Cherubini, Oliviero, Olivieri, Paratici: la catena di trasmissione

Le intercettazioni chiariscono come dalla Juve, attraverso il dirigente folignate, passando per l’Università di Perugia (il rettore è la ‘personalità istituzionale’), si sia arrivati ad organizzare l’esame di Suarez alla Stranieri

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di P.C.

Il folignate Federico Cherubini, Head of Football Teams and Technical Areas (grosso modo: capo dell’area tecnica) della Juventus, il cui nome aleggiava già da qualche giorno sulla vicenda Suarez – se non altro per le sue origini e conoscenze umbre – esce fuori da alcune indiscrezioni di stampa come primo approccio fra il club bianconero e il contesto perugino. Lo scrivono La Gazzetta dello Sport e il Corriere della Sera.

Le due telefonate con Oliviero

Cherubini contattò quello che fino a 24 ore fa era noto come l’intermediario istituzionale perugino di cui parlavano i giornali e che si è rivelato essere il rettore dell’università di Perugia Maurizio Oliviero. È stato lui a ricevere la telefonata di Cherubini, il quale chiedeva informazioni sui test. E Oliviero lo ha indirizzato all’Università per Stranieri, contattando il direttore generale Simone Olivieri. «È un’istituzione della mia città e pensavo che la cosa potesse dargli ancora più lustro», spiega Oliviero al Corriere della Sera.

Cherubini lo ha poi richiamato dopo l’esame (quindi quando in teoria la Juve aveva già messo da parte l’idea di acquistare Suarez, stando a quanto raccontano i giornali sportivi), mise in viva voce e lo fece parlare con il direttore sportivo della Juventus Fabio Paratici: «Parlò per pochi secondi – racconta Oliviero – dicendo che lo staff del calciatore gli aveva riferito di essere rimasto positivamente colpito dall’accoglienza ricevuta a Perugia dall’attaccante e quindi riteneva giusto ringraziarmi».

Il rettore dell’università non ha fatto ai giornali il nome di Cherubini, che viene fuori da indiscrezioni di stampa da altre fonti. E si dice «sorpreso e sconcertato» per il clamore che si è generato intorno alla sua figura. Chiariamo che né il rettore Oliviero né Cherubini né Paratici sono indagati. Lo è solo Olivieri, insieme alla rettrice della Stranieri ed altre tre persone coinvolte nel caso dell’esame ‘farsa’ di Luis Suarez.

La catena di trasmissione

Chiarito il modo con cui la Juventus ha organizzato l’esame di italiano di Suarez (che fosse stato quantomeno ‘stimolato’ dalla società bianconera era cosa fra l’altro già nota agli organi di stampa, visto che il giocatore era in predicato di andare a giocare proprio a Torino) va ora chiarito se la società abbia effettuato pressioni indebite per ‘aggiustarlo’. Come noto, fra le ipotesi di reato contestate agli indagati dalla procura della Repubblica di Perugia retta da Raffaele Cantone c’è anche il reato di corruzione. E quindi si cerca di capire chi l’abbia indotta. Sempre che corruzione ci sia stata, beninteso. L’altra ipotesi è che alla Stranieri abbiano fatto tutto da soli per ‘fare bella figura’, diciamo così, in una vicenda di rilievo mediatico internazionale.

La Juve sarà sentita

Ed è per questo che, inevitabilmente, i rappresentanti della società bianconera saranno in qualche modo auditi dai magistrati. Intanto, la Juve ha chiarito che il proprio legale Chiappero non ha preso parte ma solo ‘assistito’ ad una telefonata della collega Maria Trucco (che fa parte del suo studio) con l’ università, fatta al solo scopo di ottenere ‘indicazioni burocratiche’ sull’esame. I due legali sono stati convocati dalla Procura di Perugia mentre si muove pure la giustizia sportiva.

Il Pdf col cocomero

Un cocomero e un supermercato. Sono queste le due immagini che Luis Suarez ha riconosciuto nel corso dell’esame, riproducendone il nome in italiano. Peccato però che, stando alle ipotesi, le domande fossero già note al calciatore, in quando inviate come allegate di una videoconferenza ‘Teams’ all’interno di un file Pdf del tutto simile – se non identico – a quello dell’esame Celi con il quale il centravanti ha ottenuto la certificazione B1 utile per conseguire la cittadinanza.

Caso Suarez, sui social impazzano i meme

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