Terni, piano rilancio: Comune ‘strigliato’ da Confartigianato

Le misure non arrivano: «Attendiamo la gratuità dei parcheggi, delle bici Valentina e l’allungamento dell’orario della somministrazione. Grave perdere tempo»

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La pazienza evidentemente sta per terminare e allora si passa all’attacco, nemmeno troppo velato. Confartigianato Imprese Terni ‘striglia’ il Comune sul piano per il rilancio delle attività del commercio e dell’artigianato: «Ad oltre una settimana dall’annuncio, registriamo per il momento solo quello. Perdere tempo adesso sarebbe particolarmente grave».

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Leonardo Latini

Le misure che non ci sono

Per ora palazzo Spada ha deliberato solo sulla Tosap. Sul resto tutto tace: «Attendiamo la gratuità dei parcheggi – il pressing di Confartigianato – e delle bici Valentina, attendiamo l’allungamento dell’orario della somministrazione e della musica per i pubblici esercizi. Prendiamo atto che sono poche le pratiche di aumento delle aree esterne di occupazione suolo pubblico approvate, molte quelle in attesa di risposta o alle prese con rigetti e integrazioni, in una procedura che doveva essere semplificata e immediata. Frammentarie e poco chiare le motivazioni del ritardo: non vogliamo credere che le difficoltà dipendano dalla non rispondenza a norme tecniche o di copertura finanziaria del piano, perché saremmo costretti a ricordare all’amministrazione Comunale di Terni che è essa stessa garante del rispetto di dette norme e quindi farsi prendere dall’ansia dell’annuncio prima di avere fatto le opportune verifiche o svolgere i confronti con le associazioni di categoria sul nulla sarebbe stata una perdita di tempo».

OCCUPAZIONE SUOLO PUBBLICO, LE MISURE

La perdita di tempo e la necessità di supporto

L’input è lanciato: «Perdere tempo adesso sarebbe particolarmente grave. Se siamo sulla stessa lunghezza d’onda con l’amministrazione comunale di Terni, dovremmo ora sentirci impegnati fianco a fianco per dare un supporto concreto agli imprenditori, in modo particolare ai titolari dei pubblici esercizi e a quelli del commercio e dell’artigianato alimentare, che stanno applicando norme sanitarie estremamente gravose e stanno valutando se a queste condizioni è economico portare avanti le attività. Una chiusura diffusa di queste attività porterebbe a un territorio meno vivibile, con minore dotazione di servizi, ostile agli eventi e al turismo: noi crediamo che non ce la possiamo permettere. C’è in gioco la sopravvivenza delle imprese e dei posti di lavoro di interi settori, non basta la buona volontà, non serve l’ansia da annuncio, bensì politiche concrete ed efficaci. In un momento come questo in cui o si rilancia o si chiude eccessiva burocrazia e politiche comunali approssimative sarebbero errori fatali».

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