Terni, Alimentitaliani: «Trattativa chiusa»

Dura nota dell’azienda nel bel mezzo di una giornata caratterizzata da un faticoso avvicinamento alla soluzione. Sabato coordinamento sindacale a Terni

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Nessun ulteriore tavolo sindacale e nessuna trattativa. La Alimentitaliani, proprietaria dell’ex Gruppo Novelli, non usa mezzi termini per affermare che il discorso, dal suo punto di vista e dopo il flop del tavolo al Mise, è semplicemente chiuso. E che ha già compiuto i propri passi per lo ‘snellimento’ dell’organico aziendale finalizzato al raggiungimento dei propri obiettivi.

«Trattativa chiusa» Questi il contenuto della nota, decisamente polemica nei confronti dei sindacati, diramata venerdì pomeriggio dalla proprietà direttamente dalla sede centrale di Cariati: «In considerazione delle notizie apparse su diverse testate giornalistiche ordine, Alimentitaliani srl rende noto che, a seguito del netto rifiuto manifestato dalle organizzazioni sindacali, nel corso dell’ultimo incontro tenutosi presso il Mise lo scorso 5 aprile, alla stipula di un accordo di cui erano già stati previamente condivisi i contenuti e tenuto conto del fatto che la trattativa andava avanti ormai da oltre tre mesi, per i continui dinieghi opposti dai sindacati, comunica di aver posto in essere quanto necessario per raggiungere gli obiettivi occupazionali prefissati e indispensabili al salvataggio aziendale. Quanto disposto – conclude la nota – è irreversibile e pertanto del tutto incompatibile con un’ulteriore riapertura della trattativa».

Gianluca Rossi

«Diktat inaccettabile» La prima replica arriva del senatore del Pd, Gianluca Rossi: «Nessun diktat è accettabile se in gioco ci sono le sorti di centinaia di lavoratori e di un gruppo industriale importante, come il Gruppo Novelli, che opera in Umbria, Lazio e Lombardia. La posizione di chiusura tenuta da Alimentitaliani è sbagliata e non condivisibile. È fondamentale – prosegue Rossi – che il governo continui a lavorare per riportare al tavolo del confronto la proprietà e le organizzazioni sindacali, stemperando le affermazioni irragionevoli ed allontanando scenari irrecuperabili. Dei Greco ho apprezzato la disponibilità a salvare la Novelli e credo che anche da parte loro dovrebbe esserci un atteggiamento aperto verso chi ha mostrato disponibilità nei loro confronti».

I dubbi A questo punto bisognerà capire come la presa di posizione ‘muscolare’ dell’azienda – piombata nel bel mezzo di una giornata caratterizzata da un lento e faticoso avvicinamento alla soluzione della vicenda – influenzerà il coordinamento sindacale fissato per le ore 12 di sabato. Restituirà linfa e vigore alla protesta o, semplicemente, rappresenterà la classica pietra tombale sulla negoziazione in corso?

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La protesta in Comune

Le ‘pressioni’ I lavoratori, molti dei quali con diversi anni alle spalle in azienda, intendono proseguire nella battaglia ma a far ipotizzare che presto potrebbe essere raggiunta un’intesa – sulla base di quella abbozzata e poi ritirata dal Mise nel tavolo-flop di mercoledì – è non solo la stanchezza, ma anche l’auspicio espresso dalle istituzioni – sindaco di Terni, vice presidente della Regione e lo stesso Mise attraverso il vice ministro Teresa Bellanova – e da una parte del sindacato perché venga riannodato quanto prima il filo del dialogo con la proprietà di Alimentitaliani. Azienda che giovedì ha comunicato di non voler rinnovare la ‘solidarietà’ in vigore all’ex Gruppo Novelli, mandando un segnale ben preciso ai suoi interlocutori.

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I lavoratori Novelli sotto il tribunale di Terni

«Avvicinamento» Sul punto, eloquente è la nota diffusa venerdì dalla segreteria nazionale della Flai-Cgil che, rispetto al tavolo andato avanti per quasi dieci ore, mercoledì a Roma, parla di «avvicinamento su diversi punti». Il sindacato sottolinea come «l’azienda si è resa disponibile a condividere la necessità di mettere in campo un piano sociale per gestire gli esuberi dichiarati, a partire da un incentivo all’esodo e politiche attive volte alla ricollocazione del personale di Cisterna di Latina e Spoleto, nonché l’utilizzo dello strumento della cassa integrazione straordinaria per ‘area di crisi complessa’ laddove possibile, ovvero per Terni e Amelia».

Nuova Panem «L’azienda – afferma la Flai Cgil nazionale – ha dichiarato di essere disponibile a istituire un tavolo presso la Regione Lombardia per monitorare la delicata situazione legata al sito di Muggiò (Monza Brianza) ma anche ad evitare di tagliare gli scatti di anzianità per le fasce più deboli, a partire dai siti agricoli e di panificazione, per le maestranze che hanno un reddito inferiore a 1.500 euro».

Lo sciopero

«No accelerazioni irresponsabili» «Questi punti di avanzamento – prosegue il sindacato – che nelle settimane scorse avevano visto posizioni diverse rispetto a quelle maturate mercoledì, hanno fatto emergere la necessità di convocare quanto prima il coordinamento sindacale (che si terrà sabato a Terni, ndR) teso ad una consultazione dei lavoratori relativa ai contenuti dell’accordo. Per quanto ci riguarda – conclude la Flai Cgil – serve un approfondimento con i lavoratori per verificare le condizioni di un accordo in merito al lavoro svolto dal tavolo ministeriale, nell’interesse di tutelare il reddito e un piano sociale che possa limitare l’impatto della riorganizzazione che l’azienda ha intenzione di portare avanti con o senza accordo con le organizzazioni sindacali. Chiediamo a tutte le parti interessate, a partire dalle istituzioni, ai rappresenti dell’azienda e alle altre organizzazioni sindacali, di non far precipitare la situazione con accelerazioni irresponsabili che potrebbero portare ulteriori danni ai lavoratori e alle lavoratrici del Gruppo, negli ultimi anni già fortemente provati dai sacrifici fatti e da una condizione aziendale sempre più vicina al baratro del fallimento». Appunto.

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