Sanità a Terni: la Fipac riflette su ciò che va migliorato

Sergio Giardinieri analizza la sitazione di azienda ospedaliera e Usl. Partendo dai primariati ‘vacanti’: «Non l’unica carenza

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di Sergio Giardinieri
Fipac Confesercenti di Terni

Alcuni accadimenti in quest’ultimo periodo, stimolano qualche breve riflessione sulla sanità dell’azienda Usl 2 dell’Umbria e dell’ospedale di Terni. Solo poche note giacché la Fipac Confesercenti dell’Umbria sta elaborando uno studio sulla sanità in Umbria che presto sarà portato all’attenzione della comunità.

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Ci riferiamo alla prima edizione degli incontri diabetologici ternani, di settembre scorso, organizzato dall’università degli Studi di Perugia e dall’azienda ospedaliera ‘Santa Maria’ di Terni, caratterizzata dalla presenza di ospiti internazionali. Il diabete è una patologia che colpisce oltre 29 mila persone in Umbria, il 5% della popolazione compresa tra i 18 e i 69 anni. Guidata fino al febbraio 2020 dal professor Giuseppe Fatati, la struttura di diabetologia, dietologia e nutrizione clinica del ‘Santa Maria’ di Terni non ha ancora un direttore ma solo un facente funzioni, causa forse la querelle tra medici ospedalieri e universitari, scordando che al primo spetta il compito dell’assistenza e, al secondo, quello della didattica e della ricerca di cui l’assistenza è elemento centrale. E se il direttore generale della sanità regionale pensa di ridurre la spesa farmaceutica, tra le più alte d’Italia, tagliando i farmaci, pensi a recuperare prima il differenziale sulla spesa farmaceutica: secondo il rapporto OSMED 2022, per gli antidiabetici si ha un costo a terapia di 0,91 euro contro una media nazionale di 0,84 euro.

Ma la struttura di diabetologia non è l’unica priva di direttore se è vero che ne mancano almeno dieci. E non mancano solo gli apicali se lo scorso mese la giunta regionale dell’Umbria, su proposta dell’assessore alla sanità Luca Coletto, ha approvato l’accordo tra la Direzione salute e welfare della Regione e le organizzazioni sindacali dei medici di medicina generale che fronteggia, se necessario, la carenza dei medici di medicina generale facendo ricorso al mantenimento, su base volontaria, dell’incarico convenzionale ai medici anche oltre 70 anni. Questo vale per alcune zone montane dell’Umbria ma anche per l’azienda Usl Umbria 2 che lamenta carenze per 57 posti vacanti di medicina generale/assistenza primaria per mancanza di domande dei medici disponibili ad accettare l’incarico vacante.

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Per un convegno concluso, uno che dovrà svolgersi il 22 ottobre prossimo: quasi un convegno ‘a chilometro 0’, su chirurgia toracica a Terni tra storia e attualità. Una struttura dedicata ed efficiente, in una realtà con dati di incidenza industriale e fattori climatici e geografici che possono aggravare patologie polmonari e oncologiche. Una struttura che può vantare un 30% di fatturato derivante da pazienti provenienti da fuori regione, soprattutto dal Lazio e dalle province di Rieti e Viterbo. Ciò che va bene per una struttura, non va bene per il resto dell’alta specializzazione: le risorse vengono raccolte all’interno dei confini regionali mentre, nel giro di cinque anni, il ‘Santa Maria’ ha bruciato 9 milioni di euro. Si è infatti passati dai 5.369 pazienti provenienti da fuori regione, registrati nel 2019, ai 3.430 del 2021.

A partire dagli anni ’60 la sanità pubblica ternana si è sempre connotata per una forte valenza innovativa. Quest’anno sono 50 anni dalla fondazione del Mesop (acronimo di MEdicina SOciale Preventiva), il programma di prevenzione nell’ambiente di lavoro che prevedeva l’individuazione dei fattori di rischio ambientale e organizzativo in fabbrica, promosso dalla Provincia di Terni che cessò di funzionare quando le sue funzioni furono assorbite dai servizi delle Usl. Si potrebbe proseguire con la trasformazione della casa di riposo comunale ‘Le Grazie’ in un servizio geriatrico sotto l’impulso e la guida del dottor Pietro Valdina ma ci porterebbe troppo lontano. Vogliamo chiudere con le parole del dottor Aristide Paci, già presidente dell’Ordine dei medici di Terni, che ricordava all’allora ministro della sanità che ‘l’egemonia del profilo contabile aveva ridotto la salute da valore costituzionale a nuovo capitolo di bilancio’.

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