Ex Novelli, tanti dubbi per il concordato-bis

Il tribunale di Castrovillari ha ammesso Alimentitaliani alla procedura preliminare. Lunedì il giudice Nicolì ha ricevuto una delegazione di lavoratori di Terni

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C’è perplessità e disorientamento fra i dipendenti ternani dell’ex Gruppo Novelli, in sciopero da quasi una settimana, alla luce delle novità che giungono dal tribunale di Castrovillari che lo scorso 30 marzo ha ammesso la Alimentitaliani alla procedura preliminare di concordato presentata dai legali della Srl, nominando un commissario giudiziale e dando all’azienda 60 giorni di tempo per presentare la proposta e il piano.

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I lavoratori ex Novelli di Terni

Dubbi Il tema, che solo i legali potranno chiarire, è capire come si innesta tale procedura con quella già avviata a suo tempo dal cda tecnico della Novelli di fronte al tribunale di Terni e per la quale, lo scorso 8 febbraio, il giudice fallimentare Luciana Nicolì ha respinto la domanda di chiusura avanzata dall’ex presidente del cda Alessandro Musaio. Fra gli scenari possibili a questo punto, il fallimento dell’ex Gruppo Novelli, di fatto una ‘scatola vuota’ dopo il passaggio di mano.

L’incontro Lo stesso giudice che, lunedì pomeriggio, ha incontrato una delegazione composta da tre lavoratori del sito di Terni che, anche a nome dei colleghi in sciopero, hanno illustrato la propria situazione di totale incertezza ed altri aspetti relativi alle attività dell’azienda. Non ultimo il passaggio di mano dai Novelli ad Alimentitaliani, avvenuto il 22 dicembre scorso con la ‘benedizione’ di istituzioni e Mise, e già diventato caso di studio a livello nazionale.

Lavoratori in sciopero a Terni

Timori Il timore è che, con l’apertura dell’ulteriore procedura di concordato, la partita possa ulteriormente complicarsi dal punto di vista delle garanzie su quanto i lavoratori devono ancora percepire e per il futuro stesso. Per ciò che attiene tutta una serie di aspetti, cambiano infatti i punti di riferimento e le stesse competenze.

«Tavolo in Regione» In tutto ciò, la protesta degli impiegati in sciopero a Terni è destinata a proseguire e a finire all’attenzione del consiglio comunale di Terni, nella seduta prevista per martedì pomeriggio. Al presidio di lunedì, durante l’incontro con il giudice fallimentare, era invece presente il sindaco di Amelia, Laura Pernazza, secondo la quale «è necessaria l’apertura di un tavolo in Regione perché le istituzioni tutte debbono farsi carico di una situazione che, rispetto alle premesse, sta prendendo una piega preoccupante».

EX NOVELLI, CONFRONTO SINDACO-LAVORATORI

L’allarme Al giudice i lavoratori hanno spiegato quelle che, a loro avviso, sono le stranezze di una vicenda che rischia di ripercuotersi pesantemente su di loro e sull’intero territorio. Cose che hanno ribadito nei giorni scorsi al sindaco Di Girolamo ed in una nota nella quale hanno evidenziato il loro punto di vista.

EX NOVELLI, ‘GIALLO’ SULLE QUOTE

Il sindaco di Terni fra i lavoratori

Dalle stelle alle stalle «Intendiamo chiarire alle istituzioni, alla famiglia Greco (proprietaria di Alimentitaliani srl, ndR) e a tutti i cittadini del territorio ternano e dell’Umbria le ragioni che ci hanno costretti ad intraprendere la dolorosa decisione di uno sciopero ad oltranza. Dopo l’acquisizione da parte della famiglia Greco con la promessa del mantenimento dei livelli occupazionali – spiegano -, iniziano a susseguirsi in sede istituzionale proposte che partono esclusivamente da tagli pesantissimi ed inaccettabili del costo del lavoro e dell’occupazione e che propongono un cosiddetto ‘piano industriale’ privo dei requisiti fondamentali per la sua concreta realizzazione, fino ad arrivare ieri (venerdì al Mise, ndR) ad una rottura della trattativa che sembra insuperabile».

EX NOVELLI, PARLA IL ‘PATRON’ GRECO

«Nessun ammortizzatore. Perché?» «Nell’ultimo comunicato ricevuto – affermano i dipendenti del sito di Terni dell’ex Novelli – la proprietà annuncia che procederà in modo da arrivare quanto prima al raggiungimento degli obiettivi occupazionali ritenuti indispensabili. Questo si tradurrà in 79 licenziamenti senza le garanzie di tutte le tutele previste per la salvaguardia dei lavoratori. Ancora più inaccettabile, dato che la Alimentitaliani, essendo società neo costituita può avere accesso a tutti gli ammortizzatori sociali previsti dalla legge».

L’appello Per i lavoratori, non sono poi chiare «le proposte contrattuali anche per coloro che saranno chiamati a proseguire l’attività lavorativa, data la già dichiarata intenzione di esternalizzare i servizi amministrativi e commerciali ad una società terza di nuova costituzione. Invitiamo le istituzioni, la politica, gli organi preposti e tutto il territorio a fare quanto in loro potere per salvaguardare i diritti universali dei lavoratori».

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