di S.F.
Il tiro alto di Russo, il marchiano errore di Crecco, la scelta di Gavazzi di non concludere a un metro da Gabriel, il gol subito dalla solita palla inattiva. Quattro momenti di Ternana-Carpi che sintetizzano il momento delle ‘Fere’: una squadra che prova e non riesce, concedendo alla prima occasione avversaria. Da troppo tempo, ed ecco l’ingresso nella zona playout. Con la contestazione e il successivo confronto tra giocatori e tifoseria ad aprire il periodo più delicato per i rossoverdi.
Irritazione della tifoseria manifestata sia dopo l’immediata conclusione della sfida che lontano dal campo: un confronto di mezz’ora, dove una parte della tifoseria ha voluto esprimere tutto il proprio disappunto, invitando i rossoverdi a «comportarsi da uomini e non lasciare la grinta a casa nelle prossime sfide». Atmosfera e ambiente teso: una prima volta per Attilio Tesser, fino a oggi – con pieno merito – solo elogiato dai supporter delle ‘Fere’. «Vogliamo capire che intenzioni avete, perché a noi interessa salvarci e vi abbiamo sempre sostenuto», hanno esordito i tifosi, allarmati dalle prestazioni della squadra in vista, tra le altre cose, della sfida al Perugia del 18 aprile. Prima tuttavia c’è un appuntamento ben più importante nella quale la Ternana dovrà cercare di risorgere e rilanciarsi: lo scontro diretto con il Cittadella di domenica. Da giocare magari con quella convinzione messa sul terreno di gioco nella prima frazione contro gli emiliani.
TERNANA-CARPI VISTA DA ALBERTO MIRIMAO, FOTOGALLERY
La società «Dov’è il presidente?». Una, due, tre volte viene nominata la figura di Francesco Zadotti durante il confronto. C’è stato anche il presidente della Ternana nel mirino dei tifosi sabato sera: l‘abbandono’ di staff tecnico e giocatori da parte della società in questo momento così delicato della stagione tiene banco. Una situazione con la quale i rossoverdi convivono da tempo, anche nel periodo vincente e continuo del girone d’andata e in avvio in quello di ritorno. Parte di colpa per tutti, chiaro, ma iniziare a dispensarle a muso duro ora non agevola il compito né di Attilio Tesser né dei giocatori. È in questo momento che l’unità d’intenti deve dimostrarsi più forte di tutto. Come ha ricordato il tecnico veneto venerdì «la squadra è questa e gli infortuni ci penalizzano, ma zero scuse. L’impegno è massimo da parte di tutti».
Le note positive di giornata vengono dai rientri da titolare di Ferronetti e Dianda. Il difensore laziale non giocava dal primo minuto dallo 0-4 con il Livorno di ottobre, mentre per il centrocampista burkinabé si è trattato del ritorno da titolare a due anni da quell’infausto 28 marzo 2013, in Ternana-Brescia. Un azzardo da parte di Tesser schierare dall’inizio Ferronetti, Dianda e Viola, tutti non al massimo della condizione fisica: il più in palla, al di là di un paio di svarioni, è parso Dianda, efficace soprattutto in fase di ripiegamento. La sensazione è che il calciatore africano possa scavalcare nelle gerarchie Jens Janse come vice Fazio. Essenziale il ritorno di Alessandro Bastrini, il migliore della retroguardia rossoverde e guida imprescindibile per i compagni di reparto.
Il bersaglio Timidi fischi per Crecco, entrato male in partita e resosi protagonista di un errore grave sotto porta, e Avenatti, anonimo durante l’intero corso del match. Per Nicolas Viola invece – ripreso poi in seguito anche durante il confronto con i tifosi – unanime la stroncatura del ‘Liberati’: insufficiente la prestazione del regista calabrese, schierato a sorpresa dopo il colpo alla caviglia subito venerdì da Milinković , che ha fatto definitivamente esplodere il pubblico rossoverde. È lui il giocatore che più di tutti dovrà riconquistare il ‘Liberati’, violato per l’ottava volta quest’anno. Bene invece Ceravolo, quantomeno dinamico e capace di offrire spunti interessanti nell’uno contro uno, affiancato però da un Avenatti in giornata no. Bene Giuseppe Russo negli inserimenti offensivi da interno destro, meno – ma non è il suo ruolo – da playmaker centrale.
La costante negativa stagionale ed evidenziata ancor più in questo filotto di sconfitte è la protezione dell’area sul gioco aereo: ennesima rete incassata – decisivo l’errore di Ferronetti contro i biancorossi – da palla inattiva, un ‘malus’ che Tesser non riesce in alcun modo a correggere, nonostante la particolare attenzione che il tecnico veneto dedica durante gli allenamenti a questo aspetto. E domenica arriva il Cittadella, una delle formazioni più incisive – 11 reti sulle 40 realizzate – nel gioco aereo.
Dominio non concretizzato Alberto Brignoli è tornato a difendere la porta rossoverde nonostante una condizione non ottimale. Il portiere delle ‘Fere’ si rammarica per non aver concretizzato in punti la buona prova disputata: «Ho avuto un po’ di fastidio, ma lo sapevo ed era normale, bisogna saper stringere i denti. I punti non sono arrivati nonostante ritengo che la prestazione ci sia stata al cospetto della prima in classifica, abbiamo dominato per larghi tratti della partita al di là del palo subito e del gol da palla inattiva. Ci è mancata sola la rete».
Il momento più difficile Quattro sconfitte di fila. Ai rossoverdi non accadeva – compresa la sfida di ‘Tim Cup’ con il Cittadella – dal settembre 2012. Brignoli, tra i più ‘vecchi’ del gruppo per miitanza, ammette che «un momento così difficile non lo avevo mai passato da quando sono a Terni, ci dispiace molto; se prendiamo gol e non riusciamo a farli le gare si perdono. Dobbiamo arrivare il prima possibile a quota 50 punti».
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I tifosi Al termine del match i passaggi sotto la curva nord e la est-Viciani. Spiegazioni e richieste da parte dei tifosi, preoccupati anche dal derby in arrivo: «Serve rimanere tutti uniti e andare avanti. Spero che la gente, anche se giustamente spazientita, ci stia ancora vicino. Loro ci hanno stimolato a fare meglio, siamo stati a disposizione e abbiamo il dovere di fare meglio. In primis per noi, poi per la città. Hanno – chiude Brignoli – il diritto di poter esprimere ciò che pensano».