Terni, Asm-Acea: scintille e caos voto nel primo confronto in commissione

Operazione per l’ingresso del nuovo partner industriale: bagarre sul vincolo di riservatezza degli atti. Maggioranza in confusione, poi le ‘rettifiche’ sulla proposta di sospensione

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Urla, richieste di trasmissione di verbali alla procura della Repubblica, caos su una votazione riguardante la riservatezza degli atti e più di qualcuno ‘spaesato’. E siamo ancora all’Abc. È iniziato in questo modo frenetico il confronto in III commissione consiliare sulla maxi operazione per l’ingresso di Acea in Asm Terni in qualità di partner industriale: in concreto nulla si è mosso in sostanza, ma aspro tête-à-tête di natura politica. Non il massimo del pomeriggio per il presidente Federico Brizi, apparso in affanno nella gestione dei lavori.

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La commissione odierna

Perché la convocazione? La ‘diffida’

Ma a cosa serviva in linea teorica la convocazione odierna? Per l’audizione dell’assessore a bilancio e partecipate Orlando Masselli «finalizzata alla programmazione ed alla organizzazione dei lavori». In realtà l’esponente dell’esecutivo Latini parlerà pochissimo perché la discussione si è concentrata tutta – strategia politica o meno che sia – sull’input di riservatezza per i documenti consegnati via chiavetta ai consiglieri. Motivo? La procedura pubblica è ancora ‘attiva’: «Lo scopo è avviare i lavori della commissione e avere un’infarinatura sul tema», ha spiegato il capogruppo della Lega. E parte la bagarre: «Ma Masselli presenta la delibera o no? Che documenti si discutono?», ha incalzato Alessandro Gentiletti di Senso Civico. In scia Luca Simonetti che, dopo il caos Sii, ha voluto evidenziare un aspetto: «Questo passaggio comporta responsabilità politiche ma anche in altre sedi qualora qualcosa non tornasse. Non bastano i pareri legali. Ad oggi abbiamo solo una email ufficiale dove veniamo ‘diffidati’ a diffondere gli atti e non abbiamo una risposta nel merito del segretario generale sul tema. Vanno spiegati i vincoli di segretezza». Chiesta dunque un’audizione del segretario Sperandeo: «Non scende perché è impegnato», dirà poi Brizi. Per dare delucidazioni sul perché di questa necessità sono stati tirati in ballo il pericolo di aggiotaggio, il Tuf (Testo unico sulla finanza) ed il fatto che Acea è quotata in borsa. «Ho richiesto anche che ci venisse fornito un parere relativo ai singoli documenti, non ci è stato fornito», ha aggiunto il consigliere del Carroccio.

M5S E RIFONDAZIONE: «TABULA RASA DEI SERVIZI PUBBLICI»

La minoranza

Caos, resistenza e ‘punto zero’

La minoranza è andata in pressing su questo fronte: «Potevano essere specificati – le parole di Federico Pasculli del M5S – i documenti accessibili e non. Al momento non sappiamo ciò che possiamo divulgare». Di tanto in tanto è stata ricordata la comunicazione inviata dalla funzionaria Simona Coccetta – sulla base di indicazioni della direzione attività finanziarie – sugli atti della procedura: «Il segretario venga qui a spiegarci per la serietà di tutti». Più calmo e serafico Paolo Angeletti (Terni Immagina): «Ci hanno dato dei documenti, ci dicono che sono riservati. Poi chiediamo al segretario generale e la risposta è che ci dobbiamo autogestire». Di altro pensiero Doriana Musacchi (FI): «Dipende dalla coscienza delle persone, man mano valuterò ciò che si potrà fare». A questo punto nel marasma generale riprende la parola Brizi: «Esistono motivi di riservatezza perché c’è una specifica clausola di riservatezza che impegna Asm. Le posizioni ad oggi non sono consolidate». Nel contempo in aula consiliare ci sono anche due funzionari tecnici, la cui ‘resistenza’ al confronto politico è stata messa discretamente alla prova. Simonetti non ha mollato: «Stabiliamo che il ‘punto zero’ sia uno scritto formale dell’amministrazione sul perimetro della segretezza degli atti. Per noi alcune cose sono già impugnabili. Fate una cosa di buon senso e dateci tempo: prima di settembre non si può discutere». Idem Gentiletti: «C’è scritto di massima riservatezza fino alla fine dell’operazione. Non lo accettiamo così». Da Valdimiro Orsini (Misto, in avvio di seduta incuriosito dal nuovo video Instagram di Stefano Bandecchi, ormai a ruota libera su vari argomenti) è arrivato un appello alla maggioranza: «Non mettete fretta, va chiarito il discorso della riservatezza». L’assessore al bilancio ha capito che aria tira: «Pensavo di venire qua e poter dare l’avvio agli approfondimenti, se è discussione interna alla commissione vado via. Immaginavo che le risposte ai dubbi ci fossero già state, ognuno di voi ha gli atti istruttori».

LA PARTE FINALE DELLA COMMISSIONE TRA URLA E CAMBIO VOTO – VIDEO

La maggioranza

Tentativo minoranza, la maggioranza va in tilt sul voto

Ed ecco la mossa della minoranza – si sono mossi Gentiletti e Simonetti – per cambiare le carte in tavola. Ovvero richiedere una questione pregiudiziale prima di procedere: «Sospendere l’esame della proposta fino a quando non ci sarà il parere del segretario e la rimozione del vincolo di segretezza dagli atti dell’operazione Asm-Acea. Urge un chiarimento formale su quali documenti sono secretati o meno». C’è chi resta spiazzato o non comprende bene ciò che sta accadendo. Risultato? La votazione è positiva perché a sorpresa due consiglieri della maggioranza (Presciuttini e Brugia, entrambi Lega) votano a favore insieme all’opposizione: quattro ok, due contrari ed altrettanti astenuti. Scoppia il caos perché dall’altro lato si iniziano a rendere conto che qualcosa non quadra. In tutto ciò Masselli si era avvicinato a Pincardini, Brugia e Presciuttini per fargli capire la situazione. Poco prima Tiziana De Angelis (Pd) aveva ribadito della mail di riservatezza inviata dalla Coccetta: «Cosa non ha funzionato nella comunicazione che ci è stata fatta? Il segretario non dà un parere preciso e dice che dobbiamo autoregolarci».

«TROPPI RISCHI E POCHE GARANZIE. ATTENZIONE»

Masselli con Brizi

Gentiletti vs Brizi, modifica del voto

Il consigliere di Senso Civico è poi tornato in pressione su Brizi dopo l’esito della votazione: «Tutto sospeso fino a quando non viene rimosso il vincolo di riservatezza». Simonetti annuncia l’accesso agli atti per chiedere tutta la documentazione. Poi accuse, urla e richieste di cambio voto (Musacchi, Brugia e Presciuttini modificheranno il proprio parere ribaltando la situazione originaria): «Votazione chiusa, non si può fare, è falso ideologico. Inviare tutto alla procura della Repubblica», la lamentela di Gentiletti. Non sarà così e tra la perplessità generale si chiude la seduta di commissione. E pensare che si deve ancora iniziare a fare sul serio.

L’ALTOLÀ DEL PD: «BASTA IMPOVERIRE TERNI»

Il Comitato No Inceneritori all’attacco

«Chi parla di mantenimento della maggioranza in mano pubblica è in mala fede, e sa di esserlo». Così scrive il Comitato No Inceneritori in merito alla maxi operazione che coinvolge la società partecipata del Comune: «Asm privatizzata di fatto come il servizio idrico. Da anni, varie giunte di diverso colore politico, hanno tentato la privatizzazione di Asm. Se ne era parlato già con il sindaco Di Girolamo. Oggi ci siamo, e Asm sarà di fatto una controllata di Acea perché tecnicamente il consolidamento del bilancio di Asm nel bilancio Acea, pur in presenza di soci pubblici, è di fatto una privatizzazione. Così viene comunicata da Acea agli investitori e azionisti. Chi dice che verrà mantenuta la maggioranza dalla parte pubblica, sa di mentire. Sa che questo non corrisponderà a nessun potere effettivo. L’unico ruolo che avrà il Comune di Terni sarà quello di fare da specchietto per le allodole. Purtroppo a parte alcuni, il resto delle forze politiche e sindacali sono totalmente allineate – si legge nella nota – in questo processo di trasformazione. A quanto pare assistere alla fine di una società pubblica, che in quanto tale ha la totale libertà di decisione su investimenti e strategie, non preoccupa. Certo, in molti diranno che Asm ha accumulato talmente tanti debiti per malagestione che non c’era altra strada possibile. Ma nessuna forza politica di maggioranza, nessuna organizzazione sindacale presente in Asm, ha mai convocato la città ad una seria discussione. Ci provammo nel 2019 quando iniziò il processo di privatizzazione per consolidamento del Sii con la proposta di azionariato diffuso, quindi con i cittadini come azionisti della società pubblica. Ma in piena pandemia, in una seduta da remoto, la maggioranza ha deciso. E sarà così anche ora. Assistiamo ad una messa in scena il cui copione era chiaro fin da sempre. Era chiaro che prima o poi Asm sarebbe stata venduta, era chiaro che il socio non poteva che essere Acea, e che ci sarebbe stato il consolidamento nel bilancio di Acea. Tutto scritto. Sarà interessante capire quale sarà il ruolo di questa nuova società rispetto al nuovo piano regionale dei rifiuti e al nuovo possibile inceneritore. Nuovo, o alla fine, passate le elezioni comunali del 2023, si brucerà tutto a Terni? Chissà su cosa potranno decidere i futuri sindaci di Terni. Sui servizi essenziali nulla. A decidere saranno i business plan di Acea, non certo il ‘socio pubblico’. Vedremo quindi cosa decideranno i soci privati di Acea, la multinazionale francese Suez e il gruppo Caltagirone. Ecco loro comandano per davvero. Perché anche il Comune di Roma, col suo 51%, conta assai poco».

Federmanager ed il confronto con Asm

Sul punto interviene con una nota anche Federmanager Terni in seguito all’incontro con la direzione di Asm: «In particolare è stata illustrata la situazione reddituale e finanziaria dell’ultimo triennio, dalla quale si evince sia il risultato negativo del conto economico che il rilevante indebitamento pari a circa 130 milioni. Alcune operazioni gestionali straordinarie nonché un miglioramento dei dati gestionali hanno consentito di ridurre l’indebitamento da 130 milioni d 100 milioni e, nello specifico quello verso Gse da 60 a 40 milioni, nonché di registrate un risultato positivo del bilancio ultimo. Il presidente dell’Asm, su specifica domanda, ha illustrato – continua Federmanager – le ragioni che hanno motivato la scelta di indirizzare la trattativa sull’aumento di capitale verso il conferimento di asset industriale piuttosto che in flussi di cassa. I delegati Federmanager hanno preso atto che tale scelta consentirà alla società comunale di servizi di dotarsi di verticalizzazioni e di integrazioni impiantistiche che potranno permettere un incremento sia del fatturato che della marginalità dei servizi in capo all’azienda. Ritengono, però, fondamentale che all’acquisizione di quote da parte del nuovo socio faccia seguito un piano strategico di medio periodo che individui non solo possibili sinergie ma che consenta importanti investimenti nelle business unit cui si articola l’Asm specie nel settore energetico ed ambientale. Suggeriamo attenzione per la richiesta del socio di minoranza di procedere al consolidamento bilancistico di Asm in Acea mitigata dalla consapevolezza che la realtà ternana inserita in contesto dimensionale diverso possa avere maggiore accesso sia al credito che a nuove potenzialità commerciali. Esprimono la forte necessità che i patti parasociali così come gli accordi di acquisizione di quote non si limitino alla mera redistribuzione di posizioni di governance ma che indichino in maniera chiara il mantenimento della gestione in capo ad Asm, il riconoscimento delle professionalità presenti sia manageriali che operative, la presenza ed il mantenimento sul territorio dei fornitori (con particolare attenzione anche ai tempi di pagamento) ed una focalizzazione progettuale che coinvolga anche i tre nuovi attori del territorio (Arvedi, Enel ed Acea). Per ragioni di riservatezza (di cui abbiamo preso atto) chiediamo al consiglio comunale una particolare attenzione alla valutazione degli asset che verranno conferiti così come l’attribuzione di tipologia di azioni visto il diverso peso a queste conferite nella bozza del nuovo Statuto. Resta, per noi, fondamentale che dal nuovo assetto, risultino potenziati: a) I livelli e la qualità dei servizi ai cittadini; b) Un equilibrio tra questi ed il corrispettivo delle utenze; c) Il mantenimento dei livelli occupazionali sia diretti che indiretti, compresi i dirigenti; d) Il potenziamento della presenza non solo a livello di territorio comunale o di ambito territoriale ma anche la precondizione di un allargamento della geografia del portafoglio clienti».

La prima commissione su Asm/Acea

Un Brizi perplesso nel finale di seduta

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