«Sagre di soli 4 giorni»: la Regione dice sì a ristoranti e bar

Ma le Pro Loco storcono il naso: «Ancor più diseconomico organizzarle». Al momento non trattato il tema della vocazione delle sagre

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Come più volte richiesto dagli esercenti di bar e ristoranti, la Regione Umbria mette un limite alle sagre in programma nell’estate del 2021: le manifestazioni non saranno annullate del tutto, ma non potranno superare i quattro giorni consecutivi.

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«Tutelare un settore che ha sofferto troppo»

«L’orientamento è quello della limitazione di quattro giorni – fa sapere l’assessore regionale Michele Fioroni – dobbiamo tutelare un settore che ha sofferto troppo. Lo schema del 2020 era a mio avviso corretto; certo dobbiamo ancora confrontarci ma questa è la nostra linea». Secondo il Corriere dell’Umbria, prevista la pubblicazione di una apposita ordinanza nelle prossime settimane, con decorrenza da luglio.

Le Pro Loco si oppongono

Una scelta che non sembra soddisfare nessuno. Da un lato, gli esercenti comunque dovranno avere a che fare con un concorrente in più, luoghi ed eventi dove la gente andrà a mangiare. Dall’altro le Pro Loco: «Posto che le previsioni ci dicono che solo un 20% delle manifestazioni si faranno – dice Francesco Fiorelli, presidente dell’Unpli, che riunisce 240 Pro Loco regionali – introdurre la limitazione dei quattro giorni come lo scorso anno rende ancor più diseconomico organizzare sagre e feste paesane».

Restano in vigore le regole Covid

In considerazione del contesto, tutti i visitatori devono indossare la mascherina a protezione delle vie aeree (per i bambini valgono le norme generali). Lo stesso obbligo si applica anche agli operatori addetti alle attività a contatto con il pubblico.

La vocazione delle sagre

Insomma, in attesa del decreto, nessuno sembra pienamente soddisfatto. E al momento non sembra essere stato trattato il tema fondamentale, cioè quello della reale vocazione delle sagre: bene quelle che valorizzano il territorio e i suoi prodotti, magari in sinergia con chef e locali del posto; meno bene quelle fantasiose e del tutto decontestualizzate, che sono solo un pretesto per far girare soldi, foraggiando orchestrine e venditori ambulanti. 

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