Terni, ex Novelli: mercoledì si va al Mise

Il ministero convoca i sindacati nazionali per un nuovo ‘faccia a faccia’ con la proprietà di Alimentitaliani: si cerca una via di uscita allo stallo

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(Foto Mirimao)

La convocazione da parte del Ministero dello Sviluppo Economico è arrivata nella tarda serata di martedì e a poche ore – visto che si terrà mercoledì alle ore 13 a Roma (era previsto per le 11 ma c’è stato uno ‘slittamento tecnico’) – dall’atteso incontro destinato a mettere nuovamente di fronte i sindacati nazionali che seguono la vertenza della ex Novelli e la proprietà di Alimentitaliani srl, rappresentata dalla famiglia Greco.

Accordo in vista? Una convocazione in extremis, per provare a trovare quell’intesa che finora è mancata, dopo i ‘nulla di fatto’ – con reciproche accuse – in sede ministeriale ed uno sciopero giunto ormai al settimo giorno da parte del personale impiegatizio del sito di Terni. Bisognerà vedere cosa l’azienda sarà in grado di offrire, oltre alla già nota ‘apertura’ sulla cassa integrazione per area di crisi complessa – 12 mesi in tutto – magari anche dal punto di vista delle buonuscite. Per ‘alleviare’ le conseguenze sociali di un piano ‘lacrime e sangue’ che, solo a Terni, prevede 33 esuberi.

In Comune Dopo il tribunale, palazzo Spada: martedì pomeriggio i lavoratori della ex Novelli – oggi Alimentitaliani – hanno portato la loro preoccupazione per quello che sta succedendo alla loro azienda all’attenzione di un altro palazzo del potere. Il sindaco di Terni, peraltro, aveva già incontrato i lavoratori proprio sotto il tribunale. In apertura dei lavori del consiglio, il presidente Mascio ha accolto la richiesta dei lavoratori ed i capigruppo consiliari li hanno ricevuti per un’audizione.

EX NOVELLI, CONFRONTO SINDACO-LAVORATORI

I lavoratori «Chi ha sostenuto questa operazione, come la presidente Marini, ora deve metterci la faccia – hanno detto i lavoratori ai politici – anziché fare finta che va tutto bene. Serve l’intervento immediato della Regione. Vogliamo continuare a lavorare, capiamo anche in parte l’esigenza dell’azienda di tagliare, ma non a queste condizioni, senza ammortizzatori sociali né buonuscite». A parlare per primi sono stati i rappresentanti dei sindacati – Simone Dezi (Fai Cisl), Paolo Sciaboletta (Flai Cgil) e Stefano Tedeschi (Uila Uil) – che, oltre a chiedere con forza l’impegno della Regione, hanno sottolineato come non si tratti «solo di una vertenza, ma di una battaglia contro chi pensa di importare in Umbria un modo di fare che qui non potrà mai trovare terreno fertile. Il rifiuto di fornire garanzie minime previste per legge, come gli ammortizzatori sociali, la dice lunga. Nutriamo seri dubbi sulle reali intenzioni di questa proprietà in termini di sviluppo e investimenti».

EX NOVELLI, CONSIGLIO COMUNALE ‘TESO’

(Foto Mirimao)

L’atto di indirizzo La conferenza dei capigruppo ha quindi predisposto un atto di indirizzo nel quale si «impegna il sindaco ad attivarsi affinché sia riaperto al Mise con immediatezza il tavolo di confronto con il gruppo Novelli». Il fatto che nell’atto si parlasse di «utilizzare tutti i percorsi per l’accesso agli ammortizzatori sociali», ha scatenato la reazione di Enrico Melasecche (IlT) che ha invece chiesto che non ci si limitasse a questo, ma si puntasse sul rilancio dell’azienda. La replica di Andrea Cavicchioli (PD), che cercava di spiegare la posizione che era invece stata concordata, ha provocato un battibecco con i lavoratori presenti in aula. L’atto di indirizzo, poi, è stato approvato con 26 voti favorevoli e 2 astensioni.

Il concordato Le paure dei lavoratori si sono accentuate soprattutto alla luce della novità rappresentata dalla decisione del tribunale di Castrovillari, che lo scorso 30 marzo ha ammesso la Alimentitaliani alla procedura preliminare di concordato presentata dai legali della Srl, nominando un commissario giudiziale e dando all’azienda 60 giorni di tempo per presentare la proposta e il piano.

ROSSI (PD): «IL GOVERNO DEVE INTERVENIRE»

Dubbi Il tema, che solo i legali potranno chiarire, è capire come si innesta tale procedura con quella già avviata a suo tempo dal cda tecnico della Novelli di fronte al tribunale di Terni e per la quale, lo scorso 8 febbraio, il giudice fallimentare Luciana Nicolì ha respinto la domanda di chiusura avanzata dall’ex presidente del cda Alessandro Musaio. Fra gli scenari possibili a questo punto, il fallimento dell’ex Gruppo Novelli, di fatto una ‘scatola vuota’ dopo il passaggio di mano.

Lucidi (M5s) Il senatore del M5S Stefano Lucidi annuncia di aver presentato un’interrogazione al ministro dello sviluppo economico Carlo Calenda sul caso dell’ex Novelli, oggi Alimentitaliani srl, «ceduta nel 2016 al gruppo calabrese I Greco dopo una procedura di concordato fallimentare in continuità che non aveva portato neanche lontanamente i risultati sperati. Alimentitaliani aveva promesso al tavolo di crisi istituito presso il Mise di mantenere i livelli occupazionali ereditati dalla precedente gestione. Dall’inizio del 2017, tuttavia, i nuovi proprietari hanno manifestato l’intenzione di ridurre l’organico e già il 1° aprile 20 dipendenti dello stabilimento di Latina sono stati effettivamente licenziati. Il piano di sfoltimento dei lavoratori – scrive Lucidi – prevede altri 59 licenziamenti tra gli stabilimenti di Roma, Spoleto, Spoleto Montefalco, Terni, Amelia, Terni Torino e Muggiò. È evidente quindi il fallimento del Mise, dato che la sua Unità per la gestione delle vertenze delle imprese in crisi (UGV) dovrebbe, per statuto, salvaguardare e consolidare i livelli occupazionali delle imprese coinvolte. Ad oggi non è previsto alcun regime sanzionatorio a carico delle controparti che partecipano ai tavoli di crisi e poi non rispettano gli accordi raggiunti. Senza sanzioni la protezione dei lavoratori garantita dal Mise rimane solo sulla carta, come il caso Ex Novelli dimostra senza ombra di dubbio».

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