne al Pd e alla sua componente di giunta che, sarebbe inutile nasconderlo, non rappresentano affatto una pagina straordinaria della vita politica e istituzionale della nostra regione. Auspico fin da ora che la vicenda si possa ricomporre e mi prodigherò in tal senso, nella ricerca di una ritrovata unità del partito, anche e soprattutto nell’interesse del governo dell’Umbria e dei suoi elettori: quelli che nello scorso maggio ci hanno investito della responsabilità di guidare l’Umbria in una fase così delicata per la sua storia,  infatti, possono comprendere delle differenze di opinioni all’interno del Partito Democratico, e anche le diverse strategie sugli obiettivi da raggiungere, ma non capiscono e contestano divisioni basate su personalismi ed equilibri interni».

Aggiornamenti a seguire

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli